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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Grizzana Morandi

Per 20 anni ingannò il mondo dell'arte, il mago dei falsi d'autore si 'ritira' in Appennino

L'intervista a Geert Jan Jansen che, dopo una vita rocambolesca, ha trovato il suo rifugio nel bolognese, dove continua a esporre le sue opere, in un'insolita location

Il “mago” dei falsi d’arte prende casa nell’Appennino bolognese. Geert Jan Jansen, olandese classe  1943, ritenuto il falsario più sofisticato e prolifico del secolo scorso, ha traslocato insieme alla moglie pochi mesi fa in una casa immersa nel bosco a una manciata di chilometri dalla Rocchetta Mattei, la chiesa di Alvaar Alto di Riola, il villino di Luigi Ontani e casa Morandi a Grizzana. Insomma, un luogo dove arte e natura si incontrano e dove l’abile pittore, che riuscì a ingannare perfino Picasso, ha scelto il suo “buen retiro”. Qui continua a dipingere ma firmando le opere a suo nome e con uno stile pittorico particolare da lui inventato chiamato “Gietwerk” per il quale si avvale niente meno che di una teiera con cui sparge l’acrilico sulla tela. Anche la location scelta per esporre è assai particolare: niente atelier o gallerie, ma il ristorante “da Benito” a Carpineta, il suo preferito, dove alcuni avventori si sono già improvvisati collezionisti.

Geert Jan Jansen, il “mago” dei falsi d’arte si "rifugia" sull'Appennino

“Mi sono innamorato di questi luoghi - ha raccontato Geert Jan dopo averci accolto per l’intervista nella sua casa piena di quadri- inizialmente volevo trasferirmi in Toscana ma solo qui ho trovato la pace e l’autenticità che cercavo”. Così alterna sei mesi in Appennino mentre gli altri sei, generalmente a inizio estate, fa ritorno con la consorte nel suo castello a Beverweerd, nella provincia di Utrecht in Olanda. Jansen, una vita incredibile e avventurosa, balzò agli onori delle cronache quando nel 1994 i gendarmi irruppero nella sua tenuta di campagna in Francia trovandovi all’interno oltre 1600 opere di artisti del calibro di Dalì, Appel, Cocteau, Matisse, Mirò e naturalmente Picasso: nessuno però riuscì a capire quali fossero i falsi e quali gli originali, tanto erano accurate le riproduzioni.

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Geert svela i suoi 'trucchi' 

Per oltre vent’anni l’olandese, che all’epoca aveva delle false identità, è riuscito a ingannare il mondo dell’arte, in modo così convincente che Picasso e Appel involontariamente fornirono ai musei perfino certificati di autenticità per le sue creazioni. E ben quattro musei ancora oggi continuano a esporre le sue opere credendo siano autentiche.

“Sono un autodidatta, è tutta la vita che dipingo, e quando devo eseguire una copia non mi baso solo sullo stile ma studio la vita e la psicologia dell’artista. Devo entrare nella sua testa”. Quanti quadri ha realizzato fino ad oggi? “Non saprei - dichiara- sono migliaia ma non li ho mai contati”. Ha un artista prediletto? “No, è la diversità che mi stimola. Sono in grado di riprodurre quasi qualsiasi artista, opera e stile”.

Geert ci ha svelato alcuni dei suoi “trucchi” come le speciali tecniche di invecchiamento di un’opera. “Per far credere che una tela abbia 300 anni e conferire l’effetto cracklè - racconta sornione- l’ho perfino messa in forno, ricoperta di terra e calpestata”. Ma allora signor Jansen, cos’è per lei l’autenticità? “E’ qualcosa di legato all’interpretazione - ammette- per me una questione di Fede”.

La sua vita rocambolesca diventa uno spettacolo

Lo scorso 7 marzo a Vignola è anche andato in scena lo spettacolo “True copy” presentato dalla compagnia Berlin all’interno del programma Vie Festival, dove è stata ripercorsa la sua vita rocambolesca attraverso video e immagini. “Il mercato dell’arte oggi è sempre lo stesso - sottolinea ancora il maestro- si può stimare che una percentuale che va dal 20 al 40% di tutte le opere esposte nei musei siano in realtà dei falsi”.

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