rotate-mobile
Attualità

La pandemia non ferma la raccolta di sangue: "Avanti anche con la produzione di plasma iperimmune per i malati Covid"

Così l'Assessore Donini fa il punto su attività e ruolo del Sistema sangue dell’Emilia-Romagna nell’ultimo biennio, anche durante l’emergenza pandemica

“In questi anni difficili di emergenza sanitaria il nostro sistema è stato capace di reggere all’urto della pandemia... Durante l’emergenza sanitaria abbiamo garantito la raccolta del sangue, seppure con maggiori difficoltà, e abbiamo avviato un progetto importante come quello della produzione di sangue iperimmune".

Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, commentando il documento che da un lato fa il punto su attività e ruolo del Sistema sangue dell’Emilia-Romagna nell’ultimo biennio, anche durante l’emergenza pandemica, dall’altro costituisce la base di partenza per definire la programmazione triennale del nuovo Piano sangue e plasma regionale.

Frutto di una stretta collaborazione tra Regione, Centro regionale sangue, servizi trasfusionali e associazioni di donatori, il documento è stato approvato in questi giorni dalla Giunta regionale. Tra i principali obiettivi delineati: incentivare ulteriormente le donazioni, che nonostante le difficoltà legate alla pandemia hanno retto, investire sulla tracciabilità del percorso trasfusionale e concentrare la lavorazione degli emocomponenti delle unità raccolte in un unico centro di qualificazione biologica e di lavorazione.

Plasma iperimmune:  lo studio per produrlo da donatori e pazienti che hanno contratto il Covid-19 

La raccolta di plasma iperimmune e l'impegno della regione

Il sistema è stato in prima linea nella lotta al Covid-19 progettando la produzione di plasma iperimmune: attualmente sono disponibili le unità di plasma iperimmune da destinare ad uso clinico. La Regione, infatti, ha realizzato uno studio di fattibilità concluso il 31 dicembre 2020 sulla raccolta di plasma iperimmune da soggetti positivi agli anticorpi SARS-CoV-2 e uno studio specifico sul contagio da COVID-19 nella popolazione dei donatori di sangue. Grazie alla valutazione epidemiologica effettuata nel 2020, che ha coinvolto oltre 90 mila donatori, è stata avviata la raccolta di plasma iperimmune da donatori guariti.

Nel 2016 è stato poi costituito il Raggruppamento Interregionale Plasma e Plasmaderivati (RIPP) tra le Regioni Emilia-Romagna (capofila), Calabria, Puglia e Sicilia: dal 25 novembre 2020 le ditte aggiudicatarie della gara unica interregionale hanno cominciato a ritirare il plasma presso i servizi trasfusionali e le regioni. I prodotti ottenuti dalla trasformazione del plasma sono in distribuzione dal mese di luglio 2021.  

Dati 2021

Nel 2020 sono state raccolte 280.249 unità di sangue, plasma e piastrine su tutto il territorio regionale, salite a 288.000 nel 2021 (dato non ancora consolidato): un risultato raggiunto grazie ad associazioni e federazioni di donatori che hanno contribuito per il 65% alla raccolta totale.

Il sistema regionale è stato inoltre in grado di garantire, come sempre, l’autosufficienza nazionale supportando le regioni carenti: sono state inviate fuori dall’Emilia-Romagna 10.195 unità nel 2020 e 7.937 nel 2021.

Sul fronte della cooperazione internazionale, nel 2021 sono stati donati alla Palestina 350 flaconi di Kedkom, 3840 flaconi di Klott e 350 flaconi di Ixed, emoderivati salvavita.

Terapia a base di plasma iperimmune: ecco come funziona

Secondo quanto spiega il Ministero della salute:  "La terapia con plasma da convalescenti prevede il prelievo del plasma da persone guarite dal Covid-19 e la sua successiva somministrazione (dopo una serie di test di laboratorio, anche per quantizzare i livelli di anticorpi “neutralizzanti”, e procedure volte a garantirne il più elevato livello di sicurezza per il ricevente) a pazienti affetti da COVID-19 come mezzo per trasferire questi anticorpi anti-SARS-Cov-2, sviluppati dai pazienti guariti, a quelli con infezione in atto.

Gli anticorpi (immunoglobuline) sono proteine coinvolte nella risposta immunitaria che vengono prodotte dai linfociti B in risposta ad una infezione e ‘aiutano’ il paziente a combattere l’agente patogeno (ad esempio un virus) andandosi a legare ad esso e “neutralizzandolo”. Tale meccanismo d’azione si pensa possa essere efficace nei confronti del SARS-COV-2, favorendo il miglioramento delle condizioni cliniche e la guarigione dei pazienti."

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La pandemia non ferma la raccolta di sangue: "Avanti anche con la produzione di plasma iperimmune per i malati Covid"

BolognaToday è in caricamento