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Gita fuori porta: alla scoperta di Compiano, borgo dei 'girovaghi' e del porcino

Data la presenza di una già iniziale rocca fortificata, il paese era inizialmente chiamato 'Castrum cum campo plano'

Tra i Borghi più belli 'Italia in Emilia Romagna c'è , un paesino in provincia di Parma che sorge su uno sperone roccioso che si innalza sulla sponda sinistra del fiume Taro, dominato da un Castello le cui origini sono incerte. l toponimo deriva dal termine latino con cui si identificava la fortificazione, cioè il “castrum”. Data la presenza di una già iniziale rocca fortificata, il Paese era chiamato “Castrum cum campo plano”, poi “Castrum cum plano” rimasto “Cumplano” ed oggi “Compiano”.

Cosa vedere

Il Borgo ha vicoli lastricati in salita sui quali si affacciano palazzi nobiliari e case torri; dal 1500 è protetto dalle mura di cinta, che offrono anche una bellissima passeggiata sulla Valle. Seguendo la via lastricata si arriva alla Piazza, una suggestiva terrazza sul Taro, vicino la quale si trova la Chiesa di San Giovanni Battista, databile probabilmente al periodo longobardo, sulla quale sono stati eseguiti restauri importanti nel 1700 e all’interno della quale si trovano elementi artistici e scultorei di notevole valore, come il Santo Crocifisso Miracoloso, scultura lignea risalente al XV sec. Degno di nota è anche l’antico Municipio e tribunale di Compiano sulla cui facciata si trova un grazioso terrazzino seicentesco e che al suo interno conserva le antiche prigioni , anticamente utilizzate per reati amministrativi. All’apice del Borgo si staglia il Castello, la sua costruzione è probabilmente cominciata da una antica torre carolingia intorno alla quale, nello scorrere dei secoli, si è sviluppato l’intero maniero che oggi si presenta come possente struttura quattrocentesca con ampliamenti sei-settecenteschi. Con il declino dello Stato Landi e sotto il Ducato di Maria Luigia divenne prigione di Stato dove furono rinchiusi anche i carbonari dei moti del 1821. Nel 1900 venne adibito a collegio femminile, per poi tornare abitazione privata per la Contessa Gambarotta. Attualmente è proprietà comunale in gestione a privato.

Cosa mangiare

Da non perdere gli gnocchi di castagna con la ricotta e i tradizionali tagliolini ai funghi porcini IGP. Nei secondi piatti sono invece annoverati il vitello alla Valtarese (vitello arrosto con contorno di funghi porcini IGP) e la faraona alla castellana (in umido con sapori dell’orto), ma per la tradizione non si deve dimenticare la selvaggine locale, come il classico spezzatino di cinghiale.  Per concludere, il dolce tipico è il latte in piedi, una sorta di crema di latte cotta a bagnomaria e cosparsa di caramello. Il fungo porcino IGP e le castagne costituiscono le materie prime dei boschi dell’alta valle del Taro, presenti in tante ricette della tradizione gastronomica locale, insieme alla selvaggina tipica, come cinghiale e capriolo declinati in diversi piatti, dai primi sotto forma di sugo di carne per pasta fresca oppure come secondi in umido o arrosto.

Fonte: borghipiùbelliditalia

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