L'Ausl "esegue regolarmente controlli sull'acqua distribuita dall'acquedotto di Bologna, allo scopo di escludere la presenza di fitosanitari (pesticidi)". E nel 2016 "sono stati eseguiti, fino ad aprile, 25 controlli, nessuno dei quali ha mai rilevato la presenza di fitosanitari nell''acqua ad uso potabile".

Così l'assessore comunale all'Ambiente Patrizia Gabellini, rispondendo in question-time al consigliere del Movimento 5 stelle Marco Piazza, rassicura i bolognesi: nell'acqua del rubinetto che si beve in città non c'è traccia di pesticidi. Nella sua domanda collegata al rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) secondo cui "oltre l'84% dei punti di monitoraggio e circa il 60% dei campioni prelevati in acque superficiali risultano contaminati da pesticidi, con il ritrovamento di ben 66 sostanze diverse su 89 ricercate", Piazza chiedeva alla giunta "una valutazione politico-amministrativa anche considerando che nelle scuole i bambini bevono l'acqua del rubinetto", e quindi come su intende "affrontare questo allarme".

Interrogativi a cui Gabellini risponde dichiarando che "il report sullo stato delle acque superficiali che Arpa  elabora ogni tre anni dedica un capitolo alla presenza di fitofarmaci nelle acque superficiali, e Bologna non risulta fra le aree dove si rilevano le concentrazioni maggiori". Soprattutto, sottolinea l'assessore, "preme rilevare che i corsi d'acqua e le falde interessate dalla presenza di fitofarmaci non sono quelle da cui viene prelevata l'acqua destinata agli usi civili".

Infatti, prosegue Gabellini, l'acqua di Bologna "proviene dal torrente Setta o dal fiume Reno, con un prelievo effettuato a monte dell'abitato di Sasso Marconi, o dai campi pozzi come quello del Tiro a Segno, che pompano acqua da falde particolarmente profonde (-220 metri)", e la sua qualità, come si evince "dalle numerose analisi effettuate da Hera e Ausl, è particolarmente buona". In conclusione, chiosa l'assessore, il rapporto di Ispra "documenta una criticità, in parte già nota, per la quale sarà necessario rafforzare l'impegno degli Enti territoriali, tuttavia non rappresenta un rischio collegato all'acqua potabile". 

AMIANTO. Nell'acqua potabile che esce dai rubinetti dei bolognesi non ci sono tracce di pesticidi. Ma di amianto sì. A dirlo è Vito Totire, medico del lavoro e presidente dell'Associazione esposti amianto (Aea), che in una nota riferisce alcuni dati ottenuti dall'Ausl e relativi ai controlli fatti appunto nelle tubature in città. "Abbiamo saputo che a Bologna ci sono stati due campioni positivi su 15 da gennaio ad aprile 2016- spiega Totire- in entrambi i casi la quantità sarebbe risultata di 509 fibre al litro. L'anno scorso i positivi erano stati cinque e, in alcuni casi, con livelli più alti". L'Ausl non ha però fornito altri dettagli. L'Azienda sanitaria "non ci ha comunicato le sedi di prelievo", spiega Totire, ne' il tipo di amianto riscontrato. Nel frattempo, sono emersi i risultati "estremamente preoccupanti" della ricerca Ispra sulla presenza di pesticidi nell'acqua. "Nessun dato riguarda gli acquedotti- sottolinea Totire- sono stati monitorati acque profonde o superficiali, ma non pare vi siano riscontri su eventuali travasi sulle riserve utilizzate per gli usi potabili". E in ogni caso, in Emilia-Romagna "il glifosato non è monitorato", nonostante l'Oms lo consideri come "probabile cancerogeno". La stessa Aea, riferisce Totire, "ha individuato a Ravenna tre casi di linfomi non-hodgkin strettamente correlati all'esposizione al glifosato: uno per lavori di giardinaggio e due per attivita'' in zuccherifici". L'Inail, però, "ha già respinto il primo dei casi segnalati", lamenta Totire. (agenzia Dire)