Covid, accordo riaperture i luoghi di culto acattolici: moschee chiuse fino al 24
Ieri la firma a Palazzo Chigi. Il presidente di UCOII Lafram: "Questione di responsabilità. Sottoscritto anche da altre fedi religiose"
Ieri, 15 maggio, è stato firmato a Palazzo Chigi il protocollo di riapertura dei luoghi di culto acattolici, prevista dal 18 maggio, alla presenza del presidente di UCOII - Unione Comunità Islamiche d'Italia Yassine Lafram, del primo ministro Giuseppe Conte e ministro dell'interno Luciana Lamorgese.
"Noi ripartiremo solo dopo il 24 maggio. Per una questione di responsabilità, e con grande rammarico, ribadiamo la nostra volontà di rimanere chiusi per l’ultimo periodo di Ramadan e per Eid al-Fitr, la festa di chiusura del sacro mese del digiuno", si legge nella nota UCOII.
Il protocollo servirà a gestire la riapertura dei luoghi di preghiera per arginare il contagio da Covid-19: la distanza tra i fedeli, l’obbligo della mascherina, le sanificazioni dei luoghi prima e dopo le funzioni religiose, il controllo delle entrate ed uscite.
Protocollo apertura moschee
Come per le chiese, sono obbligatorie le mascherine ed è necessario mantenere le distanze, mentre il tappeto per preghiera deve essere pesonale. Inoltre bisogna individuare una persona che dovrà gestire il flusso delle persone.
"E' stato sottoscritto anche da altre fedi religiose. Abbiamo già ribadito la nostra volontà a mantenere i luoghi di culto chiusi in questo periodo, decisione resa ufficiale dopo una lunga consultazione telematica con le associazioni islamiche aderenti all’UCOII e desideriamo quindi rinnovare la nostra esortazione alle comunità di tutta Italia ad adottare le nostre linee guida, atte alla prevenzione e alla sicurezza. Infatti, siamo convinti che i nostri luoghi non siano ancora sufficientemente tutelati e siano troppo esposti per una riapertura nel momento in cui siamo chiamati a gestire anche un grande flusso di devoti che normalmente riempiono le sale di preghiera durante il Ramadan e la festa di chiusura del mese sacro", ha dichiarato il presidente Lafram che ringrazia "calorosamente chi ha lavorato durante queste trattative per raggiungere un protocollo adeguato alla riapertura dei nostri luoghi di culto, e siamo felici che anche la comunità islamica abbia ottenuto le giuste attenzioni e la pari dignità degli altri culti presenti in Italia, nonostante non abbia ancora un’Intesa con lo Stato italiano".
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Il presidente invita "le comunità islamiche aderenti alla nostra Unione a mantenere chiuse le moschee e le sale di preghiera fino a dopo il 24 maggio, a non celebrare la preghiera collettiva di Eid al-Fitr, a sensibilizzare e preparare i propri credenti alla fase successiva che riguarderà le riaperture in tutta sicurezza e a mantenere salda la fede e la fiducia, con la speranza di poterci presto ritrovare e riabbracciare come una comunità unita".