rotate-mobile
BolognaToday Porto

"Confusioni" a teatro, successo per il laboratorio diretto da Pocetti

In scena le contraddizioni e le superficialità dei nostri tempi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

C’è tutto quel graffiante e proverbiale humour britannico in Confusioni, la commedia scritta dal drammaturgo inglese Alan Ayckbourn nel 1975, a ben testimoniare le fragilità e debolezze della natura umana, sempre più connessa al mondo ma anche sempre più sola in mezzo alla tempesta. Il riadattamento a cura dal regista Antonello Pocetti, andato in scena il 31 Maggio presso il CineTeatro Don Orione di Bologna con protagonisti gli allievi del laboratorio teatrale, è fedele alla versione originaria nell’esaltare pregi e virtù, luce e buio, caldo e freddo dei nostri tempi, contraddistinti da relazioni liquide in cui è facile cadere in esaltazioni e scoramenti, egocentrismo e altruismo eccessivo. Insomma, ciascuno di noi si ritrova a combattere una eterna lotta dove mancano però due armi essenziali: la comunicabilità e la sana follia. E così le cinque scene, o meglio dire quadri, in un luogo qualsiasi e un tempo qualunque, sono introdotte da una babilonia di voci, urlanti ma spente, e da corse affannose verso il nulla, alla ricerca di un altro individuo che però vive solo del proprio io. La trama si dissolve in episodi surreali e grotteschi, dalla mamma trasandata sorpresa da vicine invadenti e litigiose tra loro, all'avventore di un bar che cerca disperatamente di conquistare una donna, salvata dall'amica e dal cameriere scettico per mance assai misere. La cena delle beffe si consuma poi tra due coppie, dove si mescolano tradimenti amorosi a complicati rapporti lavorativi, fino a una malriuscita festa in cui ciascuno si affanna di recitare un ruolo mai accettato. Nella parte conclusiva, ognuno è un protagonista in cerca di un autore: si sposta vicino all'altro raccontando la propria inutile e patetica vicenda personale, risaltando solo un fragile individualismo. Curata la scenografia, sormontata da sedie e tavoli messi alla rinfusa per enfatizzare l'interiorità dei protagonisti e appropriata la scelta di musica di sottofondo, mai invadenti o enfatiche nel creare la giusta atmosfera. Un po' monotona è invece risultata la scelta delle luci, senza particolari effetti spettacolari. Ricercata la scelta di costumi e trucco, tutti orientati sull'eleganza e la raffinatezza, proprio come richiesti dalla trama. Circa la recitazione, sugli scudi le performance di Rosemary (Manuela Magli), Martin (Pietro Pecoraro, che ha anche curato i costumi) e Andrea Tornatore, cameriere dalla immensa pazienza: ciascuno di loro si è mostrato assai credibile e coinvolgente, riuscendo ad essere a tratti irresistibile di fronte a un pubblico numeroso e partecipe. Merita di essere menzionato pure Federico Sarti, nel ruolo del povero Gosforth: di fronte a una comitiva così buffa, è riuscito a mantenere disinvoltura e self control. La commedia è quindi stata capace, in scene di pochi minuti, di dare un messaggio forte ma chiaro, facendo riflettere sulle tante ambiguità che contraddistinguono i nostri giorni. Bisognerebbe ripartire magari dagli occhi a cuoricino con cui Arthur (Walter Giattino), riesce a spiegare: “Lo sa qual è la cosa più preziosa che si possa collezionare? Le persone. Io sono un collezionista di persone. Le guardo, le osservo, le sento parlare, ascolto il loro modo di parlare e penso, ecco qua, un altro. Diverso. Diverso un’altra volta.”

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Confusioni" a teatro, successo per il laboratorio diretto da Pocetti

BolognaToday è in caricamento