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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piazza Maggiore

70° anniversario dalla caduta del fascismo: quel giorno a Bologna

Oggi la lectio magistralis a Palazzo d'Accursio e la deposizione delle corone alle lapidi in comune. Quel fatidico 25 luglio del 1943 a Bologna fu giornata di festa e proteste

Il 25 luglio 1943 cade il fascismo e per ricordare la giornata oggi, alle 10, nella Sala dei Tribuni della Plebe “Stefano Tassinari” di Palazzo d’Accursio (piano terra – accesso dal Cortile d’Onore), Angelo Varni, docente di Storia Contemporanea dell’Ateneo bolognese, terrà una “Lectio magistralis” sugli eventi del 25 luglio 1943. L’iniziativa è promossa dal Comitato provinciale della Resistenza e della Lotta di Liberazione, di cui fanno parte Comune e Provincia di Bologna, Università degli studi di Bologna, rappresentanze delle Forze Armate, dei sindacati, delle organizzazioni partigiane e antifasciste, ex corpi militari di Arma. A seguire la deposizione di corone alle lapidi che ricordano, all’interno di Palazzo d’Accursio, l’aggressione del 1920 al Consiglio comunale, le persecuzioni dell’OVRA agli antifascisti ed al Sacrario dei caduti partigiani di Piazza Nettuno. Alla manifestazione parteciperà il sindaco Virginio Merola. Sarà presente il civico Gonfalone.

QUEL GIORNO A BOLOGNA. Il 24 luglio 1943 nel Corso del gran Consiglio del Fascismo fu presentato un O.d.G. proposto da Dino Grandi -allora Presidente della Camera- che provocò la caduta legale di Benito Mussolini aprendo l'ultima fase del regime fascista, caratterizzata dalla Repubblica Sociale Italiana. L’O.D.G: ripristinò i poteri costituzionali del Re il quale poi avrebbe tolto le deleghe del comando militare a Mussolini. Il Re comunicò a Mussolini la sua sostituzione con il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio e lo fece arrestare all'uscita di Villa Savoia.

L’annuncio della caduta del fascismo dato dalla radio il 25 luglio 1943 in tarda serata, dopo le 23.00, non fu ascoltato dai bolognesi, molti dei quali già dormivano. La mattina dopo, spontaneamente, molti cittadini scesero in piazza sventolando bandiere tricolore (GUARDA IL VIDEO). Ezio Cesarini, giornalista de “il Resto del Carlino”, improvvisò un comizio salendo sul piedistallo della statua di Vittorio Emanuele II (che allora si trovava al centro della attuale Piazza Maggiore) e dopo di lui parlò lo scrittore Antonio Meluschi. A metà mattina la campana della torre dell’Arengo suonò a festa ed allo stadio (Littoriale) alcuni militari atterrarono la statua di Mussolini trascinando per la città la testa del dittatore, poi abbandonata e recuperata da un fascista (il resto venne fuso e rivive nel monumento ai partigiani in Porta Lame - ndr).  In città non vi furono atti di violenza nei confronti dei fascisti, quasi tutti spariti, e la sede provinciale del fascio, in Via Manzoni, fu presidiata dalle forze dell’ordine. Nei quarantacinque giorni del governo Badoglio le manifestazioni furono proibite ed alcuni antifascisti e cittadini vennero arrestati (Fonte: Provincia di Bologna).

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