Scuola, Zuppi agli studenti "Non siate cellulare-dipendenti e sgobbate'
In visita al Malpighi prima al San Vicenzo de' Paoli poi, l'arcivescovo punta l'attenzione sui giovani e il tema dell'istruzione. Apre discorso sulle paritarie: "Siano per tutti"
L 'arcivescovo Matteo Zuppi ieri ha visitato l'istituto paritario San Vicenzo de' Paoli di via Montebello, nell'occasione ha voluto affrontare il tema delle scuole paritarie, affermando che "devono essere per tutti, di tutti, aperte il più possibile. Credo sia questo il loro ruolo" in un momento in cui "c'è tanto bisogno di una formazione seria, umana". "Le scuole paritarie hanno un ruolo importante nella formazione. Sono andato al Malpighi- dichiara Zuppi- e mi ha colpito la preparazione, l'intelligenza, la voglia di una vera formazione umana e di valori". E al San Vincenzo "non ho dubbi che sarà uguale", aggiunge il monsignore, manifestando apprezzamento per il modo in cui le paritarie "non guardano al passato e non conservano privilegi, ma cercano di spendersi per il futuro".
VESCOVO A STUDENTI: NON SIATE TROPPO TELEFONINO-DIPENDENTI. Meno attenzione al cellulare e più voglia di "sgobbare" nello studio. E' un'esortazione a due voci quella rivolta ai giovani delle scuole bolognesi dall'arcivescovo Matteo Maria Zuppi e dal dirigente provinciale dell'Ufficio scolastico, Giovanni Schiavone, che stamattina hanno visitato insieme l'istituto paritario San Vicenzo de' Paoli. Prima di entrare nella scuola, Zuppi invita i giovani ad "avere speranza", che significa "guardare lontano e costruire qualcosa che ancora non c'è questo "credo che i giovani ce l'abbiano dentro e insieme penso che potremo trovarlo". Anche Papa Francesco dice "non fatevi rubare la speranza", ricorda il monsignore, ma "noi ce la siamo fatta rubare e non abbiamo neanche fatto la denuncia al commissariato". E invece la speranza "dobbiamo avercela anche noi", continua il vescovo: "Forse dobbiamo noi essere un po' più credibili, dar loro davvero speranza e aiutarli a realizzarla".
Poco dopo, intervenendo, il provveditore Schiavone invita i ragazzi a "sgobbare, perchè ne vale la pena. Ne va della vostra libera'', della vostra autonomia. Voi sapete che più sarete preparati e più sarete liberi di fare delle scelte". La società "ha bisogno di voi e questa non è demagogia. Questa società- continua Schiavone- ha bisogno di ragazzi e di giovani preparati, con delle competenze e le competenze si acquisiscono sgobbando, non prendendo le cose alla leggera". E le competenze "non sono solo quelle di matematica, inglese, informatica o italiano. Voi- è l'esortazione di Schiavone- dovete acquisire competenze di cittadinanza attiva. La società ha bisogno di voi, della vostra partecipazione, del vostro coinvolgimento, delle vostre attenzioni nei confronti degli altri".
Invece, nel "perdere tempo con il cellulare fate del male prima di tutto a voi stessi, oltre che far arrabbiare i professori", conclude il dirigente dell''Ufficio scolastico. Quando Schiavone dice di "sgobbare" ai ragazzi "credo abbia proprio ragione", commenta Zuppi: "Se staccassimo un po' di più i telefonini e attaccassimo di più il disco rigido- afferma il monsignore, indicandosi la testa- ci connetteremmo un po' meglio e questo vale per tutti, per i ragazzi e per noi". Sul tema dei cellulari il vescovo si sofferma anche nel parlare direttamente con gli studenti: "Occhio al telefonino", dice indicando il registro di classe, visto che tra le motivazioni delle note disciplinari fioccano frasi come "usa il cellulare, beccato col cellulare, s'è messo il cellulare nelle mutande", scherza il vescovo, strappando una risata ai ragazzi. "Mi raccomando, non siate troppo cellulare-dipendenti" o "compulsivi" nell'uso di questo strumento, conclude Zuppi.