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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Addio alle province? Beatrice Draghetti: "Garantiremo i nostri servizi fino all'ultimo"

E' il presidente dell'ente a spiegare cosa accade: "Provvedimento non dignitoso. Incomprensibile che improvvisamente il lavoro di alcuni amministratori debba essere svolto gratis"

Intervista a Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna, dopo l'approvazione definitiva alla Camera della legge "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" che mette a repentaglio la sopravvivenza degli enti.

Presidente, dunque per merito del governo Renzi diremo addio alle Province?
Per ora la legge prevede, tra le altre cose, la prosecuzione fino al 31/12/14 del mandato delle attuali Province, con Presidenti e Giunte a titolo gratuito: in attesa per noi bolognesi, come per tutte le aree metropolitane, che ci sia il passaggio alla Città Metropolitana e per gli altri territori del Paese che continuino le Province, ancorché modificate. Quindi per ora nessuna abolizione.

Pensa che da oggi ci sia meno democrazia?
Oltre a questo (i sindaci che comporranno gli organismi futuri, seppur con elezione di secondo grado, saranno pur sempre eletti dai cittadini come amministratori del proprio comune) penso che il nodo vero da affrontare nel nuovo ente che succederà alla Provincia sia la terzietà.

Cioè?
Come decidere in modo equilibrato su scelte che riguardano i cittadini di tutta la provincia se sei stato eletto “solo” dai cittadini” del tuo comune? Per esempio: se si può fare una scuola, e devi scegliere tra farla a Porretta o a Casalecchio e sei il sindaco di Porretta nonchè consigliere delegato della città metropolitana per la scuola, la scelta è complessa.

La ragione è il taglio ai costi della politica... è previsto anche che da giugno a dicembre lavoriate senza stipendio. Non teme di essere associata, in qualche modo, alla Casta che rifiuta sistematicamente ogni sacrificio?
Sul titolo di gratuità che caratterizzerà la prosecuzione del mandato e sulla tanta demagogia che si è fatta in questi mesi, ci tengo a segnalare che noi, componenti della Giunta provinciale, dal punto di vista professionale siamo o dipendenti in aspettativa o pensionati o liberi professionisti. Forse una situazione un po' eccezionale nel panorama generale. Nessuno di noi è o sarebbe, come dice la vulgata, "a spasso", alla conclusione del mandato amministrativo o dovrebbe "provare l'ebbrezza di andare a lavorare”, perché l'esperienza ci è nota. Ritengo peraltro incomprensibile che improvvisamente il lavoro di alcuni amministratori debba essere svolto gratis: o abbiamo ricevuto fin qui ingiustamente un'indennità o si vuole introdurre il concetto (e in questo caso la prassi) che occuparsi della cosa pubblica in un'istituzione (certo a tempo determinato e non a vita) non sia un lavoro da retribuire, ritornando indietro anni luce quando ad assumere tali responsabilità era di fatto chi poteva economicamente permetterselo.

Cosa avrebbe fatto al posto di Renzi?
Non si tratta di essere al posto di qualcuno. Il tema del riordino istituzionale per una maggiore efficacia ed efficienza del Paese è certamente urgente e da affrontare: sarebbe stato più efficace affrontarlo nel suo complesso e per tutti i livelli istituzionali, non solo per un “pezzo” di essi.

A Roma hanno preso la direzione opposta e ora le tolgono anche l’indennità. Ora dovrà impegnarsi gratis... Diventerà un presidente della Provincia a mezzo servizio?
In questa situazione in cui tanta parte della politica è ampiamente agli antipodi di quello che dovrebbe essere, in cui la demagogia la fa da padrona, in cui le riforme si fanno in modo disorganico, mi sono chiesta che cosa può servire adesso alla Provincia e ai cittadini nei confronti dei quali manteniamo delle responsabilità. La risposta che mi sono data è che, pur in presenza di un provvedimento non dignitoso e rabberciato, scelgo di accompagnare in porto, fino al 31 dicembre, questa nobile Istituzione, che è ed è stata la Provincia, che sembra fare ribrezzo a tutti, incolpata di ogni profilo di inutilità ed inefficienza, dalla quale tuttavia si pretenderà fino all'ultimo giorno l'erogazione dei servizi che derivano dalle sue competenze, cosa che avverrà - nelle condizioni date e come sempre – grazie anche e soprattutto ai dipendenti, di cui nessun decisore finora ha mostrato la responsabilità di occuparsi.

Stessa sorte per i suoi assessori. Dovranno mantenere le loro deleghe senza ricevere più un euro. Qualcuno ha intenzione di mollare?
Gli Assessori della mia Giunta, che nuovamente ringrazio per la competenza, la generosità e la collaborazione responsabile dimostrate in tanti anni di lavoro comune per il bene comune, decideranno liberamente quali scelte fare, anche in relazione a situazioni personali e oggettive: saranno comunque scelte rispettabili.

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