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Economia

Bar, ristoranti e pub. Nuova partenza: i gestori spiegano regole e cambiamenti

Come faremo colazione da domani? Come sarà bere la birra al pub o fare l'aperitivo dal 18 maggio in poi? Il presidente di Confesercenti: "Contiamo su comportamenti responsabili"

Massimo Zucchini presidente Confesercenti Bologna e di Fiepet, sindacato Confesercenti che si occupa dei pubblici esercizi, ha partecipato attivamente al tavolo regionale che ha definito il protocollo per il settore somministrazione di cibo e bevande mandato a Roma e adesso, insieme ai suoi colleghi, tira un sospiro di sollievo per la conferma dei parametri accettati dal Governo, così come auspicava anche il governatore Stefano Bonaccini. Intanto si lavora sodo per preparare i locali alla riapertura di domani fra misurazioni, sanificazioni e posizionamento di cartelli e dispenser di gel igienizzanti. 

Anteprima dal pub riorganizzato per il 18/05: il VIDEO

"Il documento che abbiamo scritto e presentato ha rappresentato una grande occasione e, dopo essere stato preso come riferimento per le linee di indirizzo delle attività economiche, produttive e ricreative sarà comunque sempre sottoposto al giudizio del contagio. Se tutto ve bene fra un mese questo malloppo di 700 pagine lo butteremo, mentre se non va così si torna a chiudere e saranno problemi ancora più seri - spiega Zucchini, che è anche il titolare (da 25 anni) del Pub Celtic Druid di via Caduti di Cefalonia - facciamo quindi tutti un appello al buon senso". I giorni passati sono stati è stato un pomeriggio di angoscia per coloro che lavorano nel settore e la paura più grande è stata che non venisse accettata la distanza di sicurezza di un metro così come da proposta degli esercenti. 

Pub Celtic Druid: regole e distanziamenti per la riapertura

"Non sarà più un bar, ma ci impegneremo al massimo"

Simonetta Fabbretti, socia dello storico Miky e Max di via Orfeo insieme ad Alessandra Laveni, Nadia Salatin e Paola Laveni spiega cosa accadrà da lunedì al suo locale, nel cuore del quartiere Santo Stefano: "Non sarà più il bar che conosciamo e che amiamo e speriamo non sia così per sempre. D'altro canto la parola d'ordine è distanziamento sociale. Noi siamo pronti, con tutto in regola: sanificazioni, avvisi affissi alle pareti per fornire tutte le informazioni necessarie ai clienti, tavoli distanziati e dispositivi vari di sicurezza. 

Penso però che non sarà più quello stesso punto di riferimento del quartiere dove fare delle chiacchiere, giocare a biliardo e a biliardino o ai giochi di società, incontrarsi con gli amici e improvvisare un aperitivo. Non ci saranno i giornali da leggere. Insomma, non sarà più un bar e questo ci mancherà molto e speriamo di poter tornare alla nostra identità il prima possibile. Una volta sconfitto il virus". 

Intanto però, ci accontentiamo di quello che potrà essere: cosa cambierà da domani per i clienti ? Come sono stati riorganizzati gli spazi? "Ecco come ci comporteremo rispetto alle regole che ci sono state date: per quanto riguarda i distanziamenti possiamo riaprire in tutta sicurezza con un massimo di 6/7 postazioni nella sala grande del biliardo, mentre nella sala del bancone potremo mettere quattro persone a banco visto che abbiamo le misure. Il distanziamento fra cassa e cliente per noi è garantito, ma abbiamo deciso di mettere anche un plexiglass per essere ancora più a posto. Per quanto riguarda i tavoli nella parte del bar, ecco stiamo facendo delle valutazioni insieme alla consulente che ci segue per gli attestati di rischio e pronto soccorso: sicuramente sarà possibile mettere qualche tavolino, avranno bisogno di una protezione di plexiglass perché c'è comunque il passaggio delle persone che vanno verso l'altra sala. Ci saranno ovviamente tutti i cartelli di avviso ai clienti. Insomma, il locale cioè cambia completamente". 

