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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Come l'Intelligenza Artificiale migliorerà la vita: "Già applicata nelle aziende e in ambito sanitario"

Scenari futuristici dove le macchine soppiantano l’umanità, rischi reali legati alla sicurezza dei dati, polarizzazione delle scelte, possibili discriminazioni. La prof. Michela Milano spiega: "Il corso dell'Unibo è richiestissimo. Gli studenti trovano lavoro prima della laurea"

L’intelligenza artificiale: come può e come potrà semplificarci la vita o magari anche salvarcela (visto che rivoluziona la ricerca)? Il tempo futuro è perfetto per parlare di innovazione tecnologica ad alti livelli, ma anche il presente è più che opportuno, visto che nella nostra quotidianità l'Artificial Intelligence (A.I) è già presente e magari non ce ne rendiamo neppure tanto conto. O forse sì se pensiamo per esempio a dispositivi come Alexa, Siri, Amazon e Netflix. Una buona occasione per capire meglio di che si tratta l'ha data l'Unibo qualche giorno fa, facendo incontrare studenti, docenti e ricercatori in occasione del convegno "A.I. day", a tre anni dalla nascita del centro universitario dedicato. 

Michela Milano, direttrice dell'Alma AI dell'Università di Bologna (oltre 400 fra ricercatori e docenti) ha spiegato come il centro sia costituito non solo da persone che lavorano in ambito tecnologico e scientifico, ma anche umanistico, economico e giuridico, giusto per citare alcuni settori coinvolti: "L'Intelligenza Artificiale impatta su tantissimi settori e sempre di più lo farà. Lo vediamo già attraverso le tecnologie che raccolgono dati di ogni genere creando dei modelli che ci consentono di fare delle previsioni e supportano gli esperti sulle decisioni da prendere". 

Un esempio di applicazione dell'AI?

"Pensiamo alle aziende: l'Intelligenza Artificiale viene utilizzata per i processi produttivi, per la manutenzione, per la logistica ma anche per il recruiting del personale. In area più sociale aiuta nei servizi al cittadino o, a livello della salute, con diagnostiche speciali magari per patologie rare come è successo in Giappone con il supercomputer Whatson che ha permesso di riformulare la diagnosi di una forma rara di laucemia suggerendo una nuova cura".

Sono tanti gli studenti che si stanno avvicinando a questi percorsi di studio? Con quali sbocchi? 

"Abbiamo da tempo diversi percorsi e corsi di laurea che hanno esami di Intelligenza Artificiale. Ma qualche anno fa è nata una laurea magistrale internazionale e interclasse che attrae studenti non solo dalla triennale di informatica, ma anche da varie altre provenienze come matematica e fisica. Naturalmente è in inglese e sono tanti gli studenti che vengono dall'estero: a fronte di 30 posti per l'extrauropa di sono 700 domande. Si tratta di un percorso formativo di altissima qualità e questi ragazzi (sarà un problema!) non fanno in tempo a laurearsi che hanno già delle offerte dal mondo del lavoro".  

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