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Cronaca

Santa Rita: il covid cambia anche la tradizionale festa a San Giacomo Maggiore | FOTO - VIDEO

Solo un percorso di preghiera - con mascherine e ingressi contingentati - oggi nella la Chiesa di San Giacomo Maggiore, nel rispetto delle disposizioni a prevenzione della diffusione del coronavirus

Un percorso di preghiera nella la Chiesa di San Giacomo Maggiore, nel rispetto delle disposizioni a prevenzione della diffusione del covid. Il virus detta le regole anche per i devoti di Santa Rita, oggi 22 maggio, e all'antica tradizione delle rose benedette nella basilica di via Zamboni, che sarà aperta al culto dalle 8.00 alle 20.00. Le rose si potranno "portare da casa", acquistare in via Zamboni o all'interno della chiesa, in sicurezza e con tutte le protezioni del caso. I fedeli seguono un itinerario, come fa sapere la Comunità Agostiniana. E' confermata la benedizione dei mezzi di trasporto in via Selmi. 

 

Celebrazioni Santa Rita al tempo del coronavirus

Anche la chiesa della parrocchia che porta di nome della Santa, in via Massarenti 418, è aperta per la preghiera personale dalle 7.00 alle 21.00, le messe, alle ore 8.30 – 10.30 – 18.00, vengono celebrate nel cortile, con accesso a numero limitato dal portico del cinema, dove dalle 8.00 alle 19.00, è prevista la benedizione delle auto. 

"Non possiamo distribuire le rose - si legge nella nota della parrocchia - invitiamo a portarle da casa: si potranno benedire alla fine delle Messe o passando dove si tiene la benedizione delle macchine. Si ricorda a tutti che occorre portare la mascherina". 

Il covid non ha fermato i fedeli

Nonostante la nuova veste della cerimonia - ingressi contingentati e mascherine - sono stati tanti i fedeli che oggi non hanno rinunciato a portare il proprio omaggio alla Santa. Come dice un citatdino presente, il signor Paolo: "Sono qui per onorare una felice tradizione bolognese, se ce l'avessero tolta ci saremmo sentiti deturpati di qualcosa - ha detto Paolo a Bologna Today - vengo qui da quando ero cinno, come si dice in bolognese". 

"Santa Rita super la paura, non ci aspettavamo una partecipazione simile, ma anche chi non è potuto venire sappia che è ricordato nella preghiera da quanti passano, da persone che hanno avuto il coraggio e la fede". Queste le parole di Padre Domenico, agostiniano della chiesa di San Giacomo Maggiore. 

La storia 

Margherita Lotti, chiamata Rita, nacque Rocca Porena, in Umbria nel 1363. Nonostante la vocazione i genitori la diedero in moglie a un uomo violento, ma Rita fu paziente per tanti anni. Il marito venne ucciso e lei si ritrovò a pregare per gli assassini che a loro volta morirono, così venne accolta nel monastero delle Agostiniane. Si narra che mentre pregava, un raggio di luce partì dal Crocifisso, una spina si staccò dal capo di Gesù e le trafisse la fronte, procurandole una profonda ferita che la portò a un lungo martirio fino alla morte il 22 maggio del 1457.

Perchè le rose

La storia racconta che ormai alla fine dei suoi giorni, Rita chiese alla cugina, andata a farle visita, di portarle due fichi e una rosa dall’orto della casa paterna, ma era pieno inverno. Tuttavia la ragazza, una volta tornata a Roccaporena, vide in mezzo alla neve proprio una rosa e due fichi, così li raccolse e glieli portò. La rosa diventò quindi il simbolo della Santa che proprio per questo evento miracoloso viene definita "dei casi impossibili". Fu canonizzata nel 1900.

Nella chiesa di San Giacomo Maggiore, vi è una cappella dedicata alla Santa e un dipinto del XVIII secolo di un pittore bolognese poco noto, Galgano Perpignani, oltre a un reliquiario che conterebbe il suo velo. 

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