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Cronaca

Uno Bianca, fine pena mai per Fabio Savi: rimane l'ergastolo

Nessuno sconto per il pluriomicida, lo ha deciso la Corte di Assise di Bologna, respingendo l'istanza avanzata dai suoi legali, che chiedevano di ridurre la pena dall'ergastolo a 30 anni di reclusione

Sospiro di sollievo per i familiari delle 24 vittime della Banda della Uno Bianca. Nessuno sconto di pena per il suo leader, Fabio Savi. Lo ha deciso la Corte di Assise di Bologna, respingendo l’istanza avanzata dai legali del killer, che chiedevano di ridurre la pena dall'ergastolo a 30 anni di reclusione. 
La decisione dei giudici è data dalla mancanza di "presupposti operativi".

LA DIFESA di Savi, invece, rifacendosi alla sentenza Scoppola della Corte europea dei diritti dell'uomo, chiedeva di poter usufruire a posteriori del rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di pena che avrebbe potuto portarlo anche subito fuori dal carcere.
La richiesta era già stata bollata come 'inammissibile' daL procuratore aggiunto Valter Giovannini, perchè sarebbero mancate le due condizioni per applicare la sentenza Scoppola: all'epoca non ci fu richiesta di abbreviato e il processo non fu pendente nel periodo di tempo utile. Il pm ha anche sostenuto che un accoglimento automatico di istanze simili significherebbe di fatto l'abrogazione dell'ergastolo in Italia.

Savi, 54 anni, l'unico dei tre fratelli non poliziotto, è  stato condannato all'ergastolo per i crimini commessi dalla banda sia in Emilia-Romagna che nelle Marche a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90 (in tutto 24 omicidi e oltre 100 ferimenti), e sta scontando la pena nel carcere di Spoleto.

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