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Via De Maria: l'occupazione dello stabile sul tavolo del Ministro dell'Interno

Un'interrogazione parlamentare presentata ad Alfano dai leghisti Fedriga e Molteni: 'Mentre i proprietari cercavano di difendere il loro immobile dall'occupazione in atto, due volanti della polizia di Stato rimasero inerti'

L'occupazione dello stabile in via De Maria a Bologna è finita in un'interrogazione parlamentare con risposta sctitta, presentata al al Ministro dell'Interno Angelino Alfano dal leghista On. Massimiliano Fedriga e firmato anche dal collega e compagno di partito Nicola Molteni. 

L'immobile composto da una trentina di appartamenti è stato occupato a marzo di due anni fa, con il supporto dello sportello sociale 'Social Log', ma, come si legge nel testo, era stato "acquistato dalla famiglia Baschieri negli anni ’70 e in attesa di ristrutturazione". 

I parlamentari leghisti riferiscono che "all'occupazione i proprietari, i due fratelli Baschieri, hanno tentato inutilmente di resistere, venendo però sopraffatti dagli occupanti abusivi; nei pressi del posto dove stava avvenendo la colluttazione verificatasi, mentre i fratelli Baschieri cercavano di difendere il loro immobile dall'occupazione in atto, stazionavano due volanti della polizia di Stato, rimaste inerti" e inoltre "il tentativo fatto da uno dei proprietari di effettuare un sopralluogo il 16 luglio 2014 veniva respinto con la forza dagli occupanti abusivi, determinando una nuova colluttazione ampiamente documentata dalla stampa locale". 

Il 1° marzo scorso, proprio il leader leghista, Matteo Salvini, in visita a Bologna, si era recato in via De Maria per incontrare i proprietari dello stabile, ed era stato contestato. "Sono due anni che il Comune ci prende in giro. Noi paghiamo le tasse, ma non sono figli miei - avevamo detto in quell'occasione i Baschieri - non ce l'abbiamo con loro, sono 32 famiglie in grave disagio ma il problema non può essere scaricato su di noi. Avevamo chiesto esenzione Imu e un contributo di 100 euro al mese per appartamento, ma gli impianti non sono a norma e il Comune non si vuole assumere la responsabilità. Avevamo anche proposto di mettere a posto la palazzina a zero euro, ci siamo resi disponibili per un protocollo sull'emergenza abitativa, ma il Comune non ci risponde".  

In effetti, il Comune di Bologna era intervenuto a novembre 2014, raggiungendo "un accordo con la proprietà dell'immobile occupato, un gentlemen agreement in base al quale le autorità comunali si sarebbero fatte carico della gestione dello stabile fino al 31 dicembre 2015, termine prorogabile di ulteriori sei mesi, esentando nel frattempo la proprietà dal pagamento dell'IMU e corrispondendole anche un indennizzo pari ad euro 100 per appartamento occupato", scrivono Fedriga e Molteni, ma l'accordo non andò in porto "probabilmente perché rivelatosi eccessivamente oneroso per l'amministrazione comunale bolognese, che rilanciava peraltro con proposte diverse e meno favorevoli alla proprietà dell'immobile occupato; tra le proposte ricevute in seguito dalla proprietà si menziona quella del 30 marzo 2015, in quanto prevedeva l'ingresso in scena della cooperativa soci& denominata Piccola Carovana, circostanza accettata dalla proprietà alla condizione che sussistesse una garanzia del comune di Bologna sulle obbligazioni che la Piccola Carovana avrebbe contratto assumendo la gestione dell'immobile occupato" ma "il comune di Bologna rifiutava, tuttavia, la condizione posta dalla proprietà, ingiungendole invece di accollarsi gli oneri della messa in sicurezza dello stabile occupato" revocando così l'esenzione dall'IMU. 

Fedriga e Molteni chiedono così al Governo se "intenda o meno intraprendere iniziative volte a tutelare l'ordine pubblico, ove ricorrano i presupposti, procedendo allo sgombero dello stabile occupato il 6 marzo 2014 da stranieri abusivi" per tutelare la famiglia Baschieri "iniziative normative per evitare che nel caso sopra descritto e in quelli analoghi alla proprietà degli immobili occupati non sia chiesto il pagamento dell'Imu" e inoltre chiede "per quali ragioni la polizia di Stato non sia intervenuta a difendere la proprietà privata mentre questa veniva violata dagli occupanti abusivi". 

RIALLACCIO UTENZE. L'immobile in disuso non era allacciato alle utenze, acqua e luce, che vennero staccate da Hera, ma che il sindaco Virginio Merola decise di ripristinare con un'ordinanza. Per quella scelta venne indagato insieme agli assessori Amelia Frascaroli, welfare, e Riccardo Malagoli, alla casa, ma la Procura nei giorni scorsi ha chiesto. l'archiviazione. Resta invece nelle mani della Corte dei Conti tutta la documentazione del caso e la magistratura contabile potrebbe aprire a sua volta un'inchiesta.

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