Margherita e la sua storia di vita con Elena, disabile dalla nascita: "Amiche, non coinquiline"
Un annuncio sui social per trovare una nuova coinquilina “speciale” che è costato ad Elena insulti e brutte parole. A BolognaToday parla Margherita, la sua ultima compagna di stanza, e racconta cosa significa abitare in collaborazione e andare oltre certe barriere
Prima la ricerca di una coinquilina, poi gli insulti. Abbiamo raccontato la storia di Elena Rasia, giornalista bolognese di 31anni, e delle difficoltà che ha affrontato nel riuscire ad emanciparsi. Elena ha una disabilità dalla nascita (paralisi celebrale infantile) ed è in sedia a rotelle. Nell'ultimo periodo è alla ricerca di una coinquilina "speciale" che la aiuti nella vita quotidiana in cambio dell'affitto. Sono state queste le - semplici - condizioni che la ragazza ha postato nel suo annuncio sui social. Poco è bastato per vedersi ricoperta di insulti. Nella giornata di ieri il sindaco metropolitano Matteo Lepore ha rilanciato l'appello della ragazza e l'ha difesa dalle ingiurie mediatiche.
Accusata di sfruttamento e di "voler avere una badante gratis", l'ultima coinquilina di Elena è stata Margherita. "Abbiamo deciso insieme che non potevamo più vivere sotto lo stesso tetto" ha spiegato Elena. A BolognaToday Margherita ha raccontato la sua esperienza di vita di tre anni e mezzo con Elena.
Margherita, cosa ti ha spinto - tre anni fa - ad candidarti all'annuncio di Elena e ad accettare di diventare la sua coinquilina?
"Tre anni fa stavo cercando da mesi una casa dove stare a Bologna, avevo da poco un part time e gli affitti erano altissimi come adesso. Con meno di seicento euro al mese non ti puoi permettere niente e stavo per rinunciare ad abitarci trasferendomi a Ferrara e iniziando a fare la pendolare per continuare a tenermi il lavoro. Quando ho letto l'annuncio di Elena ho visto un'occasione che veniva in contro alle mie necessità e possibilità. Ho accettato anche perché Elena è stata chiarissima nel parlare delle cose in cui aveva bisogno.
Questo ha aiutato a buttare giù qualche tabù e imbarazzo, e a capire le fasce orarie effettive: avevo le giornate tutte per me, le notti in cui chiedeva di restare a dormire a casa erano 4 a settimana (mi sono alzata circa due volte all'anno per aiutare Elena la notte) e il week end era libero. Il progetto a causa di tanti cambiamenti (lavoro e Covid in primis) è cambiato tante volte in questi anni e adesso Elena con tanto sforzo sembra sia riuscita a ricreare l'organizzazione di quando ci conoscemmo".
Com'è stato vivere con lei?
"Ci siamo conosciute nel 2020 e da allora abbiamo passato tanti momenti bui causa periodo pandemia, ma abbiamo trovato molta compagnia e sostegno l'una dall'altra. Siamo diventate amiche e abbiamo condiviso casa fino a quest'estate. Da quando aprimmo le pagine sociale è diventato tutto emozionante in casa e fuori casa. Insieme ci siamo sopportate, supportate, abbiamo discusso, riso e pianto non so quanto. Quando volevamo stare da sole in privacy ci mettevamo in stanze diverse".
Le due ragazze nfatti hanno aperto il profilo social "Indi Mates" (compagni di indipendenza, ndr) proprio per raccontare la loro storia di quotidianità. Un progetto che fa capo alla volontà di vivere in modo più collaborativo e al di là delle barriere fisiche date dalla disabilità. Da questa pagina è partito il nuovo appello di Elena per trovare una nuova "compagna di indipendenza".
Cosa ne pensi di tutta questa storia legata agli insulti?
"Delle lamentele e accuse su internet? Credo sia tutto un grande misunderstanding... Le persone che hanno commentato non conoscono bene la situazione immobiliare delle città universitarie (di Bologna in primis), ne la prospettiva di vita delle persone con disabilità e la vita indipendente. Elena forse non ha saputo spiegare bene nell'annuncio il suo progetto e qualcuno ha capito che offrisse lavoro in nero. Non è così.
