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Cronaca

Pussy Riot in carcere, la musica si ribella. Vasco: 'Solidarietà'

La loro preghiera anti-Putin bollata come "un'azione pianificata contro la fede ortodossa". Mentre la band russa va a processo, rischiando 7 anni di reclusione, è mobilitazione globale a loro sostegno: dopo Madonna, in campo il Kom

La loro preghiera anti-Putin è stata bollata come "un'azione pianificata contro la fede ortodossa". Così rischiano fino a 7 anni di carcere tre componenti della band punk-rock russa, Pussy Riot. Femministe e politicamente impegnate, furoreggiano a Mosca inscenando performance estemporanee attraverso cui esprimono provocazioni nei confronti dell'establishment politico e istituzionale, su argomenti scottanti in Paese.

Ora le irriverenti ugole sono a processo, per teppismo motivato da odio religioso o contro un gruppo sociale (i credenti ortodossi). L'accusa ha chiesto tre anni, sostenendo che anno violato le tradizioni millenarie del paese, definendo le tre ragazze come "pericolose socialmente".

Al loro fianco, pero', si schiara il mondo della musica. Dall'America - con l'appello 'liberate le Pussy' lanciato da Madonna - all'Italia - con la solidarietà espressa da Vasco Rossi. Il cantante emiliano scende in campo, ancora una volta, attraverso la sua pagina Facebook su cui ha scritto ha espresso la sua "più che solidarietà" alle 'colleghe' russe.

PROCESSO. Il gruppo che dal 2011 è in auge polemizzando in rima su argomenti come la situazione femminile in Russia, più recentemente, si era dedicato all'attacco della campagna elettorale del primo ministro Vladimir Putin per l'elezione alla presidenza del Paese. In quest'occasione, scrissero una preghiera-canzone contro l'aspirante presidente che nel marzo scorso ha portato tre membri della band all'arresto con l'accusa di comportamenti violenti e oltraggiosi. Poi sono state rinviate a giudizio, in un processo penale iniziato quattro mesi dopo.

 

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