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Cronaca

Oggi diciamo NO alla violenza sulle donne: ecco le storie di Bologna

Il 25 è la giornata per dire no alla violenza sulle donne: tanti appuntamenti, approfondimenti, ma anche alcune storie che abbiamo vissuto da vicino

Oggi è il 25 novembre, la Giornata contro la violenza sulle donne.

25 NOVEMBRE. Nel dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fissato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, data scelta da un gruppo di attiviste, riunitesi a Bogotà nel 1981, nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi. Il 25 novembre si ricorda l'assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che governò la Repubblica Dominicana per oltre 30 anni.

In città sono tanti gli appuntamenti per dire NO alla violenza sulle donne, ma proprio a Bologna quest'anno abbiamo letto e scritto di troppi casi, alcuni dei quali finiti in un femminicidio (tre omicidi l'anno, quasi sempre l'assassino è il partner). Il caso che dalle Due Torri ha fatto parlare tutta Italia è il delitto Caramazza, il "delitto del freezer". Numerosissimi anche i casi di stalking, persino quello in cui la vittima pensa anche al suicidio per sfuggire al suo persecutore ed ex fidanzato.

DELITTO CARAMAZZA. Silvia Caramazza, 39 anni, trovata il 27 giugno scorso senza vita all'interno di un congelatore a pozzetto nel suo appartamento di Viale Aldini. Il suo carnefice sarebbe proprio il suo compagno, che si trova nel carcere della Dozza.

MARINELLA ODORICI. C'è anche la storia di Marinella Odorici, la 45enne trovata morta accanto al corpo di Carmelo Bonura a Zola Predosa. In un primo momento si era parlato di un gioco erotico finito male, ma mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle e le testimonianze degli amici e dei parenti della donna, si è passati all'ipotesi di femminicidio. Da questo caso era stato organizzato anche un evento per dire no alla violenza sulle donne.

ILHAM AZOUNID. Certamente una storia terribile quella della giovane donna di origine marocchina, era da tempo terrorizzata dal marito italiano, Marcello Pistone: lo stalker la riempiva di lettere d’odio e minacce che l’avevano spinta anche a rifugiarsi con il suo bambino di due anni presso la Casa delle donne di Bologna. La strage si è compiuta nel garage di casa: l’uomo ha attirato la donna chiedendo di vedere il bambino, li ucciso moglie e figlio e si è tolto la vita. L’aveva portata in Italia dopo un rito nuziale religioso non valido nel nostro Paese, dove l’uomo aveva già una moglie a sua insaputa. Maltrattata e tenuta clandestina, veniva picchiata dall’uomo anche durante la gravidanza. L’arma con cui l’ha uccisa l’aveva recuperata al poligono di tiro, sostituendo quella in dotazione con un giocattolo.

CAMILLA AUCIELLO. Uccisa a 35 anni con martello e forbici dal convivente, Claudio Bertazzi, Carabiniere di 45 anni, mentre loro figlia di 3 anni dormiva nella loro casa di Baricella. L’uomo, un appuntato dell’Arma, ha poi svegliato la bambina, l’ha accompagnata dai genitori di lei, e ha poi confessato l’omicidio ai colleghi. La relazione tra i due stava per finire ed erano state avviate le pratiche della separazione.

JAMILA ASSAFA. Era febbraio ed aveva nevicato Budrio. Abderrahim Qablaoui, 54 anni, di nazionalità marocchina, dopo una lite, sferrò una colpo al cuore con un coltello da cucina alla moglie Jamila Assafa, 30 anni, probabilmente davanti alla figlia di tre anni.

AUGUSTA ALVELO. Augusta, 50enne domenicana, è stata uccisa nel suo appartamento di via Primodì a Bologna il 22 novembre 2011. Probabilmente una lite alla base dell'uccisione a coltellate da parte del fidanzato italiano Loris Castelli, 45 anni, camionista. L’uomo, dopo averla accoltellata, ha tentato il suicidio. Augusta Alvelo è morta dissanguata.

ELSA BONI. Elsa Boni, 67 anni, era malata da molto tempo. Il marito, Orlando di Domenica, suo coetaneo, l’ha uccisa gettandola e gettandosi a sua volta dalla finestra il 3 dicembre 2011. La tragedia è avvenuta nel quartiere Barca.

IL SUO COMPAGNO ERA ANCHE IL SUO SFRUTTATORE. Non aveva il coraggio di denunciare il suo compagno-sfruttatore e, al posto suo, lo ha fatto una sua familiare, preoccupata per la sua incolumità: è successo a Bologna a una donna di 29 anni arrivata in città dalla Bulgaria. Botte, ricatti, minacce di morte e l'obbligo di consegnargli tutti gli incassi del lavoro sui marciapiedi del quartiere fieristico: ha subito tutto questo per amore e paura del 31enne serbo Safet Demaj.

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