"Le disposizioni al momento sono precise per alcuni versi e molto vaghi per altri - prosegue Simonetta - e quindi molto dipenderà dall'interpretazione per esempio delle forze dell'ordine che faranno i controlli del caso. Insomma, è tutto molto difficile, ma noi ci proveremo. Ci proveremo davvero e fra un po' potremo fare un bilancio di come è andata". 

E per quanto riguarda gli spazi esterni? "Per quello che riguarda il dehors continuano ad esserci solo delle chiacchiere perché per esempio non c'è scritto che gli spazi saranno gratuiti per il momento, c'è scritto invece che bisognerà incentivare ad avere più spazi all'aperto. Dipenderà dalla Regione. Che ne diano una percentuale in più di quello che abbiamo è possibile, ma si pagheranno? Quanto? Si potranno fare entro breve visto che dipendiamo dalla Sovrintendenza? Tutte domande alle quali per ora non possiamo dare una risposta certa". 

Bar Miky e Max: organizzata la riapertura post quarantena

Il fast-food: menù sullo smartphone e dispenser 

Qualche considerazione a proposito dell'imminente riapertura la fa anche Flavio Morrone, direttore di America Graffiti: "Ci siamo atterzzati per essere pronti alla riapertura. Abbiamo predisposto tre piantane con dispenser di gel sanificante, una all'ingresso, una all'ingresso del bagno e una presso l'accesso all'altro piano. Rispetteremo naturalmente il distanziamento, sia interpersonale che quello fra i tavoli e i clienti avranno l'obbligo di indossare la mascherina  nel momento di ingresso e uscita. Stessa cosa ovviamente per noi dipendenti. Il bancone fortunatamente è profondo e la distanza con cliente di oltre un metro è assicurata, dunque non c'è necessità del plexiglass.  Per quanto riguarda il menù, abbiamo attivato dei QR code, ma per chi non ha lo scanner o non è pratico ci sarà anche una versione usa e getta. Probabile, fornitore permettendo, anche un distributore automatico di mascherine". 

Lo chef: "Chiederemo con precisione l'ora di arrivo dei clienti"

Carlo Alberto Borsarini, titolare e chef del ristorante La Lumira e presidente dell’Associazione Tour-Tlen, era già stato il volto bolognese del movimento Ristoratori Emilia-Romagna con l'obiettivo di sensibilizzare gli amministratori nazionali, regionali e locali e l’opinione pubblica sui problemi che in queste settimane di prolungata emergenza attanagliano i ristoratori. Oggi, alla vigilia della riapertura fa alcune considerazioni su quella che sarà la ristorazione del futuro, mentre ha già riempito il suo locale con dei 'vassoi parlanti' che spiegano ai clienti quali sono le regole da rispettare. 

"Lunedì riapriamo il nostro ristorante, così come faranno tanti colleghi. Il problema adesso non è tanto quante sedie potrò avere in sala, ma quante persone le occuperanno scegliendo di tornare a uscire a pranzo o a cena. La prospettiva cambia un po' per tutti e per come la penso io questa emergenza ci ha messi a nudo, con la conseguenza che verranno meno tante sovrastrutture. Il che si rifletterà inevitabilmente anche sui nostri piatti. Sarà agevolato in questa prima fase chi fa una cucina vicina al popolo e al territorio , realizzabile con costi abbordabili e meno personale in cucina, visto il distanziamento imposto dalle regole anti-contagio. Una semplificazione di base su tutta la linea. Qalità più che numero, non più cene che durano ore ed ore, ma turni e orari più definiti". 

Cosa deve tenere in considerazione dunque un cliente che esce a cena dal 18 maggio? "Penso che cominceremo a prendere prenotazioni chiedendo ai clienti a che ora arriveranno per evitare 'tappi' all'ingresso e all'uscita; i nuclei familiari e le coppie di conviventi ci comunicheranno questo status e faremo molta attenzione al sabato e alla domenica, momenti nei quali di solito si concentrano le uscite. Per il menù, sarà indicativo quello pubblicato sul sito e si tornerà al 'racconto' del cameriere, che illustrerà le pietanze del giorno a voce, mantenendo le distanze". 

Vassoi cartello-2

I vassoi 'parlanti' della Lumira

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