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Erika Bertossi

Collaboratrice cronaca ed eventi

Letture sotto l'ombrellone: i libri "bolognesi" da portare in vacanza quest'estate

Autori felsinei o ambientazione all'ombra delle Due Torri: queste le caratteristiche delle proposte per questa estate per portarsi in vacanza un pezzo di Bologna

Libri che hanno a che fare con Bologna da mettere in valigia e trasformare nel sottofondo delle nostre vacanze, un momento in cui ci si può finalmente dedicare alla lettura in diversi momenti della giornata. Un piccolo pezzo della nostra città, in sostanza, da portare con sè quest'estate a seconda di voglie e stati d'animo. Ecco qualche consiglio letterario made in Bo: 

"Immagini in lento divenire"

Enrico Ruggeri non è quell'Enrico Ruggeri della musica italiana. Un caso di omonimia. L'Enrico Ruggeri autore di "Immagini in lento divenire" fa il medico a Bologna (per la fondazione ANT) ed è un grande appassionato di cinema. Ed è la passione per il cinema a scandire la memoria di questa singolare autobiografia, le cui immagini sono del figlio Michele. 

Ci sono ricordi che sono sepolti da così tanto tempo negli abissi della memoria che per farli riaffiorare bisogna tuffarsi e immergersi in profondità, anche se non sempre si riescono a raggiungere, a volte manca il respiro. Alcune immagini vorresti dimenticarle, spingerle più a fondo, dove non ti facciano mai più rivivere il peso di scelte sbagliate.
La passione per il cinema scandisce la memoria di questa singolare autobiografia, divisa in due parti. Nella prima, la storia progredisce per immagini in lento divenire, emozioni che si rivelano gradualmente per raccontare una vita di amori e passioni. Nella seconda, tre fotogrammi fanno da guida a storie in cui forme, anime e presenze ci conducono in un viaggio fantasmatico.

"Shonny and me": può un cagnolino salvarti la vita? 

Daniela Floris questo libro lo ha scritto praticamente al Sant'Orsola, dove si è operata al cuore. Questa 39enne sarda piena di grinta ha deciso di mettere nero su bianco la sua storia e soprattutto, ha deciso di raccontare come il suo cagnolino Shonny abbia fatto parte di tutto questo. E così cerca di fare innamorare i lettori del suo 'peloso' che si è ammalato anche lui nella stessa zona del cuore colpita dalla patologia di Daniela. Una strana coincidenza, no? 

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"L'ora del tè"

Enrico è il fondatore di BianconiglioLab, un collettivo di giovani creativi nato nel 2019, con sede a Bologna. E' lui che ci racconta che cos'è "L'Ora del tè", opera che nasce come risultato dei laboratori di scrittura creativa e di disegno creativo organizzati da BianconiglioLab e contiene 10 racconti inediti e 17 illustrazioni a colori.

"L’Ora del tè è il momento in cui usciamo dal mondo ordinario ed entriamo nella tana del Bianconiglio». Questo viaggio inizia con "Fausto», personaggio tormentato dalla routine e dalle mosche; porta alla (ri)scoperta di una delle più belle capitali europee, in una «Parigi inconclusa"; continua con "Blackout", un viaggio introspettivo fra safari e gazzelle; dà spazio anche per interessanti incontri inattesi, ne «Il gioco»; attraversa una tempesta emotiva in un percorso sulla diversità e sull’accettazione dell’altro, in un «Amore politico»; passa per «Semel in anno», la cronaca di un giorno molto particolare fra i ricordi del passato e l’ineluttabile presente; rivela che che una «Mutazione» può renderci unici ma non per questo soli; racconta quante cose possono nascere da un’apparentemente innocua partita a biliardo ne «Il Guiccia una sola»; mostra cosa succede quando due classi sociali sono costrette, loro malgrado, a stare insieme, in «Di luce e d’ombra»; si chiude con una storia di ordinaria follia marziana, «Surfando con l’alieno». Le autrici e gli autori sono: Massimo Gualmini, Natalia Paduanello, Francesca Santoli, Lucrezia Fornasini, Dea Agostaro, Cristiana Buganza, Francesca Bologna, Alessandra Loreti, Anna Mozzo, Simone Santini, Roberto Gamberini, Alice Savini, Angela Garofalo, Barbara Ballarin, Maurizia Venturi, Laura Bottelli, Beatrice De Maria, Emma Pedrazzi, Enrico Giancipoli e Martino Louis Tarantola. Nessun virus è stato maltrattato durante la produzione di quest'opera. Bianconiglio - Laboratorio Creativo è un progetto interdisciplinare di attività creative con sede a Bologna. Organizza Laboratori di Scrittura Creativa, Disegno Creativo, Poesia, Lettura Creativa, Lettering, Sceneggiatura, Stand-Up Comedy, Game Design. Per approfondire: www.bianconigliolab.it (c) 2021

