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Salute

Servizi di salute mentale, a Bologna aumentano i minori

La nuova utenza è cresciuta del 9,4% nel giro di un anno e di quasi il 40% rispetto al 2010

Sono in aumento a Bologna le persone che si rivolgono ai servizi di salute mentale. In particolare tra i più giovani, che negli ultimi dieci anni sono aumentati di oltre un quarto. È quanto emerge dai dati presentati nei giorni scorsi in commissione Politiche sociali del Comune da Angelo Fioritti, direttore del dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell'Ausl di Bologna.

Tra il 2007 e il 2017 (ultimi dati disponibili) gli utenti sono aumentati del 12% nel complesso. Tra i giovani fino ai 25 anni, però, la crescita è del 28% mentre tra i minorenni l'incremento è ancora più accentuato. Nel 2017 si registra infatti un aumento complessivo del 6% di bambini e ragazzi tra zero e 17 anni rispetto all'anno prima, mentre la nuova utenza è cresciuta del 9,4% nel giro di un anno e di quasi il 40% rispetto al 2010.

Il volume totale dei minorenni del dipartimento di salute mentale nel 2017 arriva a superare i 10mila utenti totali. "È segno che c'è sicuramente un aumento del disagio - spiega Fioritti - ma allo stesso tempo c'è anche una maggiore fiducia nei servizi". A livello complessivo, infatti, il dipartimento di salute mentale "raggiunge il 2,1% della popolazione bolognese, contro una media nazionale dell'1,7% - sottolinea il direttore - grazie anche una maggiore accessibilità".

Al contrario risulta stabile l'utenza ai servizi per le dipendenze (Serd), con circa 2.600 persone nel 2017. "E questa non è una buona notizia - avverte Fioritti - perché sappiamo invece che il consumo delle sostanze è in aumento. Per questo abbiamo deciso di riorganizzare i servizi".

Proprio sul ridisegno dei Sert bolognese nelle settimane scorse si era aperta una vertenza tra Ausl e sindacati, che avevano dichiarato lo stato di agitazione. Partita però chiusa in modo positivo lo scorso 8 ottobre in Prefettura, dove l'azienda sanitaria ha garantito la copertura del turn over entro l'anno in corso, assicurando che non ci saranno tagli, e ha assunto l'impegno di organizzare incontri ogni sei mesi per verificare l'andamento dei servizi.

Nel frattempo, il dipartimento di Salute mentale sta lavorando col Comune per la revisione dell'accordo di programma. La nuova versione dovrebbe essere pronta a inizio 2020, anticipa Fioritti, e prevedere tra le altre cose anche l'inserimento nei Quartieri di operatori sanitari al fianco degli assistenti sociali. Infine, l'Ausl sta progettando anche la creazione di unità operative di Psicologia territoriale da inserire nelle Case della salute, come quarta gamba del dipartimento di salute mentale oltre alla psichiatria, alla neuropsichiatria e ai Serd, in tutti e quattro i distretti (pianura, città est, città ovest e montagna). (Dire)

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