La Chiesa guarda al dopo emergenza, Zuppi: "Avremo di fronte un'enorme domanda di povertà. pronti a rispondere"
Il cardinale in una lettera a sacerdoti, religiosi e diaconi della diocesi
"Un'enorme domanda di povertà, che ci richiede di rispondere in maniera concreta". E' il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna a scriverlo in una lettera a sacerdoti, religiosi e diaconi della Diocesi con le indicazioni per la ripresa delle messe alla presenza dei fedeli. "I problemi sono e saranno molti- avverte Zuppi- compreso quello economico che ci angustia, incluse le nostre scuole. Avremo di fronte un'enorme domanda di povertà, che ci richiede di rispondere in maniera concreta, perchè la Chiesa svolga la sua parte di madre per tanti che si affidano ad essa".
Il cardinale invita a "non avere paura di prenderci tempo per coinvolgere, chiedendo contribuiti di idee e modalità integrative, favorendo molto l'accoglienza e l'attenzione alle persone". Anche perchè, sostiene Zuppi, "la ripresa e i modi con cui poterla realizzare non sono un problema solo operativo, ma una grande possibilità di cambiare e di rendere le nostre realtà comunità vive e piene della gioia del Vangelo". E assicura: "Per quello che posso, insieme ai vicari e tutti gli uffici della Curia cerchiamo di essere vicini per iniziare la ricostruzione delle nostre comunita', a partire dalla sfida dei giovani e della povertà".
L'allarme era già stato lanciato: si registrava un aumento in media del +114% nel numero di nuove persone che si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza coronavirus.
Sempre su iniziativa della Caritas, "si è cercato uno strumento di maggiore tutela dei volontari delle nostre parrocchie più esposti a rischi". Si tratta di una "specifica copertura assicurativa", continua Zuppi "oggi non presente sul mercato, che potrà estendersi anche ai dipendenti" e che prevede, in caso di positività', "un indennizzo e una diaria di venti giorni all'assicurato ricoverato per almeno sette giorni", con o senza terapia intensiva e indipendentemente dalle cause del contagio.
Riprendono messe e celebrazioni: le linee guida dell'Arcidiocesi di Bologna
L'arcivescovo invita dunque a vivere "con gioia il poter celebrare di nuovo l'Eucarestia con le nostre comunità dopo queste settimane di digiuno". Certo, ammette Zuppi, a leggere tutte le norme di sicurezza previste per la ripartenza, "ci può prendere scoramento o senso di impossibilità", ma, esorta il cardinale, "è importante applicarle con attenzione e pazienza per evitare rischi di ripresa del contagio". Inoltre, "a queste aggiungerei quelle più valide di tutte, queste davvero indispensabili, che sono il buon senso e la prudenza". Zuppi sottolinea poi che preti e diaconi in questo momento sono "aiutati a vivere una rinnovata fraternità" con le comunità "legame il cui valore abbiamo compreso decisivo in questi giorni difficili e del quale dovremo parlare per capire nuove e indispensabili modalità con cui esprimersi". Secondo l'arcivescovo "le chiese vuote, le attività sospese, gli appuntamenti cancellati sono stati come una spogliazione, che però ci aiuta a ritrovare il vestito piu' bello che è quello della grazia con cui il Signore ci ha chiamato ad amarlo col nostro servizio - per il cardinale quindi - non si tratta solo di rimettere in moto le attività ma interrogarci assieme sul significato e sulle opportunità che offre questo segno dei tempi così evidente e che ha coinvolto tutti". Già in questi mesi di emergenza, afferma Zuppi, "abbiamo trovato alcune indicazioni importanti, come la preghiera nella famiglia, la solidarietà, l'esperienza di comunicazione digitale e di forme di catechesi e di riunione nuovi, aspetti che certamente richiederanno di non tornare indietro, di verificare tanta creatività e anche il gusto di raggiungere tanti e di superare le difficoltà". (dire)