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"Il segno di Ustica"

Un libro che parla della strage di Ustica. Nasce dalla necessità di interrogarsi sulle ragioni di questo unicum "Il segno di Ustica", a cura di Andrea Mochi Sismondi, autore e direttore del collettivo di produzione artistica e teatrale Ateliersi di Bologna: il libro (nelle librerie a partire dal 22 giugno) si compone delle conversazioni tra Mochi Sismondi e le artiste e gli artisti che si sono posti in relazione con la strage, per confrontarsi con loro sui diversi approcci che ne hanno contraddistinto il lavoro.  Un dialogo aperto tra l'autore e artisti delle più varie discipline, intellettuali e pensatori che hanno gettato sull'evento il loro personale sguardo. Con interviste a Christian Boltanski, Marco Paolini, Giovanna Marini, Michele Serra, Mariangela Gualtieri, Nino Migliori e molti altri. 

Andrea Mochi Sismondi è autore e direttore artistico del collettivo Ateliersi, all’interno del quale crea, insieme a Fiorenza Menni, progetti animati da un approccio antropologico all’arte e caratterizzati dall’attrazione per l’alterità e dalla sperimentazione di pratiche interdisciplinari. Mantenendo un focus specifico sulle arti performative, si dedica contestualmente alla cura del programma dell’Atelier Sì – hub per la sperimentazione artistica e culturale nel centro di Bologna – e alla pubblicazione di testi collegati al suo lavoro in teatro. Nel 2012 esce per Ombre Corte il suo libro Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa, ospiti dei rom, dedicato al lungo percorso di ricerca a Šutka, in Macedonia. Nel 2016 debutta De Facto, opera poetica elettronica di Ateliersi, per la quale conduce un’attenta analisi delle fonti relative alla vicenda di Ustica. Da quell’esperienza nasce il desiderio di ampliare l’orizzonte di indagine, che lo porta negli anni seguenti ad approfondire il lavoro dell’Associazione Parenti delle Vittime e a proporre un vasto confronto con gli altri artisti e pensatori che hanno lavorato sulla strage.

Quali sono i legami fra la pubblicità e il cinema? 

"Pubblicità e cinema: testi e contesti fra semiotica e marketing". Per chi anche in spiaggia ha bisogno di contenuti di un certo spessore e tiene a togliersi qualche curiosità in più. A cura di Martina Federico e Ruggero Ragonese questo libro si occupa di brand movie, product placement, trailer, transmedialità, le sigarette di Tarantino e gli spot di Wenders e Fellini, e ancora i fashion film, l’automobile di James Bond e il caffè di Nino Manfredi. Sono tanti e noti i legami fra la pubblicità e il cinema. Attori che diventano testimonial, marchi
che fanno capolino fra le inquadrature fino a caratterizzare un luogo o un personaggio, richiami reciproci, storytelling e strategie di marketing multimediali. Dopo un’attenta verifica epistemologica e semiotica che intende fissare alcuni punti fermi categoriali in una casistica filmica contraddistinta da poche regole e tante eccezioni, il volume indaga l’intricato universo dei rimandi, delle citazioni, degli innesti che fin dall’origine animano questo rapporto. Una particolare attenzione è riservata alla pubblicità e alla sua capacità di “parassitare” il fenomeno cinematografico, ma anche di farne parte, di essere insieme elemento interno e testualità esterna e autonoma.

Martina Federico, dottore di ricerca in Scienze del linguaggio e della comunicazione, collabora con la cattedra di Semiotica dell’Università di Modena e Reggio Emilia e con quella di Linguaggi della creatività contemporanea dell’Università IULM di Milano. Scrive per “Segnocinema” e “Doppiozero”. Ha pubblicato Trailer e film. Strategie di seduzione cinematografica nel dialogo tra i due testi
(Mimesis, 2017).

Ruggero Ragonese, ricercatore di Filosofia e teoria dei linguaggi all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove insegna Teoria della narratività e Marca e comunicazione digitale. Docente nel Consorzio universitario americano USAC – University Abroad, ha collaborato con diverse università e accademie nazionali e internazionali. Fra le sue pubblicazioni: Farsi spazio (FrancoAngeli, 2015). Studi Superiori. pp. 216, € 21,00

