rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Spese “pazze” in Regione, tra fiori e sex toy misteriosi. Indagati: ‘Siamo sereni’

Trasporti, alberghi, ma anche fiori e persino un giochino erotico, pagati a spese della Regione. Queste le voci di spesa che sarebbero. I capigruppo indagati si dicono tranquilli: spese regolari e attinenti con il mandato istituzionale dei consiglieri

Trasporti, alberghi, ma anche fiori e persino un sex toy, pagati a spese della Regione. Queste le voci di spesa contestate ad alcuni consiglieri regionali nell’ambito dell’inchiesta aperta in merito dalla Procura di Bologna, che conta 42 indagati .

Riguardo al gioco erotico, proprio in queste ore sono arrivate precisazioni. Nei libri contabili del gruppo Pd in Regione non risulterebbe lo scontrino di un sex toy. Così assicura la capogruppo uscente Anna Pariani, questa mattina a margine dell’Assemblea legislativa, che nega l'addebito del gioco erotico comprato a spese della Regione da parte di una consigliera. Ieri, la stessa consigliera aveva già smentito con forza che il sex toy fosse suo ma non esclude che a farlo possa essere stato qualcuno del suo staff.

FIORI, TRASPORTI ED HOTEL. SPESE NEL MIRINO. Gabriella Meo, consigliera regionale uscente dei Verdi e ricandidata con la lista Emilia-Romagna civica, anche lei indagata nell'ambito dell'inchiesta sulle spese allegre dei consiglieri regionali,non nasconde la propria amarezza:. "Mi contestano i viaggi, tutti biglietti di seconda classe in treno, i pranzi e anche i fiori che ho mandato per la morte di Giorgio Celli- spiega Meo- quando mi sono fermata a dormire in hotel, sono sempre andata in alberghi da 50-60 euro a notte o Bed and breakfast". Certo, messe una dopo l'altro sono anche "cifre sostanziose- ammette la consigliera regionale- ma che si spiegano. Anzi, vorrei essere ascoltata il prima possibile, e lo chiederò tramite i miei legali, perchè sono anche candidata". Meo non nasconde che sarà una chiusura di campagna elettorale tutta in salita. "E poi sono anche candidata a Parma, che non è un collegio facile...", afferma. "Da tanti anni faccio l'amministratore pubblico e il politico, ma non è stato mai contestato nulla- insiste- sono serena, ma anche psicologicamente in difficoltà: vorrei spiegare". Tra l'altro, aggiunge Meo, "vedo che la cifra contestata al gruppo è molto alta, anche per le collaborazioni. Ma anche su questo sono serena, perchè sono persone che erano in Regione da anni, anche prima di me". In definitiva, ragiona la consigliera regionale dei Verdi, "non abbiamo spese pazze di cui vergognarci. Sono tutte cifre sobrie e certificate con un metodo, però, che viene contestato. Se così  non fosse, non sarebbero indagati tutti i consiglieri".
Anche a Sandro Mandini, vicepresidente dell'Assemblea legislativa ed esponente Idv, vengono contestate soprattutto spese per trasporti. In totale è chiamato a rispondere di oltre 6.000 euro in un anno e mezzo. "Nel tardo pomeriggio ho ritirato l'avviso di fine indagine che mi riguarda- fa sapere in una nota- e, presa visione della cifra che mi viene contestata personalmente, ho visto che si tratta di 6.308,75 euro. Si tratta di spese di rappresentanza per 1.606,75 euro e 4.702 euro di trasporto, una cifra che, nell'arco dei 20 mesi oggetto dell'indagine della magistratura, rappresentano 315 euro al mese circa". Si tratta, sottolinea Mandini, di spese già "controllate dai revisori dei conti della Regione e pubblicate online, fin dal 2012, insieme al bilancio del gruppo consiliare dell'Idv. Ribadisco che renderò conto di questa cifra nelle sedi preposte".
Spese soprattutto per taxi e treni per un totale di circa 6 mila euro. Con un post su Facebook, Antonio Mumolo, consigliere regionale del Pd, parla delle contestazioni che gli fa la Procura di Bologna nell'ambito dell'inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari nel periodo che va da giugno 2010 a dicembre 2011. Anche Mumolo è infatti tra i 42 indagati per peculato raggiunti oggi dall'avviso di fine indagine. "Si tratta di una cifra di circa seimila euro, composta per lo più da spese di spostamento (treno e taxi), effettuate per l'espletamento del mio mandato da consigliere regionale e per raggiungere le sedi delle iniziative dove venivo invitato per parlare delle mie attività in Regione", spiega Mumolo. "Questa situazione, che riguarda oltre me la quasi totalità dei consiglieri regionali in carica, mi addolora, eppure sono tranquillo perchè so cosa ho fatto in questi anni e posso dire in coscienza di non aver mai speso un euro in maniera non lecita o senza seguire scrupolosamente i regolamenti dell'Assemblea legislativa". Come sa "chi mi conosce e chi segue le mie attività politiche-prosegue il dem-, in questi anni mi sono sempre battuto per la riduzione delle spese della politica e per la trasparenza. Sono stato uno dei promotori della legge sull'anagrafe pubblica degli eletti e della legge che ha consentito di rinunciare al proprio vitalizio ai consiglieri in carica. Non appena è stato possibile ho quindi rinunciato al mio vitalizio, facendo risparmiare alla collettività una cifra di oltre 300mila euro". Il consigliere aggiunge: "Ribadisco la mia totale fiducia nei confronti della magistratura e mi metto a completa disposizione dei pubblici ministeri per ogni chiarimento. Spero di poter essere ascoltato al più presto per dare tutte le informazioni necessarie sulle spese che mi vengono contestate e per chiedere di conseguenza l''archiviazione della mia posizione".

