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Accordo Comune-FS: 500 ettari di aree ferroviarie dismesse Bologna candida Ravone e Dlf al PNRR

Si riconferma l'idea di una super collaborazione tra il Comune di Bologna e le Ferrovie dello Stato. Tutti i progetti illustrati in un video incontri alla presenza del ministro Giovannini

Si riconferma l'idea di una super collaborazione tra il Comune di Bologna e le Ferrovie dello Stato, dopo l'incontro, in remoto, di questa mattina al quale hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Matteo Lepore, il ministro dei trasporti, Enrico Giovannini, e l'ad del Gruppo Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris.

In particolare, Palazzo d'Accursio, Fs e le sue controllate candideranno la porzione rimanente dello Scalo Ravone e l'area dell'Officina manutenzione veicoli alla competizione internazionale Reinventing Cities, promossa dalla rete dei sindaci C-40, per realizzare una progettazione su quell'area capace di attivare nuovi investimenti e interventi innovativi anche dal punto di vista della sostenibilità.

Un protocollo d'intesa allo scopo di rigenerare le aree che vanno dal Dopolavoro di via Serlio all'ex scalo del Ravone, con oltre 90 milioni di investimenti. Una volta ottenuto il via libera da parte del ministero delle Finanze, previsto entro il mese di aprile, potrebbero partire nel giro di pochi mesi, il tempo di fare le gare e aggiudicare i lavori.

Si parla, spiega il sindaco Matteo Lepore, illustrando il piano d'azione assieme al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovanni, e all'amministratore delegato di Fs, Luigi Ferraris, di "aree ferroviarie dismesse per 500 ettari, che vogliamo dedicare ad attrarre giovani talenti. Abbiamo deciso di candidarci a uno dei bandi del Pnrr, in particolare l'ultima chiamata per i progetti di rigenerazione urbana. Per noi rigenerare queste aree importante perché sono ferme da 15 anni". Attraverso il protocollo d'intesa e la contestuale partecipazione al bando nazionale per l'assegnazione di risorse del Pnrr, il Comune dunque acquisirà la disponibilità del Dlf Mascarella per riqualificare l'area e il contesto urbano circostante, una porzione dello scalo Ravone, e disporrà di una porzione della Stazione 2 agosto per creare il Polo della memoria democratica.

"Questo progetto ha una scala e un'ambizione notevole. E' un'esperienza che può essere fonte di ispirazione per altre città, perché bisogna essere ambiziosi e coinvolgere i territori. Il nostro impegno in questo progetto non è episodico e vogliamo sostenere Bologna e le città che andranno in questa direzione, al meglio. E' l'inizio di un percorso di rigenerazione sociale e culturale che vogliamo vedere in tante città", sottolinea Giovannini. "Si tratta di interventi che faranno da innesco al più ampio progetto sulla città della conoscenza e prevedono tre azioni paradigmatiche", spiega l'assessore all'Urbanistica, Raffaele Laudani.

Ex scalo Ravone

E' prevista l'acquisizione da parte del Comune, con le risorse Pnrr di una porzione degli immobili dello scalo Ravone entro il 31 gennaio 2023 per far nascere un nuovo quartiere. Contemporaneamente sarà avviato un confronto sulla destinazione urbanistica delle ex Ogr che preveda anche l'insediamento di attività temporanee e l'eventuale acquisizione di alcune aree da parte del Comune.

Sarà realizzato con un investimento di circa 60 milioni di euro, un progetto di rigenerazione con il recupero degli edifici esistenti per nuovi usi, la trasformazione di aree pavimentate in nuovi spazi pubblici, anche verdi, una nuova strada di collegamento tra via Tanari e via del Chiù e percorsi ciclopedonali connessi ai Prati di Caprara. In tutto 14 ettari per 21.000 metri quadrati di edifici recuperati e 9.000 metri quadrati di edifici residenziali all'insegna dell'abitare sostenibile (co-housing, cooperative abitative, edilizia sociale usi temporanei). Il secondo snodo del progetto riguarda l'utilizzo del Comune di parte degli edifici adiacenti alla Stazione centrale per realizzare il Polo della Memoria Democratica, un nuovo punto di riferimento nazionale sulla storia contemporanea e sul tempo presente, che ospiterà fra le altre cose al suo interno il principale archivio sulla storia contemporanea della città e del paese, installazioni permanenti e temporanee, spazi aggregativi ed educativi.

Dlf Mascarella

Il protocollo d'intesa con Fs stabilisce l'acquisizione, da parte di Palazzo D'Accursio, del Dlf Mascarella che richiede interventi di restauro delle strutture storiche (vincolate come beni culturali), delle attrezzature e degli impianti sportivi e dei giardini per un impegno economico che 11milioni di euro. Infine, c'è la candidatura della parte rimanente dell'ex scalo Ravone alla competizione internazionale Reinventing cities, che prevede la trasformazione di siti inutilizzati o degradati in spazi di rigenerazione urbana, resilienti e a zero emissioni di carbonio, attraverso la messa in competizione di aree che necessitano di riqualificazione. "Se l'obiettivo è migliorare la qualità della vita nelle nostre città, lo possiamo perseguire soltanto attraverso un confronto e una costruttiva collaborazione con tutti gli stakeholders, iniziando dalle amministrazioni comunali. Oggi stiamo dimostrando che si può fare", conclude Ferraris.

Dei progetti che Bologna candida ai fondi del Pnrr è forse il più importante. Perché è qui, lungo la ferrovia che da sempre rappresenta il nodo più forte di connessione della città con il resto del Paese e l'elemento portante della centralità 'italiana' del capoluogo emiliano, che si vuole scrivere un nuovo capitolo della storia di Bologna, con un progetto di trasformazione urbana che sembra puntare ad avere l'impatto che a cavallo degli anni '50 ebbe il progetto del Fiera District. (dire)

(ex Scalo Ravone _ Foto Comune di Bologna)

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