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Pet Therapy: "Durante il lockdown aumentate le richieste per minori vittime di violenze in famiglia"

L'educatrice cinofila Silvia Oberoi: "Attraverso la relazione con il cane vengono svolte attività mirate e definite precedentemente da un team multidisciplinare, che individua che tipo di relazione sia benefica e quale controindicata"

Spesso sentiamo parlare di pet therapy, cioè terapia con un animale di affezione che spesso, ma non sempre, si affianca a interventi socio sanitari. E dopo un anno di chiusure e divieti, stiamo lentamente tornando alla normalità e tra le diverse attività che riprendono, sono compresi anche gli Interventi assistiti con animali.

A chi è rivolta principalmente la pet therapy? Ne abbiano parlato con Silvia Oberoi, educatrice cinofila e coadiutore del cane e responsabile di progetto per pet therapy.

"Come professionista lavoro in questo settore dal 2005 , e con l'associazione C'era una volta il cane dal 2012  spiega a Bologna Today - e ciò che si riscontra con il passare del tempo, è un aumento delle richieste di intervento dedicate in particolar modo a bambini i quali, purtroppo,  rappresentano la categoria più colpita dalla pandemia".

Quindi lavorate soprattutto con minorenni? E sono aumentate le richieste?

"La pet therapy è applicata in molti campi, senza distinzione di età, ma noi lavoriamo da anni con una realtà del territorio che ospita mamme e minori vittime di violenza da parte dei mariti. E durante il lockdown le richieste di aiuto in tal senso sono notevolmente aumentate"

Ma come funziona?

"Attraverso la relazione con il cane vengono svolte attività mirate e definite precedentemente da un team multidisciplinare che individua che tipo di relazione sia benefica e quale controindicata.Nel nel caso di Intervento Assistiti con Animali rivolti a bambini, quasi sempre è indispensabile lavorare su una dimensione ludica che riesca, attraverso il gioco, a far emergere emozioni positive e il decentramento da se stessi. È altresì importante strutturare sedute nelle quali il lavoro di collaborazione (dimensione sociale collaborativa) tra i bambini che insieme svolgono attività per o con il cane, sottolinei l'importanza dello stare bene insieme e poterci essere gli uni per gli altri; obiettivo importante soprattutto in un periodo di pandemia".

Un contatto o rapporto con animali d'affezione è sempre consigliato?

"Collaborando i bimbi possono prepare un gioco che successivamente il cane svolgerà, o costruirgliene uno tutto nuovo dando spazio alla fantasia. Qualcuno si è cimentato nella costruzione delle caramelle da far scartare ai cani, altri hanno costruito una vera e propria cuccia con cartone e plastica. Non di rado però, nelle sedute di Interventi Assistiti con Animali rivolte a bambini la dimensione pro-scritta, ovvero quella da evitare, è quella biografia: vanno evitate dunque attività dove è previsto il racconto o il ricordo di aspetti legati alla propria storia di vita, ciò a meno che gli obiettivi specifici del progetto non lo richiedano esplicitamente"

Ma il contatto con l'animale come avviene?

"Il momento del contatto fisico con l'animale è quello caratterizzato dalle emozioni più forti. Il bimbo si sintonizza in modo molto profondo con l'animale osservando una comunicazione eterospecifica che riesce comunque ad essere inequivocabile e sentita intimamente, nonostante l'oggettiva diversità che li caratterizza. Se ben guidato e dimensionato quindi, il rapporto con l'animale non solo coadiuva il percorso di aiuto o cambiamento della persona, ma ha il prezioso lusso di poter aiutare l'individuo a conoscersi ed ascoltarsi in modo molto profondo. 

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