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Erika Bertossi

Collaboratrice cronaca ed eventi

Le streghe sono ancora fra noi? Basta cercarle fra le donne più sovversive

Parlare di streghe nell'epoca del digitale ha senso? Eccome se ce l'ha! Su questo si fonda una mostra che ha come casa Palazzo Pallavicini (da brividi) dedicata proprio a loro: da bersagli del potere nel Medioevo agli incantesimi da condividere sui social

Stare dalla parte delle streghe o temerle? Sentirsi una di loro, sovversiva e impavida, oppure fuggire via alla vista del primo cappello a appuntito? Il dilemma c'è, ma diciamo che l'istinto che è prevalso in me nell'attraversare le nove sale di un palazzo del '400 qui nel centro di Bologna, è stato quello di parteggiare per le bellissime fattucchiere raccontate dalla mostra "Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia" e mettersi a cavalcioni della prima scopa disponibile. La caccia alle streghe è uno dei fenomeni più oscuri della storia occidentale: chi erano queste donne e perché andavano eliminate? I motivi sono vari: politici, religiosi, economici e anche sessuali ma in primo luogo la volontà della Chiesa di limitare la libertà della donna. Ma quindi le streghe erano donne colte e coraggiose che volevano emanciparsi? Anche. Erano spesso donne che sapevano guarire perché conoscevano le erbe. Giusto per fare un esempio. E il meccanismo dell'accusa è antico e attuale allo stesso tempo: è quello del pettegolezzo. Metti poi il palo (fallico) della scopa fra le gambe ed è fatta. Ma quali sono le streghe della nostra cultura? Le Erinni dei Greci, Circe nell'Odissea (la prima strega occidentale), fino alla “strega enormissima” di Bologna: Gentile Budrioli. E la streghe delle fiabe, naturalmente, che ognuno ha visualizzato nell'infanzia a modo suo, spesso con l'aiuto di indelebili illustrazioni: ha le sembianze della perfida Strega dell'Ovest del Mago di Oz o somiglia più a quella della Bella Addormentata? Io per esempio la mia strega ce l'ho ed è questa qui sotto. Si tratta di un'inquietante (per me a pochi anni e per me a molti anni) illustrazione della collana enciclopedica degli anni Cinquanta (era di mio padre) Il Mio Amico. 

La Strega de Il mio amico-2

Un po' di info sulla mostra, giusto per cominciare: "Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia" è una mostra ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata dal drammaturgo, performer ed esperto di esoterismo Luca Scarlini. Alla collezione di stampe e incisioni del famoso “collezionista dell’occulto” Guglielmo Invernizzi, si sono aggiunte (rispetto a una prima mostra andata in scena nel 2022 a Monza) tantissime nuove opere d’arte, provenienti da collezioni private, italiane ed estere, e nuovi oggetti legati al mondo della stregoneria, prestati dal leggendario Museum of Witchcraft and Magic in Cornovaglia, e dal Museo delle Civiltà di Roma, che espone in mostra eccezionalmente, per la prima volta, la sua straordinaria collezione di amuleti in argento ottocenteschi, veri e propri gioielli, utilizzati dalle varie donne definite streghe o, più spesso, contro di loro. Un cammino esoterico che si snoda in nove sale a tema che comincia con l'esperienza immersiva che fa vivere in prima persona al visitatore la suggestione e la gravità di un vero processo per stregoneria tenutosi in un tribunale dell’Inquisizione nel 1539 e si chiuderà, dopo il lungo cammino di sala in sala, con l’esperienza della scrittura su un vero Libro delle Ombre dove racchiudere e condividere i propri incantesimi personali. E alla fine nel bookshop ci sono un sacco di cose interessanti prima fra tutte i Tarocchi. 

Stregherie: un giro alla mostra sulle streghe

La strega "enormissima" di Bologna si chiama Gentile Budrioli: ecco la sua storia

E anche Bologna ha la sua strega. Cosa che non sapevo assolutamente prima di entrare in una sala della mostra dedicata proprio a lei: Gentile Budrioli, la cui storia è narrata in mostra attraverso immagini e video. Nata nella seconda metà del 1400 a Bologna, da buonissima famiglia, Gentile sposò un ricco notaio e ne ebbe sette figli, ma riuscì ugualmente a coltivare il suo interesse per la scienza, frequentando le lezioni di astrologia di Scipione Manfredi ed apprendendo le doti curative delle erbe da alcuni frati francescani. Con il tempo acquisì una tale competenza medica da venire chiamata da Ginevra Sforza, moglie di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, per curare sua figlia. Il successo della cura fece nascere un’amicizia tra le due donne, che permise a Gentile di scalare rapidamente i ranghi della città, attirandosi inevitabilmente invidie e gelosie. Tanto che quando riuscì nuovamente a curare un figlio di Ginevra e Bentivoglio, fu accusata da alcuni cortigiani di essere stata lei stessa a causarne la malattia ed arrestata per stregoneria, venendo infine messa al rogo dopo infinite torture. Una fine terribile, frequentissima per tutte le donne considerate streghe. 

