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Età, sesso e richieste ai centri dedicati. Ecco la fotografia della dipendenza da alcol nel nostro territorio

Scattiamo una fotografia dell’alcoldipendenza in Emilia Romagna vs la quale la regione è al lavoro per fare e promuovere progetti mirati

L'alcoldipendenza è spesso sottovalutata ma può avere ricadute gravi, anzi gravissime. Non è relegata a certe sacche della popolazione, nè a certi territori. E' una problematica radicata anche nel nostro territorio. 

In Emilia-Romagna, complici le restrizioni imposte dall’emergenza Covid, nel biennio 2020-2021 si è assistito ad un consistente calo del numero di persone con problemi legati all’alcol prese in carico dagli appositi Centri istituiti presso i SerDP, che sono scese dai 12.198 del 2019 agli 8.970 del 2021 (-26,5%).  

Un andamento in controtendenza rispetto agli anni precedenti, che avevano invece visto una costante crescita del numero degli assistiti. Se da un lato si è dovuto limitare l’accesso ai servizi per contrastare la diffusione del virus, dall’altro gli esperti hanno riscontrato comunque un minor ricorso ai centri specialistici.

Nonostante i numeri in calo - la guardia va comunque tenuta alta - sottolineano dalla Regione, che fa sapere di essere al lavoro per contrastare il fenomeno.

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Le cifre dell’alcoldipendenza in Emilia-Romagna 

I numeri intorno all'alcoldipendenza nel nostro territorio devono comunque far riflettere. E' una problematica che riguarda soprattutto l’universo maschile, con la maggiore incidenza nella fascia di età tra i 40 e i 60 anni. È la fotografia, aggiornata al 2021, che si ricava dalle statistiche del Sistema informativo regionale sulle tossicodipendenze che riguardano le persone assistite dai Centri alcologici attivi sul territorio regionale. 

Sulle 8.970 persone che nel 2021 si sono rivolte a questi Centri per avere assistenza, infatti, ben 6.658 sono uomini (74,2%), mentre le donne sono 2.312, vale a dire poco più di un quarto sul totale (25,8%). Se poi si guarda la distribuzione degli assistiti per età, le fasce più numerose sono quelle dei quarantenni e cinquantenni, entrambi con una quota del 29,2%, seguiti dai trentenni (17,2%), sessantenni (11,2%) e i giovani tra i 18 e i 30 anni (9,8%).

Marginali le percentuali degli ultrasettantenni (3,3%) e degli under 17 (0,1%). Una categoria, i giovani, perlopiù intercettata nell’ambito dell’attività dell’Unità di strada per i servizi di prossimità. Gli accessi al Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna per diagnosi legate all’abuso di alcol nel corso del 2020 sono state 3.493, di cui il 68,8% (2.405) maschi e il restante 31,1% femmine (1.088).

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L'intervento della Regione a contrasto 

Stop al consumo eccessivo di alcol, vietato abbassare la guardia. E'l' appello, rivolto anzitutto ai giovani, che Regione, Aziende Ausl e professionisti della rete dei Servizi per le dipendenze patologiche (SerDP) rinnovano a pochi giorni dall’Alcohol Prevention Day 2022. Evento che cade il 14 aprile di ogni anno, nel mese dedicato in tutto il mondo alle iniziative per tenere alta l’attenzione sui rischi per la salute derivanti dall’abuso di bevande alcoliche e alle campagne di informazione sulle attività di prevenzione e cura delle malattie ad esso correlate.    

“Prevenzione, cura e riabilitazione delle problematiche legate all'alcol rientrano tra gli obiettivi prioritari dell’assessorato alla Salute- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Oggi abbiamo buone conoscenze epidemiologiche sul gravissimo impatto dell’alcol sulla salute dei cittadini, e per questo riteniamo necessario un maggior impegno nel settore. É quindi fondamentale un approccio di lavoro in rete, con la partecipazione di diversi attori tra cui i professionisti dei Centri alcologici delle Aziende Usl, Comunità terapeutiche, Anci, Università, Associazioni di auto-mutuo-aiuto e Ospedalità private accreditate, in grado di gestire la complessità del fenomeno, per prevenire l’evoluzione verso la cronicità che spesso si traduce in isolamento e abbandono delle persone e delle famiglie. E altrettanta attenzione andrà indirizzata alla scuola- chiude Donini- che rappresenta un focus di interesse privilegiato per la prevenzione e la promozione della salute”.

L’obiettivo dell’accordo a cui si sta lavorando è la creazione di una rete tra il mondo della scienza e quello dell’associazionismo per promuovere progetti mirati a supporto delle attività di prevenzione e contrasto all’abuso di alcol.  

L’attività dei Centri alcologici

Perno delle strategie di lotta all’abuso etilico in Emilia-Romagna sono i 41 Centri alcologici presenti sul territorio, dove operano équipe di carattere multidisciplinare formate da medici, infermieri, psicologi, educatori e assistenti sociali in grado di affrontare il problema dell’alcoldipendenza nella sua complessità e multifattorialità.  

Questi centri prendono in carico le persone che rischiano di finire schiave dell’alcol, in coordinamento con le strutture specialistiche ospedaliere e universitarie. Il tutto in stretta collaborazione con gli enti locali, le strutture private accreditate e le associazioni di auto mutuo aiuto, cioè i gruppi di persone accomunate da una dipendenza di tipo patologico come ad esempio gli alcolisti anomini. 

I Centri alcologici organizzano inoltre i corsi informativi-educativi per gli automobilisti che vengono scoperti a guidare in stato di ebbrezza. Scopo principale di questi corsi, organizzati dalle Ausl, è quello di accrescere la consapevolezza sui rischi che si corrono quando ci si mette al volante dopo aver alzato troppo il gomito.  

Nel mese dedicato alla prevenzione e lotta contro l’abuso di alcolici sono numerose le iniziative di sensibilizzazione organizzate dalle Aziende sanitarie locali, disponibili sui rispettivi siti internet.

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