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Giovedì, 25 Aprile 2024

Noemi di Leonardo

Giornalista BolognaToday

Migranti. Lo scontro Lepore-Salvini. E le guerre di serie 'B'

Ci sono profughi e profughi? Sul tema si è consumata una lite social tra il leader della Lega e il sindaco. L'emergenza Ucraina ci sta coinvolgendo, ma non scordiamoci tutto il resto

Ci sono migranti e migranti, ci sono le persone che scappano dalle guerre, dalla fame e dalla distruzione in Europa e le persone che scappano dalle guerre, dalla fame e dalla distruzione nel sud del mondo, ma anche no.

Sul tema si è consumata una breve e concisa scaramuccia su twitter tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. "Accogliere chi scappa davvero dalla guerra è un dovere morale, porte e cuori aperti a donne e bimbi dall’Ucraina. Ma far sbarcare decine di migliaia di clandestini, che spesso piuttosto la guerra ce la portano in Italia, è indegno, per un Paese e per un ministro", ha scritto Salvini riportando il titolo di un articolo de Il Giornale. "Vergognati! Mi chiedo come tu possa guardarti allo specchio senza provare vergogna per quello che dici" è stata la risposta lapidaria del primo cittadino di Bologna. 

Eh si, perché l'attacco all'Ucraina, con migliaia di rifugiati in arrivo nel nostro paese, ci sta impegnando e coinvolgendo, giustamente, anche emotivamente, si tratta perlopiù di donne con figli minori, mentre gli uomini sono rimasti nel loro paese, forse a combattere, forse a cercare di opporsi all'offensiva di Mosca, che conta, secondo le stime circa 900mila di unità, escluso i riservisti, contro circa 200mila, senza contare carri armati, forze navali e aeree e gli investimenti, 154 miliardi di dollari contro i poco meno di 12 (stima Il Sole24ore), in pratica "armati fino ai denti", contro "facciamo con quello che abbiamo", potremmo dire. Sta di fatto che comunque vada, sarà un disastro. 

Come è già accaduto per la Gran Bretagna, Usa, Canada e Germania e Parlamento europeo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlerà in videoconferenza con le Camera e Senato in seduta comune, la mattina del 22 marzo alle 11. 

Poi ci sono "tutti gli altri", i migranti, i "clandestini" di cui, sembra, ci siamo dimenticati: ricordiamo quelli al confine tra Polonia e Bielorussia? Quello che sono morti anche di freddo, e continuano. La Bielorussia, il suo presidente, Alexander Lukashenko, che governa il paese da quasi trent'anni, appoggiato anche da Mosca, ricambia supportando l'attacco all'Ucraina. 

Le guerre "passate in secondo piano"

Siria, Yemen, Somalia, Nigeria, Myanmar, Afghanistan, Sudan, Congo, Iraq, Somalia, Libia, per citarne "alcune". Talvolta non a suon di bombe lanciate da forze aeree, conflitti sparsi nei territori, spesso senza governo, lì si preferiscono le mine anti-uomo, piccole scatoline che basta pigiare con un piede, anche di bambino, qualche carro armato c'è, ma tante, tantissime le armi imbracciate. Poi ci sono i paesi con situazioni "al limite" del conflitto o della guerra civile.

Bene, non staremo a indagare i motivi che causano le guerre, ci limitiamo a ripetere che fanno morti, portano fame, dentro e fuori dai confini, crisi dei rifornimenti e, appunto, rifugiati, sfollati, profughi, migranti, sono tutti sinonimi, più o meno. 

E poi arrivano la fame e la siccità. Si fa presto a trasformarsi in quelli che, con una certa ipocrisia e anche un po' di disprezzo, chiamiamo "migranti economici", sarebbe strano il contrario, quando ti distruggono ospedali, strade, case, ti privano "semplicemente" del diritto di usufruirne, o non ci sono affatto, sono quello che noi italiani siamo stati per decenni e forse siamo ancora oggi, anche se spesso siamo laureati e diventiamo "cervelli in fuga". 

Non volendo essere retorici, ci limitiamo a ricordare anche gli "altri", quelli dei gommoni, quelli che sbarcano, quelli che affollano Lampedusa, ad esempio, che magari arrivano dai lager libici, in ciabatte e maglietta strappata, dopo essere stati caricati, a pagamento, e che rimangono in quel "cimitero liquido" per citare le parole di un ex politico, che è il Mediterraneo, mentre i più "fortunati" potrebbero finire impiegati e sfruttati nei campi. 

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