CAPIGRUPPO INDAGATI: ‘SERENI’ "Manteniamo la serenità che sempre abbiamo avuto, nella certezza di aver rispettato le regole e le leggi in vigore in materia di fondi assegnati ai gruppi assembleari. Una serenità rafforzata dalle sentenze emesse in questi due, lunghissimi anni dalla Corte costituzionale e dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, che sanciscono la regolarità delle spese e l'attinenza con il mandato istituzionale dei consiglieri". A dirlo sono i capigruppo delle forze politiche rappresentate in Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, che firmano una nota congiunta in risposta ai 42 avvisi di fine indagine inviati dalla Procura di Bologna, a chiusura dell'inchiesta sulle spese allegre dei consiglieri regionali. Firmano la nota Anna Pariani (Pd), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), Roberto Sconciaforni (Fds), Liana Barbati (Idv), Gianguido Bazzoni (Fi-Pdl), Stefano Cavalli (Lega Nord), Silvia Noè (Udc) e Matteo Riva (gruppo misto), tutti indagati. Non si unisce invece al coro Andrea Defranceschi, ex capogruppo M5s, anche lui indagato ma che, al contrario del passato, questa volta ha deciso di non accodarsi agli altri. "Esamineremo con attenzione quanto ci viene contestato- scrivono dunque i capigruppo- che a una prima verifica sembra ricalcare quanto contenuto nell'invito a dedurre della Procura della Corte dei conti, rispetto al quale provvederemo a inviare le nostre controdeduzioni nei tempi previsti". Tra le spese contestate, sottolineano, "oltre i due terzi sono riferite a contratti e a personale regolarmente assunti dai gruppi per lo svolgimento dell'attività politica e istituzionale a cui sono chiamati.
I capigruppo aggiungono che "non ci discosteremo da ciò che abbiamo fatto sinora, in uno spirito di collaborazione ma anche nel rispetto del ruolo di consigliere regionale e di una istituzione come l''Assemblea legislativa". Le responsabilità "sono personali e vanno perseguiti i comportamenti illeciti", affermano, ma "non possiamo che attenerci a quanto affermato dalla Corte costituzionale sul fatto che i controlli delle spese restano documentali e che ai consiglieri regionali, eletti senza vincolo di mandato, al pari dei parlamentari, è costituzionalmente garantita la possibilità di svolgere in piena autonomia e nel rispetto delle leggi la propria funzione di rappresentanti di chi li ha eletti". L'indagine riguarda le spese 2010 e 2011, "ma da subito, in questa legislatura- sottolineano i capigruppo- a partire appunto dal 2010 siamo intervenuti, primi in Italia, producendo una forte riduzione dei fondi assegnati ai gruppi che attualmente ammontano a circa 7.000 euro l'anno a consigliere. E le spese sono state tutte vagliate e certificate dal Collegio dei revisori dei conti". (AGENZIA Dire)
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spese “pazze” in Regione, tra fiori e sex toy misteriosi. Indagati: ‘Siamo sereni’

BolognaToday è in caricamento