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A piedi contro i tagli ai Comuni: il sindaco di Monzuno 'marcia' fino a Roma

"Se anche il prossimo anno avremo le stesse difficoltà, per protesta andrò a Roma a piedi". Lo aveva dichiarato e lo mette in pratica: venerdì 4 marzo il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi a piedi fino alla capitale

“Siamo a un punto di non ritorno, se anche il prossimo anno avremo le stesse difficoltà, per protesta andrò a Roma a piedi”. Lo aveva dichiarato e lo mette in pratica: venerdì 4 marzo il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi marcerà a piedi fino a Roma per chiedere al governo maggiore rispetto per gli enti locali. Ma non sarà solo, ad accompagnarlo Alessandro Bellière, l'anziano podista divenuto celebre per le sue imprese 

Oltre 400 km a piedi e strada facendo si fermerà in 28 Comuni e incontrerà i Sindaci per raccogliere le loro testimonianze e consegnarle al Presidente del Consiglio. 

Per Mastacchi, primo cittadino al secondo mandato (rieletto nel 2014 con il 45.72% delle preferenze con la lista civica 'Dimmi'), la situazione non è più sostenibile: "I comuni non hanno più i soldi per garantire i servizi essenziali ai loro cittadini, ma intanto la spesa pubblica statale continua ad aumentare", dichiara in una nota "se il volantino distribuito dall'amministrazione di Monzuno nel 2015 parlava di punto di non ritorno, per il 2016 le cose non sono certo migliorate, anzi sono di assoluta attualità". Le politiche governative porrebbero gli enti locali, e tra questi in particolare i piccoli comuni, di fronte a una riduzione della capacità di spesa che li costringerà a tagliare ulteriormente e pesantemente i servizi ai cittadini.

"I sacrifici che i piccoli comuni italiani devono sopportare non hanno precedenti nella storia del nostro Paese e incideranno pesantemente sulla quotidianità della vita dei cittadini. Qui non si tratta più di razionalizzare i costi o ridurre gli sprechi. QuellMONZUNO VOLANTINO-2o è stato già fatto, qui si tratta di tagliare servizi essenziali ai cittadini: scelte difficili da spiegare e difficilmente revocabili" dunque "se i piccoli comuni sono in difficoltà occorre aiutarli a vivere, non a morire: la fusione non può essere considerata la panacea di tutti i mali. Purtroppo invece il modo in cui oggi molta parte della classe politica italiana affronta il tema delle fusioni dei comuni, proponendone in alcuni casi l’obbligatorietà per legge, in altri promuovendo processi che ne sanciscono l’obbligatorietà di fatto, segna un insostenibile attacco alle autonomie locali ed all’esistenza stessa dei piccoli comuni". 

17 miliardi, secondo i dati, che dal 2010 i Comuni, che pure contribuiscono appena al 7,6% della spesa, hanno risparmiato: "E mentre i sindaci non hanno soldi per la benzina degli automezzi o la manutenzione dei beni comunali, siamo al paradosso che il debito pubblico continua a salire", continua Mastacchi "evidentemente qualcuno che continua a spendere c’è, e non sono di certo i Comuni. Il coinvolgimento diretto della popolazione attraverso forme di democrazia partecipativa è da sempre una realtà sperimentata con efficacia nei comuni di minore dimensione, eppure i cittadini non sempre sono al corrente di meccanismi che strozzano gli enti locali". 

L'obiettivo di Mastacchi è fare chiarezza su fondo di solidarietà, pareggio di bilancio e ancora "i cittadini sanno quanti euro sono stati drenati dallo stato e resi inutilizzabili dalle comunità locali? Tagli ai trasferimenti, i cittadini sanno quante risorse sono state tagliate ai Comuni, e di conseguenza a loro, sostituendoli parzialmente con nuove e pesanti tasse? Blocco delle assunzioni, i cittadini sanno che da anni i Comuni non possono quasi più assumere e che il rapporto dipendenti/abitanti dei piccoli comuni è di un terzo rispetto ai grandi enti? Instabilità normativa, il continuo cambiamento delle regole non consente ai Comuni di programmare il loro futuro, è come giocare una partita di calcio con un arbitro in campo che cambia le regole durante il gioco (dal 2011 ad oggi sono stati emanati 67 decreti legge, circa uno ogni 20 giorni), blocco dell’indebitamento, dal 2009 i comuni hanno smesso di indebitarsi (contrariamente allo Stato che continua ad aumentare il debito) e contribuito alla riduzione progressiva del debito. Pur pesando solo per il 2,5% del debito totale dello Stato è stato imposto loro di essere gli unici a non poter più usufruire di questo strumento di finanziamento". 

DALL'APPENNINO A ROMA. Mastacchi incontrerà di sindaci di Monghidoro, Firenzuola (FI), Scarperia (FI), Borgo San Lorenzo (FI), Vicchio (FI), Dicomano (FI), Londa (FI), Pratovecchio Stia (AR), Bibbiena (AR), Subbiano (AR), Civitella Pieve al Toppo (AR), Foiano della Chiana (AR), Pienza (SI), Castiglione D’Orcia (SI), Abbazia San Salvatore (SI), Piancastagnaio (SI), Castell’Azzara (GR),  Acquapendente (VT), San Lorenzo Nuovo (VT), Bolsena (VT), Montefiascone (VT), Viterbo, Ronciglione (VT), Sutri (VT), Monterosi (VT), Campagnano di Roma, Formello (ROMA). L'arrivo a Roma è previsto per il 15 marzo, giorno in cui conta di consegnare al premier le lamentele dei primi cittadini che avrà incontrato "sempre che non gli serva un camion per trasportarle tutte" conclude la nota. 

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