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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Fiera / Viale Aldo Moro

Commemorazioni e tricolore a illuminare le torri della Regione: così Bologna ricorda il dramma delle foibe

Bonaccini: “Il dramma delle foibe e dell’esilio dei nostri connazionali nel secondo dopoguerra, mai più tragedie simili”

“Con le parole definiamo la realtà, il nostro mondo, ma sono importanti anche perché agiscono, fanno accadere qualcosa quando le pronunciamo. Ecco, allora, il senso del ricordo, il ritorno immediato al dramma legato al 10 febbraio, che la legge nazionale ha giustamente istituito come giorno in cui conserviamo e rinnoviamo ‘la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra’, e dell’intera vicenda del confine orientale”. 

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in occasione del “Giorno del Ricordo”, solennità civile nazionale, istituita il 10 febbraio del 2004. 

“Siamo sollecitati a richiamare quel passato- prosegue il presidente- per renderci custodi e prenderci cura oggi di quella tragedia, perché fatti simili non debbano più accadere. Una memoria attiva, collettiva e condivisa che abbiamo il dovere di restituire soprattutto alle giovani generazioni, perché la nostra comunità continui sempre a ritrovarsi unita nei valori della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia sui quali poggiano le fondamenta del nostro vivere quotidiano”.   

Stasera, le torri di viale Aldo Moro, sede della Regione Emilia-Romagna al Fiera District di Bologna, per la ricorrenza saranno illuminate con il Tricolore.

Le celebrazioni

ìPer quanto riguarda la Regione, oggi, 10 febbraio, la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Silvia Zamboni, in rappresentanza dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale, partecipa alla cerimonia di commemorazione al Giardino Martiri dell’Istria Venezia Giulia e Dalmazia (via Don Sturzo 42), per deporre una corona in onore delle vittime.

Alla cerimonia  presenti, tra gli altri, la presidente del Comitato provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Chiara Sirk, il sindaco del Comune di Bologna, Matteo Lepore, e la presidente del Consiglio comunale di Bologna, Maria Caterina Manca. 

 Sempre ogg, via a ConCittadini, progetto di educazione alla cittadinanza attiva dell’Assemblea legislativa della Regione, in collaborazione con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e con la Fondazione Fossoli, organizza l’incontro on-line “La tragedia delle foibe e l’esodo giuliano dalmata tra verità storica e conservazione della memoria”, che verrà aperto dalla presidente dell’Assemblea, Emma Petitti. Il seminario è destinato ad alunni e docenti delle scuole secondarie di I e II grado.

coordinamento nazionale docenti per i diritti umani: giorno 10 febbraio ricordiamo nelle scuole di bologna le vittime delle foibe

Massacri foibe e esodo

I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia "foibe") dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.

Sui numeri delle vittime c'è discordia. Secondo alcuni sli storici  le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia sono comprese tra le 3 000 e le 5 000 (comprese le salme recuperate e quelle stimate, nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi).  Altre fonti invece fanno salire questo numero fino a 11 000 .  

Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia; territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia tramite i trattati di pace di Parigi del 1947. L'emigrazione fu dovuta sia all'oppressione esercitata da un regime di natura totalitaria che impediva la libera espressione dell'identità nazionale, sia al rigetto dei mutamenti nell'egemonia nazionale e sociale nell'area e infine per la vicinanza dell'Italia, vicinanza che costituì un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite; nonostante il governo italiano si fosse a più riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l'esodo . Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956. (fonte wikipedia)

(FOTO REPERTORIO, COMMEMORAZIONE FOIBE SCORSI ANNI )

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