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Rumore, parcheggi, rifiuti: i crucci del Santo Stefano. Amorevole: "Cerchiamo soluzioni"

Intervista alla presidente del Quartiere che parla di quali sono le maggiori problematiche lamentate dai cittadini, ma anche dei pregi del Santo Stefano, che definisce "bello, colto, ma complesso perchè qui convivono forti diversità"

Rosa Amorevole è il presidente del quartiere Santo Stefano: continuano con lei le interviste ai presidenti di quartiere, dopo Daniele Ara (Navile), Simone Borsari (San Donato-San Vitale) e Lorenzo Cipriani (Porto-Saragozza)

Tre aggettivi per il Santo Stefano? 

«Bello, colto e complesso. La bellezza è una caratteristica indubbia del quartiere Santo Stefano, è il "pezzo" più bello della città. La cultura qui è molto presente, qui si svolgono il maggior numero degli eventi, è il centro che ha l'Università, i musei, i teatri...Un quartiere complesso perchè al suo interno ha tante diversità che convivono. Una parte molto ricca, una molto povera; immigrazione e luoghi tradizionalmente abitati da chi sta lì da oltre mezzo secolo. Complesso, ma vivo e in continuo mutamento». 

Se un turista le chiedesse quali sono le 3/4 cose da vedere assolutamente al Santo Stefano che guida darebbe?

«Intanto gli direi di fare più in fretta per vederne più di tre: si fa fatica a selezionare, abbiamo troppe cose imperdibili. Le Sette Chiese, opere bellissime come le tre piccole sculture di Michelangelo Buonarroti in San Domenico, il Compianto in Santa Maria della Vita, quasi un'opera moderna e contemporanea. Ma anche il Baraccano per la sua storia sociale, che speriamo possa essere oggetto di attenzione per la riparazione dei saloni lesionati dal terremoto». 

Bilancio partecipativo: al via la presentazione dei progetti. Quanto è importante questo progetto e quali sono quelli più interessanti proposti nel suo quartiere?

«Lo scorso anno grazie a questo progetto abbiamo lavorato sulla Lunetta Gamberini, uno straordinario punto della città dove confluiscono tre quartieri: Santo Stefano, San Donato e Savena. Un parco condiviso da mamme con i bambini, frequentatori del centro sociale, gruppi che transitano: tutti coinvolti fino in fondo. Quest'anno ci siamo concentrati sull'area Irnerio, che è molto complicata perchè è una parte di città formalmente collocata in centro storico, ma di fatto è percepita come prima periferia. Si parla di recupero e abbellimento, un po' l'obiettivo comune a tutti questi progetti».

L'ascolto dei cittadini che segnalano le problematiche del quartiere: che cosa segnalano e come?

«Le segnalazioni dei residenti ci arrivano in tre modi: o attraverso l'URP, o tramite un sistema del Comune di Bologna o direttamente alla segretria (il 90% via mail o al telefono). Noi contattiamo i cittadini e li vediamo, mentre a breve abbiamo in programma diverse assemblee aperte su alcune questioni che abbiamo visto essere particolermente sentite. Le problematiche principali che ci vengono comunicate sono: Rumore e disturbo della quiete, in tutte le sue modalità.  Tema del traffico: difficoltà di parcheggio e proposte sulla viabilità, che sono però assai complesse e "tecniche".  Immondizia e problema della raccolta differenziata.

A poposito di questo ultimo punto ci sono troppe cose da dire perchè stiamo assistendo a un aumento dell'inciviltà fra abbandoni di grossi rifiuti accanto ai cassonetti, sacchi della differenziata disordinati, studenti indisciplinati che non differenziano. A proposito di questa tematica abbiamo un incontro con l'assessore Aitini il prossimo 25 ottobre...». 

Il Santo Stefano fra 10 anni: come sarà?

«Vorrei che fosse così: vorrei dire che c'è stato un recupero dell'educazione civica, che le parti storiche comunali sono state restaurate, che è diffusa l'idea di buon vicinato,con lavoro sulla comunità». 

Amorevole, ha manifestato insieme ad altre donne e ad altri uomini, contro il ddl Pillon. Ci spiega le sue ragioni?

«Questo è un tema che mi riguarda molto da vicino essendo stata io Consigliera di parità della Regione Emilia-Romagna e avendo quindi lavorato sulla tutela del lavoro e al contrasto delle discriminazione di genere. Ho manifestato contro perchè questa è una proposta di legge scritta da chi non ne capisce l'impatto effettivo. Il ddl Pillon sposta i bambini dal centro a diventare poco più che un "pacco". Di fatto è un arretramento che impone una situazione pseudoparitaria, ma non tiene conto di tante problematiche che tutti gli avvocati che si occupano di donne e separazioni conoscono bene.  Ma la cosa che mi ha più colpita è che questo decreto sembra aver ignorato gli aspetti legati alla violenza». 

Le altre interviste ai presidenti di quartiere: 

Daniele Ara 

Simone Borsari

Vincenzo Naldi

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