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Cronaca Imola

Ancora sfollati e case allagate da ripulire, ma l'imolese 'tiene botta' |FOTO

Spazzate Sassatelli la zona più martoriata nel territorio. Panieri: "Il nostro impegno continua ad essere costante anche in queste ore"

“Il nostro impegno continua ad essere costante anche in queste ore per ripulire gli edifici allagati e per assistere nell'immediato gli sfollati su tutto il territorio imolese interessato dagli allagamenti”. Così  il sindaco di Imola, Marco Panieri, facendo il punto della situazione sulle criticità post alluvione nell'imolese. Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese, Sasso Morelli, Ponte Massa e San Prospero, infatti, a 10 giorni dal disastroso maltempo si ritrovano a fare ancora i conti con la distruzione causata dalla furia delle acque e dalle frane conseguenti. 

Situazione a Spazzate Sassatelli

Attualmente, 120 operatori, più alcune decine di volontari, inviati dal Comune con i materiali necessari, sono attivi a Spazzate Sassatelli, una delle realtà più colpite, per sgomberare e ripulire le abitazioni. Sono un centinaio quelle che sono state risistemate, al momento.  Da ieri, inoltre, si è cominciato a liberare via Merlo, con la messa all'opera anche di un escavatore messo a disposizione da un’azienda imolese, per rendere la strada nuovamente percorribile. Sempre da ieri, è attivo un eurocargo con gru, proveniente da Maranello, reso disponibile tramite la CNA di Imola e dell'Emilia-Romagna, per smaltire rifiuti e fango. Nel fine settimana opererà anche in altre aree. Infine, le rotture dell’argine del Sillaro sono state ripristinate. 

Spazzate Sassatelli martoriata dall'alluvione

Situazione a Sesto Imolese e Sasso Morelli

A Sesto Imolese è stato riaperto il cimitero e sono state ripristinate la via Ladello e le abitazioni attigue.

A Sasso Morelli, in via Ladello la Protezione civile e l’Esercito stanno svuotando dall’acqua le ultime abitazioni ancora allagate. Sta proseguendo, inoltre, la progressiva pulizia dei rifiuti dai campi, non ancora terminata. Quasi terminato, invece l’iter di pulizia delle case lungo la via Correcchio.

Situazione a Ponte Massa e A San Prospero

A Ponte Massa si sta intervenendo con una dozzina di volontari e attrezzature per ripulire anche le abitazioni a Ponte Massa: qui una decina di case sono state sistemate.
 
A San Prospero Il Comune ha inviato nei giorni scorsi una quindicina di volontari e materiali per ripulire le case e le strade. Nel frattempo via Calderina è stata ripulita dai volontari inviati, insieme alle attrezzature necessarie, dal Comune.

Agricoltura in ginocchio

Danni ingenti sul territorio imolese anche per il comparto agricoltura. E' quanto emerso dal “Tavolo Verde” convocato ieri per tracciare una prima analisi della situazione post alluvionale, con la partecipazione degli amministratori locali, delle associazioni degli agricoltori, dei rappresentanti del mondo della cooperazione, oltre che di funzionari delle bonifiche, Renana e Romagna Occidentale.

Il quadro è assai critico. Ci sono oltre 2000 ettari ancora allagati in modo cospicuo, e i problemi da affrontare sono su molti livelli e diversi per le zone geografiche (pianura e Vallata) e sono di natura idraulica, legati alla viabilità e soprattutto anche in prospettiva legati alla manutenzione del territorio e alla prevenzione. 

I danni alle colture

Per quanto riguarda le colture - secondo quanto emerso dal summit - si evidenziano perdite della totalità dei raccolti nelle zone alluvionate collegati a problemi di asfissia radicale che comprometteranno anche i frutteti per i prossimi anni, facendo perdere una significativa percentuale delle alberature. Si somma a questo il problema dei trattamenti fitosanitari, che in molti casi hanno perduto la loro efficacia pur essendo state raggiunte le quote annuali, mentre le piante hanno già manifestato segnali di malattie.  Occorrono pertanto deroghe mirate in questo senso e la previsione di metodologie innovative come quelle che utilizzano i droni, ma in modo rapido e burocraticamente semplificato.
I danni purtroppo saranno anche indiretti, in quanto i consorzi di bonifica, attualmente impegnati nella gestione della piena (con idrovore che pompano oltre 30.000 metri cubi al secondo, contro i 3200 di una normale pompa) hanno avuto danni per allagamenti agli impianti irrigui non potendo in questo momento garantire l’irrigazione necessaria in oltre 1.500 ettari di terreno non colpiti dall’alluvione, che quindi paradossalmente possono soffrire di siccità con il rialzo delle temperature.
Gli interventi dovranno essere massimamente tempestivi e adeguati per non perdere anche molte aziende nel territorio, con attenzione anche a calmierare il mercato degli affitti agricoli e alle assicurazioni oltre che sulla perdita di superficie agricola utile nelle zone collinari interessate dalle frane.  

Maggior coinvolgimento dei privati nelle manutenzioni del territorio

Durante il Tavolo Verde, molte  Associazioni hanno evidenziato una necessità di maggior coinvolgimento dei privati nelle manutenzioni del territorio e di accordi per la gestione degli alvei che consentano di intervenire anche per la manutenzione ordinaria, garantendo maggiore sorveglianza e capillarità, come con i microprogetti in passato attivati dalla Nuovo Circondario Imolese/Comunità Montana del Santerno.
Fondamentale, ovviamente, il ripristino della viabilità, anche nelle strade poderali, sia per le aziende agricole che per l’indotto. 
Occorre inoltre ragionare preventivamente e sul medio periodo, per evitare il ripetersi di questi eventi, che spesso incidono sugli stessi territori e potranno divenire più frequenti a causa del cambiamento climatico.
In questa ottica occorre puntare su una migliore, più capillare e costante manutenzione, gestire le acque esterne ai canali, che si sono trovati a gestirle quando non sono progettati per questo e per il resto avrebbero tenuto, dotare di un efficace sistema di controllo il territorio e i fiumi e progettare le opportune opere e mettere a regime quelle già previste o individuate (come bacini di espansione e laminazione nelle cave dismesse).  
 

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