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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

'Sindrome del dr. House’, ne soffre un bolognese su 3

Conflittualità, intolleranza e impazienza, sono i principali sintomi. Lo psichiatra: "La conflittualità è nemica del nostro benessere". Ecco come 'guarire'

Perdere le staffe a causa di un banale diverbio tra automobilisti in coda, innervosirsi per i minuti di attesa alla cassa del supermercato o, nei casi più estremi, chiudersi in se stessi ed evitare qualsiasi tipo di relazione a causa di un rimprovero sul lavoro. Oggi le persone si scoprono afflitte dalla cosiddetta “Sindrome del Dr. House”, il medico anticonvenzionale interpretato dall’attore Hugh Laurie dal carattere asociale e individualista.

Una patologia che colpisce un bolognese su 3 e che ha come principali sintomi la conflittualità (82%), l’intolleranza (76%) e l’impazienza (74%). 
È quanto emerge da un’indagine promossa dal Centro Medico Santagostino, in occasione del convegno “Conflittualità e relazioni nella società di oggi”, organizzato dal Centro Medico Santagostino con il patrocinio del Quartiere Santo Stefano di Bologna. La ricerca è stata svolta su circa 500 bolognesi di età compresa tra i 18 e i 65 anni, realizzato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire quanti bolognesi sono affetti dalla “Sindrome del Dr. House”.

Quale la soluzione? Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, responsabile dell’area Mente e Cervello del Centro  Santagostino , per uscire da questo status emotivo diventano fondamentali l’empatia, ovvero la capacità di comprendere lo stato d’animo di un’altra persona, l’altruismo, l’atteggiamento di trovare il bene proprio nel bene altrui e l’ascolto, quindi dare retta alle persone care, seguire i consigli o gli ammonimenti. Questi elementi non trovano spazio nella vita frenetica di tutti i giorni e i social network non aumentano la condivisione anzi, rispecchiano l’immagine di una società piagata dalla solitudine e dalla conflittualità. Secondo lo psichiatra, in un contesto come questo è importante fermarsi, trovare uno spazio di riflessione e di condivisione, per evitare di vivere solamente delle “relazioni tossiche”.

“Oggi è davvero difficile vivere con serenità le relazioni e i sentimenti – dice Michele Cucchi, responsabile dell’area Mente e Cervello del Centro Medico Santagostino di Bologna -. La nostra società rende difficile trovare il tempo per riflettere, ascoltare e condividere. I social vengono utilizzati come palcoscenico, ci danno un pubblico a cui parlare, ma questa non è vera condivisione. La coppia, ad esempio, diventa l’arena di una lotta per la sopravvivenza: urla, maltrattamenti, svilimento dell'altro per sentirci più forti. Un po’ alla Dr. House, che deve annichilire i colleghi per lo stesso motivo. Noi lo facciamo tutti i giorni: una critica diventa subito un affronto, mentre una diversa visione diventa un attacco alla propria identità, e non una ricchezza”.

Quali sono le principali cause che portano i bolognesi a ‘contrarre’ la “Sindrome del Dr. House”? Per l’82% dei felsinei la conflittualità rappresenta la punta dell’iceberg di questa patologia. Lo stato di tensione, di scontro tra le parti che si crea sul lavoro, ad esempio, è uno dei motivi di maggior peso che porta i bolognesi a vivere la giornata in uno status di perenne nervosismo. Questo conduce gli individui ad allontanarsi dalle persone, per vivere in solitudine questa particolare situazione di stress mentale. L’intolleranza (76%) è un altro elemento legato fortemente a questa sindrome. L’attaccamento rigido alle proprie idee e convinzioni, per cui non si ammettono opinioni diverse, sono un chiaro segnale che la persona non è serena e vive le situazioni con apprensione e disagio. Lasciarsi andare a commenti che mirano a destabilizzare l’umore di qualcuno senza un motivo concreto, come un diverbio tra automobilisti in coda. L’impazienza (74%) si lega inevitabilmente a questo concetto, ma rispecchia altri fattori. Rappresenta lo stato d’animo di chi è insofferente per cose che lo irritano, oppure lo stato d’ansia che si genera per il desiderio o l’attesa della cosa che tarda ad arrivare, come il proprio turno al banco dei salumi per fare un esempio semplice e comune.

Per i bolognesi sono soprattutto gli uomini (62%) a soffrire della Sindrome del Dr. House, perché vivono in maniera più conflittuale la critica del datore di lavoro rispetto alle donne (38%). L’autista di mezzi pubblici (56%) è ritenuto uno dei lavori più stressanti, che porta il soggetto a provare i sintomi dell’intolleranza e dell’impazienza in diverse situazioni. Stesso discorso per il commesso del supermercato (52%) che nei momenti più caotici della giornata a volte perde le staffe con il cliente per una richiesta di troppo, preso dall’impulsività del momento. Ma non si tratta solo di lavoro. Infatti fare la coda negli uffici pubblici (54%), per pagare una bolletta ad esempio, è una delle azioni quotidiane che scatenano più perplessità o commenti sarcastici tra la gente e questo si ripercuote sulla loro salute mentale.

 Secondo lo psichiatra,  l’empatia è fondamentale per superare questa patologia. La capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui, nei momenti di gioia e di dolore. Comprendere ed essere compresi, per vivere meglio il rapporto lavorativo o quello sentimentale, condividendo le problematiche ed evitando così di chiudersi in se stessi. Ma ci vuole anche tanto altruismo per vivere in modo sano le dinamiche di questa società. Rappresenta l'atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità morale di interessarsi al benessere dei propri simili. Saper dare senza avere la garanzia di ricevere. In amore, sul lavoro e nelle passioni, ma anche in situazioni che non ci coinvolgono direttamente. L’ascolto può sembrare banale, ma in verità rappresenta un atto per nulla superficiale. Perché saper ascoltare aiuta l’individuo a crescere e per farlo è essenziale non isolarsi con se stessi, ma sapere fare “mea culpa” quando la situazione lo richiede.

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