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Salute

Rischi aviaria: il Prof. Giovanni Rezza chiarisce su paure giustificate e psicosi

E' il Direttore del Dipartimento Malattie Infettive Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza a chiarire sull'aviaria: "La catena alimentare non viene chiamata in causa"

I casi di influenza aviaria che hanno interessato l'area bolognese negli ultimi giorni e che hanno determinato massicci abbattimenti nella zona di Mordano, sollevano alcuni dubbi su quale realmente sia il rischio di contagio animale-uomo e se le precauzioni siano misurate. Abbiamo rivolto alcune domande a Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive Istituto Superiore di Sanità.

Di fronte a che tipo di virus ci troviamo?

Ci troviamo di fronte a un virus molto virulento per i volatili da cortile ma, per fortuna, non altrettanto per l’uomo. Questo virus ha causato un focolaio epidemico in Olanda nel 2003, con oltre 80 casi, per lo più di lieve entità (congiuntivite, sindrome simil-influenzali). Solo in un caso la sindrome assunse caratteristiche di estrema gravità. Quindi, a differenza di altri virus aviari, come H5N1 o H7N9, H7N7 in genere causa sintomi piuttosto lievi.

Come avviene il contagio all'interno di un allevamento? Come una gallina può essere contaminata?

Il contagio fra gli animali da allevamento è velocissimo e avviene tramite contatto con le deiezioni. Il virus probabilmente viene introdotto negli allevamenti tramite contaminazione con deiezioni di animali provenienti da allevamenti già infetti o da anatre migratrici, che possono rappresentare un serbatoio naturale di infezione.

Quali i reali rischi di contagio animale-uomo? Come avverrebbe il passaggio?

Il rischio di contagio per l’uomo non è elevato e avviene tramite contatto diretto con l’animale malato. La catena alimentare non viene chiamata in causa. La trasmissione da persona a persona è rara e limitata all’interno dei nuclei familiari (è necessario un contatto stretto e prolungato). Le epidemie in genere tendono ad autolimitarsi.

Quali sintomi?

Congiuntivite, sintomi respiratori simili a quelli di una lieve influenza. La polmonite è estremamente rara.

Psicosi e rischi reali: leggiamo rassicurazioni, ma poi un contagiato è messo in quarantena...non è un controsenso? Forse precauzioni estreme? Lei cosa ne pensa?

Si tratta di misure precauzionali, per evitare qualsiasi rischio di passaggio dell’infezione da persona a persona. Non si teme per ora un’epidemia su ampia scala, in quanto il virus non si diffonde in maniera efficiente nelle comunità umane.

Un'azienda agricola può evitare tutti i rischi con misure di sicurezza o esiste sempre un fattore x?

E’ soprattutto importante identificare immediatamente l’infezione e applicare misure dure quali l’eliminazione degli animali degli allevamenti infetti. Tali misure, che servono a mettere sotto controllo i focolai epidemici, sono state applicata con grande efficienza anche in questa occasione.

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