Covid-19, progetto di Telemedicina a Monterenzio: "Monitorati a casa per un anno per capire come si sviluppa ed evolve la malattia e la relazione con l'ambiente"
Il sindaco Ivan Mantovani: "E' stato avviato dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Determinati cittadini saranno seguiti da un team di specialisti, e quotidianamente dovranno fornire dati e rispondere a delle domande"
Comprendere lo sviluppo e l'evoluzione del Covid-19 nei casi sospetti o infetti in isolamento nella propria abitazione, studiare la relazione tra numero di contagi e territorio analizzando clima, qualità dell'ambiente e mobilità dei residenti, e come si sentiranno a lungo termine le persone guarite che hanno contratto il Coronavirus i tre punti cardine del progetto di 'telemedicina' che prende il via a Monterenzio: unico comune nel Bolognese al centro dell'attenzione dell'UniMORe-Università di Modena e Reggio Emilia, che ha dato via allo studio.
Nel territorio infatti, nonostante il forte pendolarismo e la vicinanza con comuni che hanno riscontrato un numero elevato di contagi da quando è scoppiata la pandemia, le persone che hanno contratto il Coronavirus al momento sono ancora un numero molto basso. E così una lista con una ventina di nominativi, che comprendono persone in isolamento fiduciario, sospetti o possibili infetti, e i riferimenti di chi è rientrato dall'estero e deve trascorrere per sicurezza un periodo a casa, è stata fornita all'UniMoRe.
Ricercatori e universitari per un anno contatteranno quotidianamente queste persone chiedendo di rispondere a specifiche domande, monitorando autonomamente alcuni parametri e compilando un questionario già in loro possesso.
"UniMoRe ha fornito a circa 20 nostri concittadini un kit specifico che comprende un termometro, un saturimetro, una mascherina, un gel a base alcolica e un modulo - spiega a BolognaToday il sindaco di Monterenzio, Ivan Mantovani - Siamo molto contenti che Monterenzio sia uno dei Comuni al centro di questo progetto innovativo che permetterà di capire e studiare la malattia. E' fondamentale per capire anche la relazione con l'ambiente, e le possibile dinamiche che possono accelerare o diminuire lo sviluppo dell'infezione in un territorio. Ovviamente l'Ausl monitora le persone, e continuerà a farlo. Questo progetto è una cosa in più, per capire anche se dopo la guarigione ci possano essere dei sintomi riconducibili ancora al Covid-19 - incalza - Lo studio parte domani (oggi, ndr) e durerà 365 giorni. A entrare in campo è un team di professionisti, e credo che per le persone colpite dalla malattia, sapere di essere seguite in questo modo anche da casa, è sicuramente è un aiuto psicologico in più".
Le persone dovranno comunicare con ricercatori, medici e universitari principalmente con il cellulare, ma in caso di problemi potranno essere utilizzati anche altri dispositivi. Il progetto infatti, punta sulla telemedicina anche per evitare che ad esempio i pazienti si spostino per capire cosa fare in caso in cui la proprie condizioni peggiorassero , o se non sono guariti del tutto, così come comprendere se chi viene colpito dal Covid-19 possa sviluppare una correlazione con malattie reumatiche , o di altra tipologia, e studiare come il territorio impatti sull'incidenza dei contagi.
Il progetto, partito da Modena, è stato esteso all'Emilia Romagna per studiare soprattutto lo sviluppo della malattia in chi la contrae ma non necessita di ricoveri ospedalieri, e al momento Monterenzio è l'unico Comune nel Bolognese sotto la lente d'ingrandimento di UniMORe.
Il kit fornito da UniMORe: