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Zona rossa, il nuovo ristorante Thai apre lo stesso: "Il Covid non ci ferma. 200 curricula in pochi giorni"

Alessandro e altri tre ragazzi gestiranno la cucina dopo un lungo periodo di affiancamento a degli chef thailandesi. Si parte, con l'asporto, guardando al futuro

Si apre lo stesso, anche se siamo in zona rossa. Hanno deciso così i titolari di quello che sarà (da domani) il primo ristorante Thailandese a Bologna dopo un anno esatto di tira e molla, di chiusure parziali e totali, di timori legati alla pandemia: "Non molliamo e alziamo la serranda nonostante la situazione non sia certo delle migliori - Alessandro Zanelli racconta dell'impresa nata per volontà degli zii, esperti viaggiatori e appassionati di cultura asiatica - all'inizio faremo l'asporto dal ristorante (il ritiro è consentito a chi vive in zona) e il delivery per poi cominciare con il servizio vero e proprio una volta che saremo in zona gialla o bianca". I locali del piccolo ristorante di via Collegio di Spagna avevano già avuto un legame con l'Oriente visto che sono già stati la casa di un ramen bar. 

200 curricula in pochi giorni: è stato il passaparola

L'opening, annunciato dalla pagina Facebook di Kinkhao (questo il nome del ristorante) qualche settimana fa, ha fatto un bel passaparola, tanto che sono arrivati in pochissimi giorni circa 200 curriculum vitae e la curiosità è cresciuta, soprattutto perchè sarebbe il solo locale in città con cucina autentica non fusion. Lo staff è composto da quattro ragazzi sui trent'anni con esperienze internazionali e una lungo affiancamento a chef thailandesi: Ximena Stempkowski, Alessandro Zanelli e i cuochi Ermanno Orsi e Giancarlo Bruzzi. 

Siete stati coraggiosi ad aprire in questo momento. Esattamente quando cominciate e cosa offrite? Da dove nasce l'idea?

"Partiamo dall'idea, che nasce a seguito di alcuni viaggi dei miei zii fatti negli anni '90. L'amore per la cucina thailandese è stato folgorante, tanto da spingerli ad aprire delle attività e scegliere degli chef del luogo per formare i cuochi che poi avrebbero seguito le cucine. Bologna era nei piani e qui subentro io - racconta Alessandro, che è il rappresentante legale dell'attività felsinea - con un progetto nato proprio poco prima della pandemia e quindi subito interrotto. Un'interruzione che però non ha smorzato l'entusiasmo e che ci ha fatto lavorare sodo nonostante tutto. Pensavamo di aprire a febbraio, ma poi ecco le nuove restrizioni. Adesso però basta: domani (mercoledì 10 marzo 2021 ndr) si comincia". 

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Non tutti conoscono la cucina Thailandese e scegliere cosa assaggiare potrebbe essere difficile. Qualche consiglio?

"Un pasto completo thailandese è composto da piatti diversi fra loro con un buon bilanciamento di ingredienti e sapori. Tradizionalmente dovrebbe essere sempre disponibile una zuppa, un curry, un fritto e un piatto a base di verdure. Ci deve essere un’armonia di gusti e consistenze tra i singoli piatti e l’intero pasto. Una portata molto speziata sarà sempre accompagnata da una più insipida; al contempo non può mancare la presenza di un piatto fresco e croccante quando è stata ordinata una zuppa o un cibo particolarmente grasso e dal sapore corposo. Il riso è onnipresente, cotto al vapore, sticky rice o sotto forma di noodles di vari formati. Alternativa meno usata ma comunque popolare sono gli spaghetti di soia o quelli a base di pasta all’uovo (meno comune).

Qual è il vostro target? Quali sono le aspettative su Bologna? 

"Al 75% è femminile. Si sa (lo confermano i dati statistici), le donne sono più curiose e sperimentano di più rispetto agli uomini. Questa è una delle città giuste e per di più saremo i primi a fare una cucina thailandese pura". 

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