"Let them talk - Ogni canzone è una storia": Cesare Cremonini fra musica e vita

"Ogni canzone è una storia" (Mondadori), un libro di Cesare Cremonini in cui la musica diviene, attraverso le sue parole, racconto: delle sue canzoni e della sua vita, del passato ma anche del presente e del futuro, di una generazione e del suo modo di pensare, di Cremonini ma anche di tutti noi. "(…) Faccio canzoni solo quando trovo un punto di incontro. Con vite devastate, vissute fino in fondo. Con gli uomini e le donne che hanno già amato, sofferto e dato. Anche se le mie canzoni restano sospese in un sentimento leggero, che tende alla gioia, è proprio in quelle vite che trovo l’interlocutore ideale, nel punto di contatto in cui siamo fragili. È lì che finiamo per somigliarci tutti. Così questo libro non cercherà di raccontare le mie diversità, ciò che mi rende unico per i dolori vissuti o per le fortune e i successi. Al contrario. Questo libro è nato, come tutte le mie canzoni, per far incontrare, e stringersi in un abbraccio, la mia storia con le storie di chi vi entra o ci passa accanto per caso. Le canzoni sono piene di metafore convincenti, ma quella che preferisco è già qui, la state leggendo. Anche Tu, come Me". 

Cesare Cremoni racconta così lo spirito di questo libro, con un invito ai lettori ad abbandonarsi al suo mondo per riconoscervi, forse, anche il loro. Cremonini è stato, fino a questo libro, uno dei misteri meglio custoditi della musica italiana. Di lui conoscevamo soprattutto le canzoni, l’ironia e la riservatezza. Perciò Let them talk - Ogni canzone è una storia, è un piccolo miracolo.  
 
In queste pagine Cremonini finalmente si svela, con estro inafferrabile, come nel suo stile, disseminando la scrittura di indizi, di tessere che a poco a poco compongono il mosaico della sua personalità. Il fascino di Cremonini sta infatti proprio nelle sue contraddizioni, era un bambino introverso fino alle lacrime ma allo stesso tempo accentratore, esibizionista, già votato allo spettacolo: «(…) sono stato un figlio che sfuggiva alle regole borghesi della famiglia pur assimilandone i comandamenti, per nulla impaurito dall’idea della fuga verso il mondo esterno, anzi attratto dagli sguardi degli altri. Un figlio che scriveva in continuazione, recitava, ballava, inventava, durante le vacanze in famiglia, durante le lezioni a scuola, durante i pomeriggi di studio, prima di dormire e anche nei sogni. (…) Ogni sera nella camera dei miei andava in scena un musical diverso. (…) Tutti i giorni con un’idea diversa di me».  
Quella di Cremonini era una famiglia indifferente alla musica, mentre lui si scopriva un piccolo pianista che cresceva ossessionato dalle note, fino alla ribellione, al travestimento, alla fuga e al successo improvviso, travolgente. 
 
Oggi, a quarant’anni, Cesare Cremonini è una star, un uomo che, mentre ti parla, sorride, ma nasconde più di un lato oscuro. E in questo libro li rivela, non per soddisfare la nostra morbosità ma perché è da queste ambivalenze, dal buio dove vivono i suoi demoni, contrapposto alla solarità del suo continuo omaggio alla vita, che sono nate le sue canzoni. «Ero felice, è vero. Ma a volte non si ha altra scelta». 

Le canzoni, filo conduttore, ma solo apparente, di Let them talk, stavolta parlano loro eccome! Ognuna è la chiave di un mondo, uno scrigno che Cremonini ci apre per farci attraversare le porte di quel mondo, il suo. Fatto di un’attrazione totale verso il lato poetico della vita, di curiosità verso l’ignoto, di grandi perdite e di sogni ritrovati, di libri letti e immaginati, di film visti e interiorizzati, per spiegarci che l’arte è una sola e ci ricorda chi siamo: «(…) Io non sono soltanto un cantante. Questa parola di cui si abusa mi rappresenta solo in parte. Sono un uomo, e se oltre a un uomo sono davvero un artista, questo fa un artista: getta su un foglio quel che percepisce come imminente, senza sapere quando e per chi accadrà».
 
Lo sfondo di questo racconto sono i famosi colli bolognesi e le strade segrete di un’ Emilia Romagna divertente, sexy, generosa di forme e tollerante nell’animo, fertile vivaio di grandi talenti e campioni. Proprio a questa terra appartiene il genio artistico di Aldo Drudi, poliedrico designer che ha creato la copertina di Let them talk.
 
Infine, chiude il libro una postfazione firmata dallo scrittore e giornalista musicale Michele Monica che, come scrive Cremonini, «ha saputo convincermi a scrivere e a raccontarmi», e che nelle pagine finali inquadra le canzoni e la carriera del cantautore bolognese degli ultimi vent’anni.
Cesare Cremonini, Let them talk,  in libreria in libreria dal 1 dicembre e preordinabile sugli store digitali dal 7 novembre, Mondadori, 228 pagine, 18 euro.

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