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Doppio trapianto di polmone al Sant'Orsola, due vite salvate: "Il Covid non ci ferma, doppio segnale di speranza"

Uno dei due pazienti era già stato chiamato, ma era positivo al Covid. L'intervento avvenuto in contemporanea ha coinvolto in 24 ore un centinaio di persone fra medici e operatori sanitari

Le vite di due persone sono state salvate grazie a un doppio trapianto di polmone eseguito in contemporanea su un uomo di 43 anni in lista di attesa urgente e una donna 62enne con fibrosi polmonare che aveva già ricevuto una prima chiamata, ma che essendo positiva al Covid ha dovuto rimandare fino alla negativizzazione e a una nuova donazione: l'intervento, che ha coinvolto un centinaio di persone fra medici e personale sanitario, è avvenuto al Policlinico di Sant’Orsola qualche giorno fa. In piena emergenza Coronavirus. 

"Un evento che sarebbe stato speciale anche in tempi 'di pace' e che oggi, durante l'emergenza per la seconda ondata,  lo diventa ancora di più - spiega Chiara Gibertoni, direttore generale IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna prima di far raccontare ai medici coinvolti questo straordinario intervento - sono rimasta stupita che nel nostro ospedale potesse riuscire a fare una cosa del genere, visto poi che sui trapianti di polmone a livello nazionale non girano numeri altissimi. In questo momento particolarmente delicato e complesso questo rappresenta un doppio segnale di speranza. Una cosa che va detta è che se si fanno i trapianti è perchè ci sono donazioni di organi: atto doloso ma indispensabile che parte dalla volontà dei cittadini e che cambia in positivo la vita delle persone". 

"Solo una volta su 5 un polmone è idoneo al trapianto"

Piergiorgio Solli, direttore della Chirurgia Toracica Metropolitana, fa il punto sull'organo specifico entrando nel dettaglio dell'intervento doppio: "Il programma di trapianto del polmone purtroppo, a livello nazionale, non ha numeri equivalenti ad altri organi solidi per via della sua fragilità e per il fatto di soffrire particolarmente i tempi dell'ischemia. Solo una volta su cinque un polmone è idoneo al trapianto e questo contesto pieno di criticità è importante non sprecare nessuna occasione per salvare qualcuno. Il nostro programma, cominciato nel 2002, ha avuto una partenza sofferenza, ma oggi siamo molto orgogliosi per i traguardi raggiunti e abbiamo a disposizione tutte le moderne strategie per incrementare i numeri. Il tentativo di non fermare i trapianti nonostante il picco del Covid-19 è riuscito: proprio in questo momento abbiamo raggiunto il decimo intervento, un numero storico che in passato era stato registrato solo un'altra volta e che in questo caso diventa straordinario non solo dal punto di vista clinico, ma anche da quello organizzativo". 

Piergiorgio Solli: una videointervista per spiegare il "doppio trapianto"

"La lista di attesa per i trapianti al Sant'Orsola: 40 polmoni, 24 cuori, 150 fegati e tanti reni"

Giampiero Dolci, responsabile percorso Trapianto del Polmone, insiste sul successo dei trapianti rispetto al Coronavirus: "Il virus ci aveva spaventati, volevamo continuare a ridurre la mortalità dei malati in lista di attesa. Oggi possiamo dire che il Covid non ha influito sui nostri numeri e la buona riuscita rispetto a una situazione nuova come quella che stiamo raccontando è il traguardo raggiunto grazie a due equipe e tanti professionisti molto capaci".  L'attività del Sant'Orsola non si è mai fermata - le parole di Gaetano Gargiulo, responsabile dei Percorsi Innovativi per il Potenziamento della Rete Trapiantologica regionale - sono molto orgoglioso di celebrare un evento importante che continua a dare speranza di vita a chi ne ha poche possibilità". 

Il Covid non ha fermato i trapianti: "Importante tenere puliti i percorsi per le donazioni" 

Gabriela Sangiorgi, direttore del Centro riferimento Trapianti Emilia-Romagna, ha fatto un quadro della situazione trapianti non solo all'interno del Policlinico, ma anche a livello regionale, con uno speciale ringraziamento: "Inizialmente, con la prima ondata del virus, le donazioni erano calate, ma poi fortunatamente sono ripartite. E' stato importante mentenere puliti i percorsi per le donazioni e nessuno dei nostri centri di trapianto è stato sospeso. Tutta la nostra Regione in questo senso non è andata in emergenza, anzi, è andata bene soprattutto rispetto agli interventi sul fegato. Grande merito al Maggiore di Bologna, per essere certamente un ospedale dove la donazione ha avuto uno slancio che ci fa essere molto orgogliosi".  

Sotto: Piergiorgio Solli, direttore della Chirurgia Toracica Metropolitana

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