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Bologna 'città dei 15 minuti', la ricetta del demografo Bovini per il capoluogo emiliano di domani

Potenziare i servizi educativi, sociali e sanitari sotto le Due torri potrebbe non bastare ."Occorre avviare una riflessione sulla forma urbana della città- sostiene il demografo- che sia coerente con la longevità e l'infanzia "

Potenziare i servizi educativi, sociali e sanitari sotto le Due torri potrebbe non bastare se non si mette mano al disegno complessivo di Bologna, puntando a realizzare nel concreto la 'città dei 15 minuti'. E' la ricetta per il futuro del capoluogo emiliano del demografo Gianluigi Bovini, intervenuto  al convegno della Fondazione Generazioni della Cisl di Bologna per la presentazione di una ricerca sulla condizione degli anziani nell'area metropolitana.

"Occorre avviare una riflessione sulla forma urbana della città- sostiene il demografo- che sia coerente con la longevità e l'infanzia. Le città, compresa Bologna, non sono pensate nè per i bambini nè per gli anziani, ma solo per chi lavora e per chi consuma. Così facendo però abbiamo escluso la metà della popolazione". Serve dunque "avviare una riflessione anche urbanistica sulla città- insiste Bovini- occorre darle una forma diversa. Dobbiamo prendere ognuna delle 18 zone di Bologna e verificare concretamente e con pragmatismo come si applica il concetto della 'città dei 15 minuti', in modo che ogni cittadino abbia tutti i servizi essenziali, fisici ma anche digitali, a una distanza massima di 15 minuti a piedi. Questa è una visione della città coerente con la longevità e l'infanzia- afferma il demografo- dobbiamo cambiare radicalmente il modo in cui ci spostiamo, perchè l'unico spostamento che non inquina è quello che non viene effettuato". 

Bovini rilancia poi il tema della eliminazione delle barriere architettoniche. "In alcuni casi la stessa situazione abitativa diventa una condizione di solitudine quasi inespugnabile- sottolinea il demografo- il Bonus 110% è una grande occasione, perchè finalmente il tema delle barriere architettoniche è stato collegato agli interventi per l'efficientamento energetico e l'adeguamento sismico". Inoltre, segnala Bovini, proprio dalla ricerca presentata oggi dalla Cisl, emerge che il 19% degli anziani intervistati è favore del co-housing.

"Se anche fossero il 10%- sostiene- si tratta comunque di decine di miliaia di persone", per i quali Bovini sottolinea l'importanza di realizzare interventi e alloggi di condivisione abitativa. In futuro, del resto, il capoluogo emiliano potrà contare sui fondi europei in arrivo. "A Bologna vive il 2% della popolazione anziana del Paese", ricorda il demografo. Rapportando questo dato con le risorse a disposizione nel Pnrr, significa che nel capoluogo emiliano potrebbero arrivare "circa 150 milioni di euro. Se non cogliamo questa occasione- sollecita Bovini- tra 10 anni avremo grandi problemi". Anche perchè "il quadro che dovremo affontare è molto impegnativo e forse non abbiamo ancora capito le implicazioni del fatto che, in Italia, passeremo da 14 a 20 milioni di anziani nei prossimi anni, di cui 1,2 milioni in più di anziani non autosufficienti". (fonte agenzia Dire)


 

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