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Giovedì, 18 Aprile 2024
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L'iniziativa che consente a ragazzi autistici di aiutare l’Ucraina

"I ragazzi sono così al centro di un’attività il cui obiettivo è capovolgere i ruoli, trasformando chi è generalmente considerato il beneficiario passivo di interventi socio-assistenziali, in protagonista attivo di un’attività di sostegno"

A pochi giorni dalla giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo l’associazione Labautismo, nata con lo scopo di promuovere e ideare laboratori ed interventi educativi per giovani e giovanissimi con disturbo dello spettro autistico, tira le somme dell’iniziativa promossa in collaborazione con l’onlus Rise Against Hunger Italia, “Io comincio da un pasto”:  laboratorio già attivo da diversi anni, finalizzato a coinvolgere ragazzi autistici dai 16 ai 22 anni nelle attività di volontariato dell’ente impegnato nella lotta contro la fame Rise Against Hunger Italia.

L’"inversione di tendenza" che fa bene

Con i drammatici accadimenti di questi giorni, è stato chiesto ai ragazzi di contribuire con il loro lavoro al confezionamento di aiuti destinati ai profughi in fuga dalla guerra che perversa in Ucraina. La loro risposta non si è fatta attendere, e nei prossimi giorni sono previste due giornate che li vedranno impegnati nelle operazioni di assemblaggio dei kit umanitari. “Questo progetto, del quale siamo molto orgogliosi”, spiega Roberta Baldazzi, country manager dell’Onlus “è rivolto a persone le cui caratteristiche, il vissuto o potenziali condizioni di discriminazione pongono automaticamente al di fuori dei percorsi più affollati di proposte ed attività di coinvolgimento. Attraverso l’iniziativa ideata in collaborazione con psicologi ed educatori, i ragazzi sono al centro di un’attività il cui obiettivo è capovolgere i ruoli, trasformando chi è generalmente considerato il beneficiario passivo di interventi socio-assistenziali, in protagonista attivo di un’attività di sostegno in favore di coloro che vedono messa in discussione la propria stabilità a causa della pandemia o altre emergenze”.

L’inversione di tendenza che si viene così a generare, è potenzialmente in grado di migliorare le condizioni di vita di chiunque sia coinvolto nell’iniziativa. Come dimostrano le esperienze dei tanti ragazzi che finora hanno preso parte al progetto, seguiti da specialisti come Luca Boraso, educatore professionale e tecnico comportamentale RBT per Lab@ - Progetti educativi per autismo e disabilità dello sviluppo, che spiega così i benefici del percorso: “E’ bene ricordare come l’iniziativa ‘Io comincio da un pasto’ nasce da una fase di progettazione e supervisione fondamentale, ad opera di esperti professionisti, che ci ha consentito di strutturare l’ambiente nel quale i ragazzi hanno lavorato, affinché l’esperienza potesse essere più naturale ed inclusiva possibile. Attraverso il progetto, i ragazzi hanno finora composto oltre 10.000 kit destinati a popolazioni e comunità bisognose; in questo modo, hanno sperimentato un lavoro di gruppo consapevoli che le loro azioni avrebbero determinato il miglioramento della vita di qualcun altro. Questo...” -prosegue Boraso -“è l’obiettivo primario raggiunto, poiché se spesso sono loro i primi beneficiari di progetti e servizi socio educativi, in questo caso essi stessi diventano protagonisti di un cambiamento; con le loro capacità hanno realizzato qualcosa di proattivo verso gli altri”.

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Stimoli e coinvolgimento

Le attività hanno dunque l’obiettivo di stimolare la partecipazione e il coinvolgimento di ragazzi che nel proprio quotidiano vivono in una condizione tale da rendere difficoltose le interazioni sociali. “La motivazione” - prosegue Boraso - “è fondamentale nella quotidianità di ognuno di noi e molto spesso, a questi ragazzi mancava proprio lo stimolo per concentrarsi nelle loro attività. Quando abbiamo spiegato che i loro kit avrebbero aiutato persone in difficoltà, si sono attivati con maggiore energia ed entusiasmo”.

Il progetto è seguito con grande interesse anche da altre associazioni attive sul territorio, come Casa S. Anna – Associazione Mangialafoglia e ANGSA Bologna: “Oltre al confezionamento dei kit per gli aiuti umanitari”- commenta Marialba Corona, presidente di ANGSA Bologna- “i ragazzi sono desiderosi di inviare attraverso i pacchi dei messaggi rivolti ai beneficiari. Frasi di solidarietà, insieme a splendidi disegni per regalare la speranza di un futuro colorato a chi in questo momento è costretto a vivere in una condizione di difficoltà. Perché la storia ci insegna che la guerra erige muri e i nostri ragazzi, con la loro spontanea bontà, vogliono dare un contributo a far cadere barriere ovunque esse siano”.

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