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Cronaca

25 aprile Bologna: "Liberazione non è un concetto astratto"

Così Richetti invita a non dimenticare come "la liberazione sia ricorrenza, memoria ma anche quotidianità". Da Malalbergo la proposta: "onorare 25 aprile e 1 maggio come ricorrenze gemelle"

Tra cerimonie istituzionali in piazza e vari eventi, anche Bologna oggi  festeggerà la liberazione d'Italia, avvenuta 67 anni fa.

Festa di Liberazione, Bologna in piazza

"E' Una festa attuale e, a mio parere, necessaria". Così il capogruppo del Pd in Regione, Marco Monari, anticipando il proprio discorso per il 25 aprile alla Festa della Liberazione di Malalbergo. "Il ricordo della Liberazione - sottolinea - serve per poterci continuare a dire nazione democratica ed evoluta, che certo sta attraversando una fase difficile e tribolata ma che non intende abbassare la guardia davanti a derive qualunquiste e interessate, da parte di chi vorrebbe riscrivere la storia e con essa il nostro presente, nonché il futuro di un Paese che di tutto ha bisogno, tranne che di revisionismi utili solo al rifiorire di tentazioni autoritarie".

Monari commenta l'intenzione di Malalbergo di "onorare 25 aprile e 1 maggio come 'ricorrenze gemelle': mi trovo perfettamente d'accordo nell'accostare il coraggio dei partigiani di allora e il bisogno di ribadire ad ogni passo che 'L'Italia è una Repubblica fondata sul lavorò; concetti che stanno alla base della Costituzione e che sino a qualche tempo fa in diversi davano quasi per scontati ma che - è cronaca dei tempi che stiamo vivendo - devono essere ribaditi e incarnati nel quotidiano da ognuno di noi, pena il veder regredire questo Paese a livelli che non credevamo possibili".

"Un 25 aprile da festeggiare non solo nelle piazze ma anche 'in tante case', riuniti a tavola, perché la festa della Liberazione "non è solo una ricorrenza delle istituzioni o la fine di un conflitto, ma è una ricorrenza che ci richiama alle persone normali, alle loro storie". Così anche Matteo Richetti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, invita a non dimenticare come "il 25 aprile è senz'altro ricorrenza, memoria e celebrazione ma anche quotidianità". Un concetto "che si sente forte - spiega - visitando Monte Sole" sull'Appennino bolognese, dove tra settembre e ottobre del 1944 più di 800 persone furono trucidate dalle truppe naziste: "Persone normali irreparabilmente strappate alla quotidianità e alla storia, persone che semplicemente vivevano, bambini che giocavano, madri che preparavano da mangiare, uomini al lavoro".

Per Richetti è importante "riuscire a tradurre ai nostri figli che la Liberazione non è un concetto astratto ma che ha conosciuto nella carne delle persone una loro crudele ed eroica concretezza, e che oggi è ancora possibile e necessaria una lotta di Liberazione: liberazione da ciò che oggi rende prostrata e schiava la nostra società come la corruzione, il malaffare, la mafia, un individualismo becero ed esasperato, le grandi disparità sociali, la prepotenza del potere, il degrado delle istituzioni". E' un impegno, sottolinea, "che dobbiamo tornare a sentire come 'collettivo', come terreno comune sul quale ricostruire insieme la res pubblica". Solo così, conclude, potremo onorare "la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e che, ancora oggi, ci chiede di non tradire quel sacrificio 'tanto antico e sempre nuovo'".

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