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Venerdì, 29 Marzo 2024

Una guida Lonely Planet dedicata all'Emilia Romagna: ecco le 16 mete imperdibili

La nostra regione vista dagli occhi di cinque autori della regina delle guide di viaggio. Al momento disponibile in italiano, sarà tradotta anche in inglese

«Dalle montagne dell’Appennino alle spiagge infinite della Riviera, passando per le città d’arte: la varietà dell’Emilia Romagna è la sua ricchezza, l’accoglienza che riscalda il cuore è la sua anima». 

È l'incipit con cui Lonely Planet, la guida di viaggio più famosa al mondo che in Italia detiene il 50% del mercato, apre la sua prima guida completa dell’Emilia Romagna, in uscita in libreria il prossimo 5 dicembre.

Cinque autori la raccontano in 448 pagine offrendo itinerari, suggerimenti enogastronomici, consigli e segreti della regione. Adriana Malandrino, Piero Pasini, Rossana Cinzia Rando, Remo Carulli e Denis Falconieri l’hanno infatti percorsa in lungo e in largo e ci danno un'immagine dell'Emilia-Romagna improntata sull’ospitalità della sua gente, su una cucina unica e genuina; con le sue affascinanti città d’arte e una varietà di offerta senza eguali, assicurano i redattori.

I numeri

Un anno e mezzo di lavoro: 120 giornate di ricerche sul campo, 335 ristoranti recensiti, 195 musei visitati, e ancora 145 chiese, 55 castelli, 50 chilometri di via Francigena percorsi, 53 cartine disponibili nella guida. Per il governatore Stefano Bonaccini e il suo assessore Andrea Corsini è il coronamento di cinque anni in cui in Emilia-Romagna le presenze turistiche sono cresciute da 45 a 60 milioni e il peso regionale del turismo è salito al 13% del pil, rispetto a poco più dell'8% iniziale.

Guida Lonely Planet, 16 mete imperdibili in Emilia Romagna

Prima di entrare in dettaglio a raccontare la Regione, dedicando un capitolo ad ogni capoluogo di provincia e al suo territorio, la Guida, nel migliore stile Lonely Planet, evidenzia i 16 elementi che rendono l’Emilia Romagna una meta imperdibile.

Ecco la città di Bologna con i suoi porticati infiniti e la vibrante atmosfera del centro storico tra musei e locali, ma anche il suo Appennino, dove il tempo sembra essersi fermato; Modena, terra di brand motoristici e sapori amati in tutto il mondo; le colline reggiane con le testimonianze di Matilde di Canossa e gioielli rinascimentali a pochi passi dal Po come Brescello, Guastalla e Gualtieri. E ancora, Parma nobile e gaudente a tavola, imminente Capitale Italiana della Cultura; il viaggio a ritroso nel tempo dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza; Ferrara con il suo aristocratico retaggio estense; le atmosfere rarefatte di Comacchio e delle sue Valli; Ravenna con i suoi mosaici Unesco, le spiagge e le pinete infinite, Faenza con la tradizione delle botteghe ceramiche e i monumenti del centro storico; Cesena con gioielli quali la Biblioteca Malatestiana e la maestosa Rocca dell’Albornoz. Ma anche la full immersion nella natura silente del Parco delle Foreste Casentinesi; San Leo e i romantici paesaggi del Montefeltro; Rimini, con un centro storico di inaspettata bellezza, “capitale” della Riviera Romagnola, e infine Santarcangelo diRomagna, con i suoi romantici vicoli e le atmosfere slow.

Guida Lonely Planet: alla scoperta della Regione

Tante le informazioni riportate nella sezione “Se vi piace”, calibrate sugli interessi del lettore, dai parchi naturali ai giardini urbani, passando per teatri, case museo, cimiteri monumentali, luoghi del cinema e templi dell’enogastronomia. Una quarantina dei più importanti appuntamenti, dai festival alle sagre (tra cui anche l’UlisseFest, unico festival al mondo di Lonely Planet, che si terrà per la terza volta a Rimini, nel luglio 2020) occupano la sezione calendario, con gli eventi suddivisi mese per mese.

Diversi poi, per lunghezza e tematica, gli itinerari di viaggio proposti: dai 21 giorni lungo la millenaria Via Emilia alla settimana nell’entroterra romagnolo, tra cascate citate da Dante (Cascate dell’Acquacheta, nel forlivese), le sorgenti del Tevere a Verghereto (Fc) e il fascino della Valmarecchia, alle spalle di Rimini.

