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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sinisa Mihajlovic, c'è apprensione sulle sue condizioni

Un tweet di Clemente Mimun desta preoccupazioni

Un tweet del giornalista Clemente Mimun che recita "Forza Sinisa" ha destato grande apprensione tra i tifosi che via social chiedono al giornalista delucidazioni circa le condizioni di Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Bologna alle prese dal 2019 con una dura battaglia contro la leucemia. Mostro che ha fatto la sua ricomparsa la primavera scorsa, dopo il trapianto di midollo osseo cui l'ex rossoblu si era sottoposto.

Mihajlovic è apparso l'ultima volta in pubblico una decina di giorni fa in occasione della presentazione del libro di Zdenek Zeman. Poi il recente ricovero in clinica, a Roma . 

Sinisa twitter Mimun

(Aggiornamento ore 14: 55 del 16 dicemrbe: Annuncio il decesso. Ci lascia il mister Sinisa Mihajlovic, a soli 53 anni)

Sinisa Mihajlovic, ondata di affetto: tifo compatto per l'ex mister del Bologna 

La leucemia mieloide  

Aveva lasciato tutti di sasso la recidiva di malattia che aveva colto il tecnico, e i tifosi rossoblu si erano stretti intorno al mister. In realtà la leucemia mieloide è una malattia subdola. Lo aveva spiegato a BolognaToday il professor Mario Luppi, Direttore della Cattedra e Struttura Complessa di Ematologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Modena.

“La possibilità che si ripresenti dipende molto dalle caratteristiche biologiche di partenza della malattia - aveva illustrato il professor Luppi -. Nel trattamento della leucemia mieloide acuta non c’è differenza, ma anzi c’è un consenso diffuso in tutti centri specializzati del mondo: sappiamo che tutti i pazienti dovranno sottoporsi alle stesse cure. Sappiamo anche però dall’inizio che qualcuno avrà una strada più in salita, a seconda del tipo specifico di diagnosi di leucemia mieloide acuta che viene effettuata. Anche se la malattia scompare il bravo ematologo non si arrende e decide di continuare a indagare per prendere in tempo ricomparse precoci, cioè entro i sei mesi, o purtroppo anche più tardive a distanza di uno o due anni. Naturalmente non mi riferisco al caso specifico. Se la malattia ricompare a dispetto della distruzione delle cellule malate e nonostante il sistema immunitario di un donatore - ricevuto in fase di trapianto - abbia lavorato per fornire questa risposta, significa purtroppo che la malattia aveva caratteristiche intrinseche di resistenza".

"I primi sei mesi sono quelli cruciali - spiegava ancora Luppi - poi man mano che ci si allontana, diciamo almeno fino al famoso quinto anno – anche se ci sono esempi purtroppo contrari –, poi si può stare più tranquilli. Sono certo che l’elevatissima competenza professionale ed umana della Ematologia di Bologna tutta, diretta dal Prof Cavo, potranno essere fondamentali in questa fase critica".

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