Una mostra sulle streghe nell'epoca del digitale? C'è più di un perché

Ebbene sì, era necessario. Con il marchio infame di “strega” nei secoli, spesso si bollava una donna semplicemente più desiderabile delle altre, più libera, guerriera, colta e riservata, portando a persecuzioni ed esecuzioni violente di donne innocenti, roghi, impiccagioni, decapitazioni che servivano ad instaurare nel popolo una paura reverenziale della giustizia divina contro il paganesimo, il satanismo, il sesso ed eresie di vario genere. Ma essere creduta una strega non è sempre stato un nome scomodo da portare cucito addosso. Infatti essere credute capaci di scatenare un potere arcano, sconosciuto, inspiegabile e terribile è stato talvolta un’efficace e modernissima strategia di branding per sopravvivere, essere temute e rispettate a uso e consumo di donne che altrimenti sarebbero state sopraffatte e sottomesse dal patriarcato dilagante del mondo antico. Si diventava streghe per affermare la propria personalità, per sfuggire alle botte di un marito manesco, per insoddisfazione di sé, per impulsi erotici, per odio verso i propri nemici, perché attratte dalla luna o dalla potenza delle piante. Quindi, le streghe sono davvero state sempre tra noi? I racconti di donne sapienti e sagge, dalle infinite conoscenze della natura e con poteri capaci di aprire finestre sul futuro, affondano le radici nel nostro passato più lontano, eppure abbiamo sempre cercato di rimuovere queste figure dal pensiero razionale, e considerarle un frutto dell’immaginazione, imbarazzante e da nascondere. Le streghe non sono state additate e perseguitate soltanto nei periodi più bui della nostra storia, infatti ancora oggi, in molti paesi del mondo, l’accusa di stregoneria è tristemente viva e miete ancora le sue vittime. I social stessi testimoniano un ritorno massiccio ai riti della wicca e alla stregoneria bianca, anche se spesso vissuti superficialmente, sottovalutandone i poteri antichi e potenti. L’obiettivo della mostra vuole dunque essere quello di ricostruire una cultura dispersa e oppressa, ma che risorge continuamente, partendo dalle sue origini e raccontandone la storia attraverso una ricerca iconografica rigorosa, che ne attesti tutti gli aspetti.

La mostra: ecco cosa aspettarsi da "Stregherie"

La mostra rende giustizia al senso più pieno della parola “strega”, dichiarando che in un mondo che apparentemente ha rinunciato a ogni senso del sacro e a molti dei suoi antichi legami con la natura, esiste ancora, oggi come un tempo, una società di donne che si dedica all’occulto e che usa la magia per risolvere i problemi del quotidiano.   Le “Streghe” sono sempre esistite e sono ancora tutte in mezzo a noi. La mostra, con il patrocinio del Comune di Bologna, espone circa 300 stampe, sculture e quadri dedicati al mondo delle streghe e della magia, alcune firmate dai più grandi incisori dell’Ottocento, altre di eccellenti illustratori anonimi. Intorno al nucleo incisioni di Guglielmo Invernizzi ci sono anche le opere di tre collezionisti straordinari (Emanuele Bardazzi, Edoardo Fontana e Luca Locati Luciani) che hanno fatto del simbolismo macabro il loro filone di ricerca. Il percorso espositivo propone dunque un crudo repertorio di maghe, streghe, donne di potere e persino sante deviate, ma accanto a scene di tortura, sabba e terribili malefici, presenta anche luminose immagini di magia bianca, di streghe buone e di zingare che sanno guarire le persone. A chiudere la sezione, alcuni artisti contemporanei che hanno rivisitato il tema, come Oppy De Bernardo, Franco Rasma e Mirando Haz.

Accanto alle opere d’arte, "Stregherie" propone preziosissimi manuali di esorcismo e alcuni trattati storici imprescindibili in un percorso dedicato alla stregoneria. Ritrovati nei conventi, chiusi dai Savoia dopo l’Unità d’Italia, questi libri rarissimi provengono dalla Biblioteca Teresiana di Mantova. Un esempio per tutti, il Malleus Maleficiarum, il manuale sulla caccia alle streghe più utilizzato dalla chiesa, che indicava, caso per caso, i supplizi e le pene da infliggere a chi era accusato di stregoneria, presente in mostra nella preziosissima seconda edizione, stampata nel 1520.

