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Strage di Bologna, Fioravanti firma articoli sull'Unità: "ma anche" sul Riformista di Renzi

Tra le condanne anche quella per la strage alla stazione di Bologna, ma l'Unità non è più l'Unità, da tempo

"Fioravanti continuerà a scrivere per l’Unità, anche se c’è chi vuole mettergli il bavaglio. Fioravanti è una persona, è un essere umano, è sapiente. Perché esercitare una censura nei suoi confronti? Valerio Fioravanti è stato un terrorista fascista. Non solo un terrorista e non solo un fascista. Le due cose insieme, e questa sarebbe la cosa insopportabile". Così il direttore del "nuovo" giornale l'Unità,Piero Sansonetti, sulle polemiche, a dir poco, che ha scatenato la nuova firma del giornale, lasciato morire e risorgere più e più volte. 

Valerio Fioravanti, 65 anni, ex esponente dei Nar - Nuclei Armati Rivoluzionari - , terrorismo nero, per capirci, con diversi omicidi sulle spalle e un "catalogo" di altri reati, furto e rapina, sequestro di persona, detenzione illegale di armi, ricettazione, violenza privata, associazione per delinquere, lesioni personali, tentata evasione, banda armata, strage e attentato per finalità terroristiche e di eversione, è un articolista anche dell'Unità. Anche perchè "Giusva" ha scritto anche per Il Riformista, già diretto da Sansonetti e, da un paio di mesi, da Matteo Renzi.

Ma torniamo all'Unità: i bolognesi forse saranno tra i più turbati per la notizia, vista la condanna di Fioravanti, insieme alla moglie Francesca Mambro, per la strage alla stazione del 2 agosto 1980 per la quale, dopo 43 anni, si stanno celebrando ancora i processi, ma questa è ancora un'altra storia. Perchè l'Unità,  come "sottotitolo" recava scritto "fondato da Antonio Gramsci nel 1924" ed è stato l’organo ufficiale del PCI, poi del PDS, poi di nessuno. 

Fioravanti, da diversi anni gode del regime di semilibertà e presta la sua opera all'associazione "Nessuno tocchi Caino", la lega internazionale per l’abolizione della pena di morte, che edita anche una rivista. Per Sansonetti "Fioravanti è Caino, è una persona - ed è anche - sapiente. Perché non trovo non dico una ragione, ma nemmeno un centesimo di millesimo di ragione per immaginare di dovere esercitare una censura nei confronti di Fioravanti". 

Al di là dell'opportunità e della reazione emotiva, al di là di cosa si pensi del Fioravanti, il quotidiano fondato a Milano, appunto, da Gramsci come organo del PCI, soppresso nel 1926, in seguito alle leggi fasciste, che continuò a pubblicare clandestinamente, fu l’organo ufficiale del PCI fino al 1991poi del PDS, è stato forse più "incasinato" degli attuali dem. 

L'amara vicenda dell'Unità

Nel 1998 la società editrice diventò una spa, nel 2000 le vendite crollarono e venne sospeso. Torno' in edicola ad aprile del 2011, ma nel 2014 vi fu ancora uno stop per debiti. A giugno del 2015 divenne una srl e tornò a pubblicare, esattamente due anni dopo sospese di nuovo la pubblicazione, sempre per i debiti. E' tornato in edicola, edito dalla Romeo editore - lo stesso del Riformista - e diretto da Piero Sansonetti a marzo del 2023. Con buona pace dei giornalisti e dei poligrafici lasciati in mezzo a una strada anche a Bologna. 

Da più parti Matteo Renzi, ex segretario PD, ex presidente del consiglio ex promotore del partito unico con Azione, è stato considerato, se non il fautore, quantomeno un complice dell'affossamento del giornale: "Credo che anche tu sia fra quelli che neanche scorre la prima pagina del giornale eppure, quando mi hai congedato a Palazzo Chigi, hai urlato allegramente: 'Voglio un giornale bello, di tante pagine e non preoccuparti per i soldi… quelli ci sono!' Chissà se te lo ricordi. Purtroppo non è così - gli scriveva l'ex direttore Sergio Staino a gennaio del 2017 - In nessun momento il partito ha dato un segnale nei confronti miei e del giornale. L’occasione è pronta: il 12 gennaio ci sarà un Consiglio di Amministrazione in cui si sanzionerà l’ennesimo fallimento e l’ennesima chiusura. Cosa ne guadagni questo lo sa solo Dio. Cosa ne guadagni tu, cosa ne guadagna il partito, cosa ne guadagna la sinistra e l’intera società - e infine - Altri venti giorni sono passati dall’invio di questa lettera, venti giorni di silenzio totale. Questo mi costringe a renderla pubblica per vedere se riesci a degnarmi di una qualche risposta". 

Quindi, dobbiamo sorprenderci se sull’Unità scrive Fioravanti?

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