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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Covid e fase 2, l'assessore al bilancio traccia possibili scenari: "Bisognerà ripensare tutto. Chi diventerà protagonista lo vediamo già adesso"

INTERVISTA A DAVIDE CONTE. "Abbiamo rinviato le scadenze dei pagamenti, ma nei prossimi mesi tutte le scadenze arriveranno a termine e capiremo la capacità delle imprese e dei cittadini di pagare le tasse"

Davide Conte è il nostro assessore al Bilancio. Mentre il suo lavoro procede in smartworking così come per tanti altri suoi colleghi, gli chiediamo uno sguardo a quella che chiamiamo la "fase 2", ovvero quella delle graduali riaperture delle attività e, fondamentalmente, della convivenza con il Coronavirus con modalità che ancora non conosciamo, ma che per alcuni versi forse possiamo immaginare. Sarà la fase che precederà il ritorno alla normalità. Perchè a proposito di conti, saranno tanti i nodi da sciogliere nei prossimi mesi a partire dalle scadenze, dalle tasse, dalle categorie e dalle imprese più colpite dallo stop delle attività. 

Partiamo dall'oggi, per capire come potrebbe essere il domani. La "macchina" comunale, con tutti i suoi ingranaggi, sta continuando il suo lavoro...

"Un grande pezzo dei dipendenti comunali ma anche delle partecipate (basti pensare a Hera e alle farmacie...) sta facendo telelavoro in sicurezza e da casa continua a garantire le prestazioni necessarie a far andare avanti tutto al meglio, mentre un'altra grande parte costituisce il 'pezzo' operativo e sta lavorando come prima: polizia locale, servizi sociali...". 

Il grande interrogativo, sia dal punto di vista del bilancio che della vita in generale, è come sarà organizzata e cosa cambierà nella "fase 2"?

"Per quanto riguarda il bilancio, direi che nella fase 1 abbiamo cercato di adeguare il bilancio alle mancate entrate. Quello che mi preoccupa nella fase 2 è il compito di garantire i servizi ai cittadini nel perdurare della crisi 'cambiando la mentalità' con cui lavoriamo. Ma non basta fare risparmi o i tagli lineari come si usava fare nei decenni scorsi in fase di crisi. Non siamo davanti a una crisi come quella del 2008, che ha 'solo' aumentato i bisogni dei cittadini, ma siamo davanti a una sorta di uragano che in questo momento ha spazzato via tutto la società e la socialità a cui eravamo abituati. Le regole base per la ripresa o parziale ripresa arriveranno dal Governo e noi adesso dobbiamo provare a immaginare gli scenari possibili: ben vengano i buoni spesa, il problema contingente delle famiglie è fondamentale, ma nei prossimi mesi l'emergenza sarà sociale e non solo economica. I virologi ci diranno quando sarà finita l'emergenza sanitaria, ma la durata dell'emergenza sociale ed economica dipende dalla nostra capacità di reagire con politiche adeguate. Nella fase 2 bisognerà lavorare ricostruire il mondo del lavoro, delle imprese e di ogni singolo cittadino". 

Cittadini preoccupati anche per i pagamenti che temono di non poter più affrontare, visto che molti non hanno più reddito da quando è partito il lockdown..."In questo contesto infatti non basta posticipare le scadenze fiscali che comunque termineranno proprio nella fase 2. In questo contesto, così come abbiano deciso di scontare 10 milioni di euro di tari ad una parte del mondo del commercio e delle imprese, così ci aspettiamo dal governo strumenti adeguati per andare incontro maggiormente ai bisogni delle imprese e delle famiglie. Interi comparti sono a zero, una cosa che non si era mai vista: siamo obbligati a cambiare perimetro delle nostre politiche. Se prima c'era una persona fragile ogni mille persone oggi ci troviamo potenzialmente con la maggioranza della popolazione fragile. Dovremo ripensare il nostro modello di sviluppo per fronteggiare questa fragilità altrimenti non basteranno tutti i soldi del mondo se pensiamo di usare gli strumenti di ieri per affrontare nuovo mondo...".

Quale sarà il compito della politica?