La mostra presenta poi una serie di oggetti originali legati al mondo della stregoneria. Dal notissimo Museum of Witchcraft and Magic di Boscastle, in Cornovaglia, arrivano antichi calderoni, feticci, amuleti, talismani e bacchette magiche. Tra le altre ne spicca una, lasciata in eredità da un negromante locale, fatta in legno di sambuco, che sappiamo essere, anche grazie alle pagine di Harry Potter, la più potente delle bacchette esistenti, capace di imprese magiche straordinarie. Il Museo delle Civiltà di Roma, invece, ci ha aperto il suo incredibile caveau nel quale, tra le tante cose, è conservata una incredibile collezione di amuleti, che raccoglie oggetti provenienti da diverse regioni d’Italia, realizzati in vari manufatti nel corso dell’Ottocento e confluiti nella prima grande mostra etnografica d’Italia del 1911, che ha dato poi vita al museo romano, e da allora mai più porposta al pubblico. Tra tante meraviglie in argento, veri e propri gioielli, ci sono amuleti più poveri, ma non per questo di minor valore. Tra i più incredibili, si segnala la famosa carta manoscritta trovata, alla sua morte, nello scapolare della strega Conti, in Toscana, databile intorno alla fine dell’Ottocento. L’elemento sonoro, di grande suggestione, accompagna il visitatore lungo tutto il percorso espositivo. Voci, sussurri e grida strazianti, evocano antichi rituali e, attraverso le parole della drammaturga Magdalena Barile, danno voce alle streghe stesse, che raccontano le proprie storie, dalla prima vocazione, sino alla piena realizzazione di sé, grazie all’uso della magia.

Sale immersive da brivido: le esperienze oltre la mostra 

La sala realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena, è dedicata ad un processo per stregoneria avvenuto nel 1539 contro Ursulina detta La Rossa. I visitatori possono sedere al banco degli imputati e messi al centro del serrato fuoco di terribili accuse dell’inquisitore e delle risposte, sempre più sfinite, della donna processata disposta a confessare fatti osceni pur di mettere fine alla tortura. C'è poi una seconda sala immersiva composta da specchi, luci e un podio centrale su cui è poggiato il Libro delle Ombre, strumento fondamentale di ogni vera strega. Armati di penna e calamaio, i visitatori vengono invitati a condividere per sempre i loro pensieri e i loro incantesimi personali con i visitatori che li seguiranno. La sala è accompagnata da un impianto sonoro che rende l'esperienza commovente e di grande impatto emotivo.

Illustrazioni e foto: la mostra nella mostra e le "streghe" Enrica e Valeria 

Come sua consuetudine, Vertigo Syndrome ha invitato un’artista a rivisitare i temi trattati in mostra. Nella sala che chiude l’esposizione, il mondo delle streghe verrà dunque messo in scena da Enrica Mannari, artista toscana, creativa ed autrice di numerosi libri sulla trasformazione ed il cambiamento. Le opere rappresenteranno sette amuleti illustrati, con sette promesse che ogni donna può fare a se stessa con l’atteggiamento propositivo di coltivare “la strega che è in sé”. Sette magie da custodire e da usare ogni volta che ne sente il bisogno. Sette frasi che evocano il potere interiore delle donne. Sette immagini simboliche che le aiutano a visualizzare la strada. Quest’anno Stregherie si apre anche alla fotografia e, nella saletta conferenze della mostra, ospita una piccola esposizione a tema. La fotografa veronese Valeria Gradizzi porta a Bologna dal 17 febbraio al 14 aprile il progetto “Elle” sul neo-sciamanesimo femminile in Italia, un mondo carico di spiritualità in cui le donne, attraverso pratiche mistiche, trovano consapevolezza di sé e del loro ruolo nella società.

"Stregherie": le info principali e gli eventi collaterali 

Le informazioni sulla mostra: apre il 17 febbraio e chiude il 16 giugno 2024, è a Palazzo Pallavicini in via San Felice 24, è aperta da giovedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00), chiusa da lunedì a mercoledì. Sarà aperta a Pasqua e a Pasquetta, così come anche il 25 aprile e il 1°maggio. Il biglietto intero costa 17 euro e ci sono poi varie riduzioni. Durante tutto il periodo espositivo, si terrà una ricca offerta di iniziative. Gli incontri sono studiati sia per un pubblico già abituato ad argomenti riguardanti il mistico e il misterioso, sia per chi invece partecipa a tali eventi perché non ne sa niente e vuole scoprirne di più ma senza annoiarsi mai. Ci saranno laboratori chiassosi e colorati per i bambini, lectiones magistrales per gli studiosi, conferenze divulgative per i curiosi, proiezioni di opere cinematografiche e presentazioni di libri e graphic novel a tema streghesco.

Per i bambini: i visitatori più piccoli avranno a loro disposizione un piccolo antro della strega dove preparare amuleti e pozioni magiche con ragni, serpenti e altro schifosissimo materiale misterioso. I ragazzi più grandi e gli adulti che amano giocare, invece, saranno invitati a partecipare a una impegnativa e sfidante caccia al tesoro tra le opere della mostra al termine della quale riceveranno in omaggio un potente talismano da indossare disegnato dall’artista culto BlackBanshee. Per tutte le scuole di ogni ordine e grado sono pensate delle visite guidate alla mostra e dei laboratori didattici da svolgersi nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato.

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