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Uno Bianca, la madre di Stefanini: "Non sappiamo ancora la verità" | VIDEO

Oggi al Pilastro la commemorazione per i tre carabinieri uccisi il 4 gennaio 1991: Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini

"Sono passati 29 anni, ma è come se non fosse passato niente - dice la signora Anna Maria, madre di Otello Stefanini, uno dei tre carabinieri uccisi dalla banda - il mio dolore è sempre quello, anzi più anni passano, peggio è. Poi sentendo tutte queste cose: a quello gli danno i permessi, gli altri li hanno rimessi tutti insieme... mi piace che li hanno messi insieme, così quando escono la banda è riformata".

La lettera dei familiari: riaprire le indagini

La madre di Stefanini dice di essere "talmente stanca di aver parlato tanto in questi anni, ma non si è concluso niente. Forse perché ci sarebbe da vedere le cose alla radice. Mi auguro che il buon Dio ci aiuti in questo, io so solo che sono distrutta. Vado avanti con gli anni e prego di essere qui ogni volta che c'è l'anniversario".

La signora Anna Maria spera dunque di arrivare a "sapere la verità sulla Uno Bianca, perché fino ad adesso io penso che non l'abbiamo saputa. La sanno solo quelli che sono in cielo e i Savi. Ma io penso che morirò senza saperla. Mi auguro almeno di sapere quello che è successo, perché è stato fatto. Uccidere ragazzi che in tre avevano 64 anni è una cosa a cui ancora adesso non posso pensare".

Brucia anche il nuovo permesso premio accordato a Natale ad Alberto Savi, l'ultimo dei tre fratelli della banda. "E' una cosa indecente che chi ha ucciso 24 persone e ne ha ferite 103 debba uscire con i permessi - commenta la signora Anna Maria - per me non dovrebbe esistere, anche se io sono cristiana e credente. Però chi sbaglia deve pagare, specie perché anche loro indossavano una divisa. E a me hanno tolto la vita, la cosa più preziosa che una mamma possa avere: un figlio. È una cosa che non può passare mai".

Della stessa idea è anche Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione delle vittime della Uno Bianca. "Penso che questa non sia giustizia- afferma- dovrebbero vergognarsi di usufruire di questi permessi. Noi, per andare a trovare i parenti, dobbiamo andare al cimitero. Non vedo perché debbano sempre avere dei permessi premio, hanno fatto piangere troppa gente. Ne prendiamo atto, ma non perdoniamo".

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