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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mafie, giornalista sotto scorta: 'Vita a rischio. Pagato meno di una colf'

In tanti a manifestare solidarietà verso il redattore della Gazzetta di Modena, minacciato dalla criminalità organizzata per i suoi articoli. Sul caso è polemica Pd/Lega: 'La Dia non basta'

Giovanni Tizian, è un giovane giornalista precario, collabora come redattore con la Gazzetta di Modena e da venti giorni è costretto a vievere sotto scorta perché minacciato dalla criminalità organizzata a causa delle sue inchieste su casalesi, 'ndrangheta e Cosa nostra, che ''operano in Emilia-Romagna come se fossero a casa loro". A centinaia si sono susseguiti sui social network i messaggi di solidarietà verso il giornalista, da 'addetti ai lavori' e non.

"Rischiare la vita per amore della verità e del proprio mestiere è un atto di grande civiltà. E di coraggio. Rischiare la vita per quattro euro a pezzo può sembrare una follia, ma è un grande insegnamento". Così da Bologna Gerardo Bombonato, presidente dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna, ha voluto dire la sua sulla vicenda, lanciando anche un frecciatina all'indirizzo degli editori "sono sempre più i collaboratori e i cosiddetti free lance a trovarsi in trincea su temi delicati e pericolosi, senza alcuna garanzia contrattuale e con paghe che gli editori non darebbero neppure alle loro colf".

Le minacce all'indirizzo di Tizian sono state anche occasione per accendere un'aspra polemica in seno alla politcia: Pd e Lega Nord di scontrano sulle misure antimafia in Regione. "Si fa ancora più urgente la presenza di una sede regionale della Dia che possa monitorare la situazione in Emilia-Romagna e coordinare le attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, come promesso dal Ministro dell'Interno". A evidenziarlo i consiglieri regionali del Pd Stefano Bonaccini, Palma Costi e Luciano Vecchi: "Le sue inchieste ci dimostrano ancora una volta come anche qui da noi la mafia cerca ripetutamente di insediarsi". "Da tempo - ricordano i tre esponenti democratici - siamo impegnati in questa direzione e ci aspettiamo al più presto una soluzione positiva, perché le forze dell'ordine e la magistratura devono poter lavorare con mezzi adeguati".

Secondo Mauro Manfredini, consigliere leghista, l'istituzione della Dia a Bologna da sola però non basta: "Per un'azione più incisiva la giunta avrebbe fatto meglio ad approvare gli emendamenti presentati alle leggi regionali antimafia dalla Lega, che pure erano stati elogiati dal relatore della maggioranza di centrosinistra". Quelle proposte, secondo Manfredini, "avrebbero reso estremamente difficili le infiltrazioni mafiose nell'ambito degli appalti, elevando il livello di guardia e introducendo misure quali la rotazione dei dirigenti responsabili, ma furono tutte respinte". La Lega, comunque, le ripresenterà: "Siamo convinti che la Regione possa e debba fare molto di più, nel contrasto al malaffare, rispetto a quanto 'partorito' con la legge del maggio scorso".

Solidarietà a Tizian è arrivata anche da Idv, Prc e Sel. Silvana Mura, leader regionale dei dipietristi, ha sottolineato come "tali intimidazioni dimostrano due cose: la prima è quanto sia ormai diffuso il radicamento delle organizzazioni mafiose nel nord Italia e in Emilia-Romagna. La seconda è che l'informazione libera, coraggiosa e di qualità spaventa molto e fa altrettanto male al crimine che è solito prosperare grazie al silenzio e all'omertà generati dalla paura". Cathy La Torre, capogruppo vendoliana in Comune a Bologna, ha annunciato l'adesione alla campagna 'Il mio nome e' Giovanni Tizian': "Chiederò che il Comune di Bologna aderisca ufficialmente proponendo una giornata di incontro sul tema della lotta alla criminalità organizzata".
Solidarietà e stima verso il collega, anche dalla Redazione di Bologna Today.

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