Accoltellamento dopo Bologna-Milan. La testimonianza: “Ho visto la polizia correre con gli scudi, poi..."
Il racconto di una testimone. Poi le riflessioni sul problema sicurezza durante le partite da parte degli esercenti intorno allo stadio
All’indomani dell’accoltellamento tra tifosi del Milan fuori al Dall’Ara di Bologna, (per il quale è stato fermato un 34enne, ndr), tra i negozianti nei dintorni dello stadio serpeggia una certa incredulità. Tra chi condanna l’accaduto e chi ha da ridire sui controlli, per lo più non si sentono preoccupati per la propria sicurezza, concordando che un evento così grave era da anni che non succedeva.
C'è il bar vicino allo stadio che va avanti come se nulla fosse, il tabaccaio che ricorda che un episodio del genere non accadeva da quando era ragazzo, per l'edicolante davanti allo stadio, lì da due anni, è la prima volta e, il pizzaiolo che lo considera un episodio isolato.
Alcuni però si svegliano e lavorano meno sicuri come un tabaccaia di via Porretana o come una pastaia che ha visto correre la polizia con gli scudi verso il luogo del fatto. C’è chi nei dintorni fa entrare nella propria attività suonando il campanello. Alcuni criticano non tanto la presenza, quanto, l’efficacia delle forze dell’ordine spiegate.
“Ero in negozio e ho visto la polizia correre con gli scudi verso l’angolo di via Estro Menabue-racconta a BolognaToday Lara, che ha un negozio di pasta fresca in via Porretana a poche decine di metri dal luogo del fatto e stava ancora lavorando quando è successo (dato che oltre alla pasta fresca vende anche le piadine agli spettatori) - saranno state le 23.45, pensavo si stessero menando”. Lara, che ricorda che da quando ha il negozio non era mai successo nulla del genere, però pensa che "bisognerebbe dare una punizione esemplare".
Un episodio di accoltellamento è forse un caso isolato al Dall’Ara negli ultimi anni, tuttavia gli esercenti denunciano altre problematiche. Lara parla di tutta le persone che vede ubriache passare per strada in occasione delle partite. “A volte ci sono ubriachi, quelli sì, uno mi è crollato sui gradini del negozio. I bus che arrivano sono pieni di cose da bere e molti escono dallo stadio ubriachi. Ci sono quelli che vendono birra nei frigo per strada. Eppure i controlli ci sono. A me l’anno scorso hanno dato duecento euro di multa, per aver venduto una birra anzi, per aver fatto uscire un cliente con una birra visto che si era trattenuto a parlare, 5 minuti prima del termine (cioè due ore prima dell’inizio della partita”. Le conclusioni di Lara sono ovvie “ti senti meno sicura e ti senti presa pure in giro per lo spiegamento di forze che c’è”.
Tra i negozianti della zona ad aprire la serranda questa mattina, ad alcune centinaia di metri del luogo del fatto, anche Giuseppe Anaclerio (detto Pepè) che è anche un ex giocatore del Bologna. Pepè ha una visione d’insieme meno pessimistica riguardo ai controlli e vuole distinguere tra tifosi e non. “Sono solo dei delinquenti-è perentorio- è un episodio che rasenta la follia, a volte l’essere umano impazzisce”. Pepè tuttavia spiega come “i controlli ci siano” e come: “nel corso degli anni la situazione nello stadio è migliorata, rispetto al passato è più tranquilla, anzi si è arrivati all’opposto. Tanta gente non viene più allo stadio, tipo le famiglie, per le lunghe file che si creano per i controlli. Io sono tranquillo, i tifosi del Bologna sono sportivi e ognuno qua può andare in giro liberamente con la propria sciarpa.