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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

A Bologna il nido in carcere: "Appare come un lenitivo a una situazione che richiede ben altro"

Così il garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza

La legge n. 178 del 30 dicembre 2020 (legge di bilancio 2021) prevede 4,5 milioni di euro per accogliere i genitori detenuti con bambini in case famiglia protette e in case alloggio. Entro lo scorso febbraio, ministero della Giustizia e ministero dell'Economia avrebbero dovuto adottare un decreto per poter utilizzare a tale scopo 1,5 milioni di euro per ogni annualità fino al 2023. Ma ancora non è arrivato: "Abbiamo scritto al ministero, entro il 28 febbraio avrebbero dovuto comunicare la ripartizione dei fondi tra le Regioni. Non sappiamo nulla: è mortificante". Nel 2019 sono stati 15 i bambini entrati nelle carceri emiliano-romagnole (soprattutto Bologna e Ferrara), nel 2020 sono stati 11, quest'anno già 4. "Sappiamo che tutto il personale degli istituti si è sempre speso al massimo per rendere il più possibile accettabile la permanenza dei piccoli in carcere- sottolinea il garante-. Se devo trovare un lato positivo all'apertura del nido, spero almeno che gli agenti penitenziari saranno sollevati da alcune incombenze, visto che dovevano anche occuparsi dei bambini, pur non essendo formati né attrezzati per queste situazioni".

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Sulla stessa lunghezza d'onda anche Clede Maria Garavini, garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza. "I bambini non possono stare all'interno di un carcere, non possono vivere in quegli spazi e con quel funzionamento. Non lo possiamo tollerare. L'apertura di un nido appare come un lenitivo a una situazione che richiede ben altro. Noi sottolineiamo la necessità assoluta di procedere verso l'apertura di una struttura con un progetto qualificato, un solido impianto educativo, la possibilità di vivere la quotidianità nella sua dimensione più ricca. Gli spazi possono pure essere abbelliti, ma i bambini devono vivere in altre condizioni".  

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"È innegabile: i diritti sanciti dalla convenzione Onu non sono rispettati. Abbiamo precisi riferimenti legislativi frutto di ricerche, analisi, studi: mettiamoli a frutto". "Sì, abbiamo tanta normativa che però rimane lettera morta- constata Garavini-. Il decreto Severino dell'8 marzo 2013 precisa già i Requisiti delle case famiglia protette e chiede di evitare, in toto, l'ingresso di bambini nelle strutture penitenziarie. Tutto enunciato, nella pratica non si fa nulla". L'inaugurazione del nido è prevista venerdì 9 luglio. "Ci hanno invitato- annunciano i garanti- Se andremo? Non abbiamo ancora deciso. Le nostre posizioni sono ben note a tutti. Faremo ciò che riterremo migliore perché, ancora una volta, vengano affermate". (Dires - Redattore Sociale)

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