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Venerdì, 19 Aprile 2024
Case popolari e nuove povertà

Edilizia pubblica: cresce la domanda per le case popolari e sempre più inquilini non riescono a pagare l'affitto

Uno studio fa il quadro della situazione bolognese post-pandemia: "Acer si dovrà rimboccare le maniche. Ci sono già 4 mila domande a cui rispondere". Clancy: "Fare squadra con la curia"

A Bologna c'è sempre più richiesta per le case popolari e gli inquilini che ce l'hanno già sono sempre più poveri e faticano a pagare l'affitto. Ma c'è anche chi una casa non ce l'ha. Federcasa e Acer Bologna hanno commissionato una ricerca a Nomisma proprio su questi temi che oggi è stata presentata dal presidente uscente di Acer Alessandro Alberani (mentre nulla ancora si sa sulle nomine di quelli che saranno i nuovi vertici), dalla vicesindaca con delega alla casa Emily Clancy e dall'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi

La richiesta di casa pubblica è aumentata con la pandemia e Acer, così come spiega Alberani: "Si dovrà rimboccare le maniche perché ci sono già 4 mila domande in lista d'attesa a cui dare risposta, mentre con il caro-energia subentra anche il tema della sostenibilità economica dell'azienda, che deve far tornare i conti (per il momento in regola) e affrontare i problemi di liquidità". "Garantire un vero diritto alla casa che significa tante cose - ha detto l'arcivescovo durante la presentazione del report - Penso anche ai tanti senza fissa dimora, ai tanti che non riescono a trovare una stabilità". 

Per la vicesindaca con delega alla Casa Emily Clancy "E' importante l'alleanza che stiamo portando avanti con la curia, a partire dalla proposta che vogliamo realizzare in questo mandato, la creazione di una agenzia sociale per la casa. Abbiamo diverse generazioni alle prese con il problema e il canone concordato deve essere lo strumento principe per i contratti d'affitto".

Caro-energia: l'allarme Acer per le case popolari 

La sintesi del report: un po' di numeri

Sono aumentati gli inquilini che non pagano regolarmente l'affitto (+18% della morosità nel 2020). Le decadenze riguardano residenti con età elevata (la media è 72 anni) e il loro numero è superato abbondantemente dai nuovi ingressi: per 1.200 assegnatari che perdono il diritto all'alloggio popolare, ce ne sono 3.300 in entrata.  La fascia con più problemi di liquidità è quella tra i 35 e i 44 anni, mentre un nucleo su cinque comprende un anziano ultra 80enne senza assistenza. E' invece del 13% la quota dei nuclei famigliari con un componente seguito dai servizi sociali. Aumentano le segnalazioni legate alla disciplina.

I residenti negli alloggi ERP: la fotografia del periodo della pandemia

  • Nella Città metropolitana vive in un alloggio ERP il 3,6% della popolazione.
  • Nei primi 5 comuni della Città metropolitana vive il 75% dei residenti ERP.
  • La fascia di età in difficoltà maggiore dal punto di vista della liquidità è quella tra 35- 44 anni.
  • I nuclei con cittadinanza italiana rappresentano il 77,4% del totale.
  • Gli assegnatari con cittadinanza italiana hanno un età media di 65 anni, mentre i nuclei stranieri di circa 47-50 anni.
  • 1 nucleo su 5 ospita un anziano ultra 80enne senza assistenza.
  • Il 13% dei nuclei ospita un componente seguito dai servizi sociali.
  • Circa il 47% dei nuclei è identificato in fascia protezione.
  • L’età media degli assegnatari in decadenza per reddito è di 72 anni.
     

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