Budrio: il triste epilogo della chiesa San Marco, da piccolo gioiello a covo di piccioni
All'interno della chiesa di San Marco, un piccolo gioiello che sorge difronte all'omonima villa nel territorio di Vigorso. Era il 1987 quando una piccola chiesetta ubicata in un paesino in provincia di Bologna vide morire il suo ultimo proprietario. Egli era il prete di Bagnarola e con la sua dipartita, iniziò anche per la chiesa che l'aveva ospitato un lento declino dopo quasi più di 600 anni di attività. La chiesa di San Marco è infatti nominata in tutti gli elenchi della diocesi bolognese a partire dal 1300. Venne restaurata nel 1670 per poi vedere ulteriori modifiche nei primi anni del 1700. Un nuovo restauro era previsto nel 1846, che però non venne mai eseguito per mancanza di fondi. Così verso la fine degli annni '80, dopo la morte del parroco, la chiesa venne abbandonata del tutto. Più di una volta qualcuno spese delle parole per riuscire a sensibilizzare gli abitanti di Bologna e salvare questo antico gioiello, ma mai nulla è stato fatto. La chiesa versa ormai in uno stato di forte degrado: tutto ciò che poteva essere rubato è stato preso, tutto ciò che poteva essere vandalizzato è stato rotto... per svariati anni la chiesa è stata abitata dai piccioni, che hanno contribuito al devasto di quel luogo sacro. Cataste di guano sovrastano quello che una volta era il pavimento, le stratificazioni di escrementi sono alte quasi 10 cm. La chiesa di San Marco ha fatto per poco parlare di sé nel 2014, quando dopo un'accurata asportazione, dei ladri si erano impossessati della sua campana di bronzo. Il furto fu semplice, tanto che una volta arrivati a Casalecchio i ladri hanno dovettero abbandonare l'oggetto che è poi stato ritrovato dai carabinieri. La campana dopo esser stata accuratamente visionata da esperti, è stata consegnata al parroco della Pieve di Budrio. Dopo quattro anni da quel furto che rattristò la comunità budriese, il silenzio è tornato a sovrastare la chiesa di San Marco. Ormai anche i piccioni l'hanno abbandonata, rendendo quel che era un antico gioiello un povero rudere vuoto e dimenticato.