"Se cambiano società e socialità, le politiche devono cambiare e il richiamo all'ordine è quello di mantenere una doppia prospettiva: cura del presente e costruzione del futuro. Molto, come già detto, dipenderà dalle direttive del Governo che ci aspettiamo nei prossimi giorni. Oggi l’attenzione è giustamente schiacciata sulla gestione della emergenza sanitaria e della emergenza economica ma si rischia di sottovalutare l’emergenza sociale. Anche il Governo cade in questo errore quando non considera le richieste dei comuni: non coprire le mancate entrate dei comuni significa sostanzialmente mettere in ginocchio il sistema di welfare locale e di coesione sociale ma anche il mondo della cultura e dello sport e non solo. Un sistema di politiche locali che ha bisogno di risorse per garantire i servizi attuali ma anche per rinnovare le politiche e renderle adeguate alle sfide di una società che sta cambiando completamente".

Tornando all'immaginare la fase due, come la vede?

"Dunque, la premessa è che siamo a un punto zero, che nessuno sa ancora nulla di questa fantomatica fase 2 eccetto tutto ciò che ci ha insegnato la prima, primo fra tutti il concetto che siamo tutti fragili e non una comunità monolitica come pensavamo. Detto questo, tre punti: 1. Cosa succede: una rivoluzione antropologica perchè ci insegna che lo sviluppo sostenibile non è solo attenzione ad un prodotto o un  processo non inquinante, ma una nuova idea stessa di uomo. 2. Abbiamo rinviato le scadenze dei pagamenti, ma nei prossimi mesi tutte le scadenze arriveranno a termine e capiremo la capacità delle imprese e dei cittadini; 3. Ci troveremo a ragionare su nuove infrastrutture sociali e fisiche. Faccio un esempio: questa crisi ha cambiato i tempi di vita delle famiglie tra turni, cassa integrazione, ferie... ma quando arrivare l’estate e speriamo riprenda l’attività economia chi resterà con i bambini? E poi il trasporto pubblico, e i modi per garantire la sicurezza sanitaria senza precludere la possibilità di incontrarsi o di fruire di spazi della cultura... Negli ultimi anni ci siamo impegnati per andare sempre più veloci è sempre più lontano, adesso dovremo imparare ad andare più lenti e più vicino. Dobbiamo rieducarci a tutto questo e adattare le infrastrutture fisiche e di servizi. Ecco quello che sarà il compito della politica nei prossimi mesi". 

Parcheggi, multe, tasse...anche il Comune si sta impoverendo visto che nelle sue casse non stanno entrando molti soldi...

"Rette degli asili, multe, parcheggi, imposte di soggiorno, imposta di pubblicità, suolo pubblico: siamo già a mancate entrate oltre 5 milioni di euro al mese. Ma nel medio e il lungo termine i danni strutturali all’economia fanno raddoppiare il valore delle perdite del Comune”

Chi sarà protagonista della seconda fase secondo lei?

"Chi diventerà protagonista lo vediamo già adesso. Solo per fare alcuni esempi. Il settore della logistica dovrà rinnovarsi e modificarsi con maggiore attenzione ai lavoratori. La spesa online prima la facevano in pochi, il settore dei mercati e agricoltura a km zero adesso non sta dietro agli ordini con grandi ripercussioni sulla cura del territorio. Ci saranno grandi rivoluzioni nel mondo del lavoro basti pensare all’innovazione della teledidattica e dello smartworking. Stiamo guardando a quello che abbiamo più vicino e questo potrebbe essere una svolta. E comunque anche quello che adesso funziona bene lavora comunque in uno stato emergenziale che andrà rimodulato e perfezionato"

Una rassicurazione se la sente di farcela?

"Intanto il Comune di Bologna parte da un bilancio sano ed equilibrato. In questa fase di emergenza in cui tutto cambia in fretta è difficile dire di avere i conti in ordine  ma resta un bilancio sano visto che è stato sempre gestito bene. Seconda rassicurazione: il personale del comune sta lavorando in modo intensissimo, basti pensare che per il bilancio di solito sono richiesti quattro mesi di lavoro e adesso ne abbiamo riscritto parti importanti in meno di due settimane. Terza e ultima rassicurazione: tutti guardano a quante risorse economiche mettere in gioco per uscire dalla crisi, ma Bologna è la prima città per il risorse sociali: avere questo capitale sociale ci aiuta molto. Questo capitale sociale è la nostra vera leva per la l futuro.”

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