A chi vuole veramente scoprire l’Emilia Romagna (altra sezione della Guida) Lonely Planet consiglia di partire dall’esplorazione dei tanti borghi, castelli e rocche di cui il territorio regionale da nord a sud è ricco, ma di considerare anche le testimonianze architettoniche, da quelle rinascimentali del Tempio Malatestiano di Rimini all’architettura del Ventennio di Tresigallo, Forlì e Predappio, per finire con i lavori di archistar del calibro di Alvar Aalto e Santiago Calatrava. Menzione a sé per la Motor Valley con i suoi affascinanti musei aziendali e collezioni private, ma anche per la Via Francigena, dove rientrare, passo dopo passo, in contatto con sé stessi, per finire con il fascino del Fiume Po e dei paesaggi del suo Delta.

Una ricca sezione -non poteva essere diversamente- è dedicata poi all’enogastronomia regionale, dallo street food ai Musei del Cibo, dalle più importanti rassegne enogastronomiche regionali ai corsi di cucina. Spazio anche alle attività all’aria aperta nei tanti parchi naturali, specchi d’acqua e strutture della Regione, dall’arrampicata al trekking, passando per sci, golf e pescaturismo, e alle proposte di vacanza per famiglie, con parchi divertimento e naturali, musei per bambini, animazione ed eventi nei castelli e tanto altro.

Le curiosità capoluogo per capoluogo

All’interno della minuziosa descrizione di ogni capoluogo e di cosa offre il territorio circostante, saltano all’occhio curiosità e proposte di esperienze inedite: a Bologna si parla di umarell, polka chinata (ballo tra uomini tradizionale bolognese in voga negli anni ’50), corsi di pasta sfoglia e gelateria; nella sezione dedicata al Modenese si individua a Castelfranco Emilia il preciso luogo di origine del tipico tortellino e si cita la “Scagliola Carpigiana” (antica tecnica che imitava marmi e pietre dure grazie alla lavorazione del gesso con colle naturali e pigmenti).

Nel reggiano il lettore scopre la presenza, a pochi km da Novellara, di uno dei più grandi templi Sihk d’Europa (il Gurdwara Sihk Sabha), nonché dello strepitoso zafferano (essicato su brace di faggio il giorno stesso della raccolta) prodotto sul Monte Ventasso, a Castelnovo ne’ Monti. 

A Parma si possono ascoltare parlare al proprio cellulare le statue cittadine di Verdi, Toscanini, Correggioe tanti altri (grazie al Progetto Talking Teens che impiega app e QR code e ha per “doppiatori” Franco Nero, Elio Germano e Lino Guanciale), mentre fuori città si consiglia la visita del parco di biodiversità Barboj di Rivalta, che ospita antiche varietà vegetali e razze animali come le ultime bovine emiliane. Al capitolo dedicato a Piacenza si apprende che il Faxhall, il viale alberato di 2 km a sud del centro storico, deve il suo nome ai giardini londinesi di Vauxhall, e che nell’Alta Val Trebbia si possono praticare canyoning e kayak.

Nel centro di Ferrara si segnala un monumento poco conosciuto, il Padimetro (ovvero il misuratore delle massime del Po) che ricorda ai visitatori che un tempo la città estense è stata città d’acqua, mentre sul territorio da non perdere un giro in bici dell’Anello dei Borgia, che per 40 km porta alla scoperta delle Delizie Estensi, la fastose residenze rurali degli Este. A Ravenna si può percorrere la Via dei Poeti (via Mazzini), percorso letterario con pannelli che riportano i pensieri dedicati alla capitale del mosaico da scrittori quali Dante, Henry James, Herman Hesse, Freud e Marguerite Yourcenar, nonché partecipare ai tour estivi di Mosaico di Notte.

Nel forlivese citazione obbligatoria per il vulcano del Monte Busca, il più piccolo d’Italia (un soffio costante di gas metano naturale che produce una fiammella alta meno di 1 mt.) e per l’Associazione Spazi Indecisi che promuove una sorta di Museo Diffuso dell’Abbandono per esploratori urbani “a caccia” di spazi affascinanti spazi industriali in disuso, senza dimenticare una sosta all’originale Ristorante Al Parco di Valverde di Cesenatico, gestito da un centro anziani e con menù rigorosamente romagnolo.

A Rimini una dritta porta a visitare la Chiesa di San Martino in Riparotta, col il suo soffitto affrescato dal famoso writer Eron, mentre un’altra “tip” ricorda le visite del Dalai Lama a Pennabilli, paese da cui partì nel 1700 alla volta del Tibet il missionario Padre Francesco Orazio Olivieri, che il Lama ha onorato lasciando nel paese una lapide commemorativa, una campana affiancata da tre ruote da preghiera e un chorten, il monumento buddhista per antonomasia.

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