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Giovedì, 28 Marzo 2024
Salute

Sanità: si rafforza la rete delle donazioni e dei trapianti, pronto il nuovo Piano Regionale

Per vincere questa sfida, la Regione ha voluto al fianco un nome d’eccellenza: il professor Antonio Daniele Pinna, pronto a rientrare da Abu Dhabi in Emilia-Romagna

La Regine Emilia Romagna rafforza la rete delle donazioni e dei trapianti, già solida e ben organizzata, attraverso un nuovo piano che si chiama “Percorsi innovativi per il potenziamento della Rete trapiantologica regionale e trapianti sperimentali”. 

Per vincere questa sfida, la Regione ha voluto al fianco un nome d’eccellenza, il professor Antonio Daniele Pinna, pronto a rientrare da Abu Dhabi in Emilia-Romagna; a lui è affidato il compito di supervisionare e guidare la Rete nella realizzazione del programma, sviluppando e valorizzando l’attività dei Centri trapiantologici affinché l’intero sistema possa compiere un ulteriore salto di qualità. Guardando sempre più al futuro sul fronte della ricerca - in particolare l’utilizzo dell’immunoterapia per ridurre gli effetti indesiderati dei farmaci immunosoppressivi sui pazienti trapiantati - e delle tecniche di trapianto.

In previsione ci sono l’incremento e l’organizzazione dei trapianti di fegato e di rene da vivente; i trapianti combinati toracici ed addominali; i trapianti multiviscerali e di utero, e il cosiddetto ‘split liver’, la suddivisione del fegato del donatore in due parti, per poterle utilizzare su due pazienti diversi. Interventi da un lato altamente innovativi e di massima complessità, dall’altro già consolidati ma che richiedono uno sviluppo nell’ottica di garantire standard sempre più elevati, che solo un sistema donativo-trapiantologico strutturato e organizzato, dotato delle migliori tecnologie e professionalità, può assicurare.    

Novità del Piano regionale

Il Programma su cui punta la Regione passa attraverso l’organizzazione dipartimentale della Rete trapiantologica, ovvero di una maggiore strutturazione delle relazioni clinico-organizzative tra i Centri e di un potenziamento delle funzioni trasversali - ricerca, formazione, governo clinico - a supporto della rete. Un modello di relazioni funzionali che da un lato vede i Centri della rete donativo-trapiantologica regionale mantenere la propria autonomia, indipendenza e responsabilità, e dall’altro riconosce la loro interdipendenza in funzione del raggiungimento di obiettivi comuni - clinico assistenziali, etici ed economici - in ragione dei quali vanno individuati percorsi collaborativi interaziendali.

Il Piano guarda a specifici obiettivi: individuare le necessità relative ad innovazione dei modelli assistenziali, delle tecniche trapiantologiche e delle dotazioni tecnologiche, con particolare attenzione ai trapianti sperimentali; definire programmi di aggiornamento tecnologico continuo e di acquisizione, qualificazione e formazione delle risorse umane, anche attraverso master per il perfezionamento delle attività di studio, selezione e trapianto e per il follow up dei pazienti; mettere a punto proposte di riassetto di rete, garantendo l’autonomia gestionale di ciascun Centro. E ancora, prevedere percorsi clinico-assistenziali trasversali a livello regionale, anche mediante un più equilibrato bilanciamento tra la mobilità dei pazienti e quella delle equipe assistenziali, grazie a collaborazioni interprofessionali e interaziendali che favoriscano l’utilizzo delle migliori competenze cliniche.

Tra gli ulteriori elementi innovativi, la ridefinizione dell’assetto organizzativo e funzionale del Centro regionale trapianti (la struttura operativa-gestionale della Regione che ha attribuzioni di supporto, collaborazione e attuazione della programmazione sanitaria regionale) e del Comitato regionale trapianti, di cui viene mantenuta la suddivisione in Comitato, Esecutivo del Comitato e Commissioni tecniche, ma le cui attribuzioni sono ripensate in modo sostanziale.

Aumentano i trapianti in Emilia-Romagna

Sono 384 trapianti (24 cuore, 154 fegato, 198 rene, 8 polmone) effettuati in Emilia-Romagna dall’1 gennaio all’11 novembre 2019, in netto aumento rispetto all’intero 2018, in cui ne furono effettuati 319.  E sale il numero dei donatori utilizzati: 149, contro i 114 dello scorso anno. Un incremento consistente, legato anche all’utilizzo della donazione di organo a cuore fermo, che da gennaio a novembre ha potuto contare su 18 donatori (erano 10 nel 2018). 

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