Quello che offre Elena, qua a Bologna, è una manna dal cielo per uno studente che deve scontrarsi col caro affitti in una città università e ambita come il capoluogo emiliano. L'offerta di Elena mi sembra uguale a quella che fece a me anni fa. Io - abitando con lei - ho potuto investire meglio nel mio lavoro e trasformarlo in un contratto a tempo indeterminato. Non è detto che il suo progetto faccia per tutti, ma a qualcuno potrebbe interessare parecchio come interessò a me al tempo. Assicurazioni, coperture, sforzi fisici e chiarimenti? Chiedeteli a lei, saprà rispondervi".
Cosa hai imparato da questa esperienza?
"A volte mi capita di essere molto disponibile e comprensiva con le persone e di non tutelarmi abbastanza, questo mi complica le cose. Con lei ho capito che se c'era qualcosa di cui non ero sicura di voler/poter fare dovevo essere risoluta e dirlo, senza sentirmi in colpa o egoista. Dopotutto ero la sua coinquilina e avevo anch'io la mia vita. Si può essere disponibili finché si è tranquilli nel farlo ed è giusto anche dire di no se non possiamo/vogliamo farlo, o anche rivedere tutto quanto e ammettere che le volontà o gli impegni reciproci non si incastrano più. L'altra persona lo capirà, e se non lo capisce subito lo capirà poi".
Ci sono stati alti e bassi?
"Di alti e bassi ce ne sono stati diversi, abbiamo avuto i nostri problemi di far incastrare le proprie necessità. Lei era una da 'sere tardi' mentre io spesso sbadigliavo già alle 21.45 e la messa a letto a volte si è complicata per questo. Durante la pandemia abbiamo iniziato a stare insieme più ore durante la settimana, lei aveva cambiato tirocinio e non aveva una sede lavorativa fuori casa. Alcune mattine le aveva totalmente scoperte e io lavorando solo al pomeriggio avevo modo di aiutarla a non essere da sola. Con la routine cambiarono le assistenti, le educatrici. L'altalenante presenza o mancanza di supporto assistenziale creava non poco disagio.
Ci sono state situazioni un po' problematiche denunciate da Elena attraverso i social. È capitato in giorni isolati che Elena si ritrovasse senza assistenza per problemi con i suoi servizi e nel pieno pomeriggio rimaneva senza copertura non sapendo come fare. Io lavoro spesso all'aperto e se le giornate lo concedevano veniva con me per non trovarsi da sola per 4 ore, poi tornavamo a casa insieme. Poi anch'io a volte avevo qualche grattacapo da risolvere ed Elena mi ha sempre dato una mano. Ad esempio, le volte che ho avuto problemi economici mi ha aiutato facendomi la spesa. Tutte queste sono situazioni (soprattutto in piena pandemia) che abbiamo provato a risolvere insieme da pari, arrangiandoci con i nostri mezzi, perché tenevamo l'una all'altra e avevamo bisogno di supporto durante un periodo orribile".
Come vi organizzavate la giornata?
All'inizio (più o meno come propone nell'annuncio adesso) la routine era la seguente: da lunedì sera fino a venerdì mattina io davo esclusivamente copertura notturna e prima mattina, dalle 23.30 alle 9.00. Da quando usciva di casa alle 9.00 capitava che non ci si vedeva fino a sera. Il resto della giornata lei aveva le sue coperture tra lavoro, educatrici ed assistente, ed io avevo il mio tempo libero e il mio lavoro. Il venerdì dopo pranzo Elena andava a casa dai suoi genitori e e dormiva da loro. Il week end totalmente libero".
Quali sono stati gli aspetti economici?
"Ho usufruito di una casa e un posto letto per 3 anni pagando soltanto le utenze. Per la mia situazione economica è stato estremamente vantaggioso e rasserenante. Potevo star tranquilla che avevo una casa in cui tornare senza preoccuparmi di scadenze o altro e pensare alle mie spese personali. Ad amministrare la casa ci pensava la famiglia di Elena e la cooperativa che affitta l'appartamento. Io dovevo solo essere in casa per quelle 4 notti a settimana, aiutare il minimo indispensabile e versare mensilmente i 50 euro delle utenze".
Cosa ti senti di augurare a chi pensa di rispondere all'annuncio?
"Consiglio di parlare con Elena personalmente se sorgono sono dubbi o timori, di gettare via preconcetti e pregiudizi sulla disabilità e di spogliarsi dai tabù sociali. Nel provare questa nuova esperienza ho dato una chance soprattutto a me stessa, che non sapevo fare nulla, e credo di esserci riuscita".
Tutte le foto sono state realizzate dal fotografo Alessio Mingiardi