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Esplosione, lacrime, ricostruzione: l'Inferno di Bologna in 120 secondi | VIDEO

Le immagini devastanti, le voci a caldo dei testimoni, gli interventi delle Autorità. 120 secondi per rivivere un incubo, ma anche per ripartire da questo (MONTAGGIO VIDEO ALESSANDRO BUSI)

120 secondi per rivivere l'Inferno del 6 agosto scorso a Bologna. Le immagini  devastanti: dalle riprese dell'incidente, alla potentissima esplosione. Fino al crollo del ponte, che ha lasciato un'enorme voragine sulla carreggiata.

Poi l'angoscia, raccontata dalla viva voce di chi questi drammatici momenti li ha vissuti, in alcuni casi salvando la pelle solo per una frazione di secondo, per una circostanza fortuita.

E ancora la ricostruzione del drammatico impatto da parte del Procuratore capo, Giuseppe Amato, giunto sul luogo del disastro poco dopo. Fino alla voce del Governo, attraverso le parole del Premier, Giuseppe Conte, arrivato a Bologna il giorno dopo la sciagura. Per visitare le vittime. Ribadire che i controlli e la sicurezza devono essere una priorità. E anche per 'capire, affinché - come ha sottolineato - queste cose non accadano più'.

Le fiamme sono ormai spente, le strade riaperte, i 145 feriti sono quasi tutti fuori dagli ospedali. Ancora però c'è tanto lavoro da fare. 10 milioni è la stima dei danni, ad abitazioni, esercizi commerciali, parchi, scuole. 5 mesi (almeno) serviranno per il ripristino del ponte collassato, secondo quanto ipotizza Autostrade per l'Italia.

Non è possibile invece sapere quanto tempo occorrerà per rimarginare le ferite. Quelle che si porta addosso Bologna, che si aggiungono alle cicatrici che l'hanno segnata nel tempo. Piegandola sì, ma non spezzandola.

'E' stata una grande tragedia, ma ci rialzeremo', così il primo cittadino, Virginio Merola. E se il passato insegna, non è difficile crederlo. Il capoluogo felsineo possiede determinazione e un grande cuore, quando vuole. Come dimostrano le numerose persone che dopo il devastante incidente di lunedì scorso si sono fatte avanti per prestare il loro aiuto, e persino le loro case. Per soccorrere e accogliere chi ne avesse bisogno. Come dimostrano carabinieri, vigili del fuoco, poliziotti, e volontari, che non hanno esitato a rischiare la vita per salvare quella altrui.

Preoccupano ancor di più le lacerazioni dell'animo. Quanto servirà affinché chi, sbalzato a terra da una 'bomba di fuoco' con la propria figlia, in quegli attimi ha temuto di tutto? E a chi ha sentito la maglietta squagliarsi addosso, circondato da fiamme e fumo? O a chi ha udito "un boato così potente da spaccare i timpani", tanto "assurdo, da sembrare la scena di un film"? E a chi, mentre riposava al fresco del proprio appartamento, ha sentito il finimondo ed è stato tirato fuori casa senza neanche il tempo di capirci nulla. Poi in strada, al caldo, con la devastazione negli occhi, ha atteso ore per sapere se sarebbe potuto tornare a dormire nel proprio letto.

Se il tempo allevierà le ferite e attenuerà i ricordi, non potrà però restituire ai suoi cari Andrea, il 42enne che ha perso la vita in quel maledetto pomeriggio. Mentre era alla guida dell'autocisterna esplosa. Mentre stava facendo il suo lavoro.

6 agosto 2018, un'altra data che Bologna non dimenticherà e che - forse - servirà da promemoria per affrontare riflessioni su trasporti di materiale pericoloso,  viabilità, infrastrutture. 

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